1 gennaio 2019 – Il “buongiorno!” di Dio, Commenti alle letture della Messa, da “Messale festivo 2019” EMP

Pubblicato giorno 31 Dicembre 2018 - ARTICOLI DEL BLOG, Commenti alle letture festive 2019

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1 GENNAIO
MARIA SANTISSIMA MADRE DI DIO
IL “BUONGIORNO” DI DIO

L’alba di ogni mattina è una realtà splendida. Il sole che sorge spalanca il cuore alla meraviglia e alla speranza. Non a caso la sapienza popolare ha coniato un proverbio che riconosce negli albori del giorno le promesse per le ore a venire: «Il buon giorno si vede dal mattino». La maternità di Maria è l’avvisaglia del «buon giorno» che Dio ci offre ogni anno. Maria ci mostra nella sua carne la realizzazione delle promesse divine per le ore e i giorni a venire. Ci mostra la concretezza dell’incontro amoroso fra Dio e la sua creatura. Tutti noi siamo nati da donna: tutti noi siamo debitori a una madre di ciò che siamo! Così è per Dio. Anche Dio ha voluto farsi debitore a una madre… a una nostra sorella in umanità, Maria!

E da quel giorno Dio guarda ciascuno di noi con occhi di Figlio, come un figlio guarda sua madre! Infatti, non abbiamo altro destino che quello che di Maria: «chi fa la volontà di Dio è per me fratello, sorella e madre»! È tanto significativo che l’anno cominci con una festa mariana, a dire che di fronte al dono della vita, di fronte al tempo della nostra esistenza, la posizione ideale è quella della donna: accogliente, in ascolto, feconda, generante! Nel giorno di Natale abbiamo celebrato la nascita del sole di giustizia, Gesù; oggi celebriamo l’alba di questo sole, sua madre. E la celebriamo proprio perché madre. L’alba precede il sorgere del sole e ne annuncia gradualmente tutto lo splendore. Così è la maternità di Maria nei nostri confronti: la sua luce non ci abbaglia, ma cresce silenziosamente e ci accompagna fino a che il sole illumini la nostra vita, i nostri passi, il nostro volto e ci faccia riconoscere figli di Dio e fratelli fra noi. In questo giorno poi preghiamo anche per la pace, perché la pace è una delle promesse di Dio e noi la attendiamo con perseveranza.

PRIMA LETTURA Ti benedica il Signore
L’istituzione del culto in Israele ha origine divina: è Dio che elegge Aronne e i suoi figli e consegna loro una missione di intercessione per il popolo. Il culmine dell’intercessione non è, però, il sacrificio liturgico, ma la benedizione: dire, in nome di Dio, parole buone per i fratelli, questo è il compito di ogni sacerdote, di ogni credente, investito del sacerdozio regale. Questa benedizione lascia trasparire l’eco della gioia di Dio al mattino della creazione: «Dio vide che era cosa molto buona».

SECONDA LETTURA Per riscattare coloro che erano sotto la Legge
Gesù è il Verbo di Dio, fattosi carne nel grembo di Maria per la nostra salvezza. Da ciò deriva la grande buona notizia del Vangelo: la nostra salvezza è vivere da figli di Dio in Gesù. Con la sua incarnazione, il Verbo ha reso l’uomo e la donna capaci di una libertà inaudita: quella di obbedire liberamente a Dio, come Maria sua madre che è divenuta il primo tempio della Trinità.

VANGELO Maria, da parte sua, custodiva tutte queste cose
La liturgia ci propone questo brano tratto dai vangeli dell’infanzia per parlarci della maternità di Maria. Mentre intorno a lei è un’esplosione di emozioni e di lode, quasi ci sorprende l’atteggiamento silenzioso e raccolto, interamente proteso nell’ascolto, che Maria assume di fronte alle parole commosse dei pastori, alla loro proclamazione del messaggio udito e della visione avuta… Se nella visita a Elisabetta l’esultanza di Maria era esplosa nel canto del Magnificat, qui ella lascia che siano i pastori – emarginati dal culto a causa della loro impurità rituale – e gli astanti a cedere il passo allo stupore e alla lode della gloria di Dio. Maria domina la scena evangelica con il suo profondissimo silenzio; dopo aver prestato fede alla parola dell’angelo e aver custodito in grembo la vita del Figlio di Dio, ora Maria presta fede alla parola dei pastori e ne custodisce il racconto: l’utero del suo cuore è sempre fecondo, è sua per sempre la vocazione materna! In questi albori della «pienezza dei tempi» Maria appare come la nuova Eva: se questa non aveva compreso il comando di Dio e aveva prestato fede alle suggestioni del serpente che instillavano nel suo cuore la sfiducia, Maria capta ogni iota di quella Parola che agisce in chiunque per manifestare il Figlio presente. Custodisce per noi la memoria che la notte è stata rischiarata una volta per tutte, che non c’è più emarginazione che tenga, ignoranza che tenga: ormai tutti siamo abilitati a farci evangelizzatori, madri di Cristo con la vita e con la lode.

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