1 novembre, Tutti i santi

Pubblicato giorno 30 Ottobre 2016 - Commenti alle letture festive 2016

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1 novembre

da “Messale festivo 2016” EMP

 

1 NOVEMBRE
TUTTI I SANTI
LA PIENEZZA DELLA GIOIA

Oggi celebriamo la festa di Tutti i Santi, la festa di tutti coloro che sono vissuti in Cristo e sono divenuti testimoni della sua gioia nel corso dei secoli. Forse tutti abbiamo in mente le iconostasi delle chiese orientali: una grande parete dorata tappezzata di icone raffiguranti tutti i santi. Oggi anche la nostra Chiesa cattolica ci pone davanti a questa grande iconostasi di santità e ci chiede di sapere contemplare, prima ancora che di imitare, la santità di questi nostri fratelli «maggiori». Sì, in questo giorno di festa siamo chiamati a sciogliere il cuore nell’ammirazione, nella commozione, nella gratitudine di fronte alla santità di Dio manifestata in tanti uomini e donne. Anzitutto contempliamo nei santi proprio un modello realizzato di umanità, di quell’umanità calda, vera, appassionata, che vuol venire alla luce anche in noi. Mentre la contempliamo nei santi la percepiamo come possibile anche per noi, che tanto spesso ci reputiamo meschini e incapaci di bene. Oggi siamo invitati ad ascoltare la Parola non come una parola moraleggiante, ma come una parola rivelante, entusiasmante, trascinante! Dio non ci chiama a essere santi a denti stretti, ci chiama a essere santi nella gioia e nella libertà, ci chiama a uscire da un mondo fatto di sfumature di grigi per entrare nel mondo libero e colorato della sua divinità, sempre presente e operante.

PRIMA LETTURA Una moltitudine immensa
Il brano dell’Apocalisse che oggi ascoltiamo ci pone davanti a una delle tanti visioni di cui è costellato il testo, che ci svela il destino dell’umanità. Mentre il tempo scorre e la storia si compie, si va compiendo anche il giudizio divino sugli uomini e sulla storia: il giudizio di Dio opera sempre la salvezza. Infatti la simbologia numerica che troviamo nel testo, e che si riferisce al popolo d’Israele (144.000 segnati), indica semplicemente la pienezza e la totalità del popolo. Ma anche oltre le tribù d’Israele Dio salva un numero infinito di uomini senza distinzione di nazioni, di popolo, di lingua. Dio partecipa a tutti la sua santità poiché la sua santità è la nostra salvezza!

SECONDA LETTURA Quale grande amore ci ha dato il Padre!
Se il brano dell’Apocalisse ha dipinto davanti ai nostri occhi il grande affresco del giudizio universale inteso come azione di salvezza da parte di Dio, la lettera di Giovanni rivela una tenerezza infinita: lo stupore del discepolo, di ciascuno di noi, di fronte al disegno del Padre, alla santità che egli stesso ci partecipa. «Quale grande amore ci ha dato il Padre per essere chiamati figli di Dio, e lo siamo realmente!»: questo messaggio, contemplato con stupore e ammirazione, è colto con tutta la sua forza, poiché ha dell’incredibile. La manifestazione di Dio si riveste sempre di carne umana, e come un giorno, nella pienezza dei tempi, questa manifestazione si è fatta carne in Cristo, ora vuole farsi carne nei suoi figli, in ciascuno di noi, chiamati alla santità!

VANGELO Beati voi!
Ogni anno in questa splendida festa di Tutti i Santi, la liturgia ci propone il brano del Vangelo di Matteo in cui Gesù proclama le beatitudini. Su questo testo sono state scritte pagine magnifiche, ma per quanto magnifiche queste pagine non raggiungono la semplicità delle parole che ascoltiamo. Esse hanno il potere di trasformare il nostro cuore. Lo trasformano, anzitutto, aprendolo alla speranza: infatti ci dicono che non vi è situazione umana che possa allontanarci da Dio. Sebbene la nostra cultura proclami beati i ricchi, i furbi, i potenti, i forti, i risoluti, i vincitori, i perfetti, la parola di Dio si ostina a proclamare beati tutti i perdenti. Il metro della nostra felicità lo decidiamo noi stessi. Se la meta della nostra felicità è qualcosa che cade sotto i nostri occhi, qualcosa che possiamo possedere, qualcosa di cui possiamo godere, allora le beatitudini proclamate da Gesù non fanno per noi. Se la meta della nostra felicità, invece, è qualcosa che anima il nostro cuore con desideri di fraternità, di giustizia, di pace, con desideri di bene e di pienezza, allora le beatitudini proclamate da Gesù ci mostrano la via: mentre ci spogliano della preoccupazione per noi stessi e ci rendono poveri in spirito, questi desideri fanno la nostra gioia, allargano il nostro cuore e lo fanno battere all’unisono con quello di Dio e dei fratelli. Poiché questa è la differenza sostanziale fra la logica del mondo e la logica di Dio: il mondo usa del desiderio per raggiungere il proprio scopo, Dio invece ci rende capaci di mettere noi stessi a servizio dei nostri desideri. Anzi Dio ci rende capaci dei suoi desideri di bene per noi e per il prossimo: non è la gioia a entrare in noi, ma noi nella gioia!

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