1 settembre – Battute di caccia per il primo posto, 22a domenica del tempo ordinario anno C

Pubblicato giorno 30 Agosto 2019 - ARTICOLI DEL BLOG, Commenti alle letture festive 2019

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da Messale festivo EMP

22a domenica del tempo ordinario

Battute di caccia per il primo posto

 

La stagione di caccia è di solito riservata a determinati periodi dell’anno: solo la stagione della caccia al primo posto è sempre aperta! Così ci dicono tanto il Vangelo di oggi che l’esperienza quotidiana… Eppure l’esperienza e la storia ci consegnano il dato che la caccia al primo posto non edifica nulla di duraturo, men che meno edifica la pace! …Lo vediamo tutti i giorni! La caccia al primo posto apre solo la porta a una nuova caccia, quella al mantenimento dei privilegi raggiunti…  Gesù, acuto osservatore e conoscitore del cuore umano, smaschera durante una cena la logica dei suoi co-invitati: ma lo fa anche oggi, in questa eucaristia. Non vuol certo mandarci di traverso la cena, ma manifestarsi attento al nostro combattere per le cose sbagliate, desideroso com’è di donarci vita piena. L’attenzione di Gesù è quella di un amico che vuole liberare negli amici una più grande capacità di amare. E per amare, ci dice Gesù, occorre liberarsi dalla preoccupazione del riconoscimento, della stima, del successo. Gesù non stimmatizza questi atteggiamenti per se stessi, ma per la subdola forza che hanno di accecare il cuore e la mente. Riconoscimento, stima, successo sono beni transitori: sottomessi come sono all’audience, non durano che fino al prossimo cambio di vento, sono connaturalmente incapaci di produrre felicità piena e duratura. Non nascono da una passione vitale, ma da una passione di morte perché vogliono costruire monumenti e fermare il tempo, ma non possono diventare esuberanza di vita!

prima lettura   Quanto più sei grande, tanto più fatti umile

La lettura tratta dal libro del Siracide è in piena continuità con la prima lettura di domenica scorsa: se tutti siamo chiamati al banchetto preparato da Dio – ed è un gioioso dato di fatto! –, la conseguenza che ne deriva è il fatto che siamo chiamati a riconoscere nei fratelli, i più disparati, i commensali invitati al banchetto del Signore, amati come noi, gratuitamente e immeritatamente: sì, Dio ha «il pallino» dei lontani e degli umili. Sentiamo in filigrana l’esperienza cantata da Maria nel Magnificat, come pure l’esperienza di Maria di Betania, che si è scelta la parte migliore: ed è così divenuta saggia per aver ascoltato il Saggio.

seconda lettura   Adunanza festosa!

Il brano della lettera agli Ebrei dipinge dinanzi ai nostri occhi l’icona di una grande teofania simile a quella del monte Sinai, che fu una terrificante manifestazione di potenza divina. Questa nuova teofania viene però descritta come un evento gioioso, come il festoso raccogliersi di angeli, santi e uomini nella nuova Gerusalemme, città che viene edificata quotidianamente, attraverso l’azione potente e umile della passione, morte e risurrezione di Gesù che opera in noi.

vangelo   Sceglievano i primi posti…

Nel brano del Vangelo riconosciamo la sintesi di quanto ci hanno detto la prima e la seconda lettura di oggi. L’immagine del banchetto è sempre indicativa di un’esperienza di comunione e di intimità profonda, così profonda che dilata infinitamente il tempo, basti pensare all’Ultima Cena dove Gesù manifesta nel dono di sé – che anticipa il sacrificio del Calvario – l’amore eterno di Dio per noi. San Luca, raccontandoci di uno dei tanti banchetti a cui Gesù ha partecipato, ci rivela la dimensione eterna di ciò che si compie nel tempo: le nostre scelte quotidiane travalicano il momento presente e si collocano nell’eternità! Le nostre scelte temporali sono anche eterne! Vi è un misterioso legame che unisce la nostra esperienza attuale con il domani divino, nel quale un giorno entreremo in pienezza. La parola del Vangelo con il suo invito ad assumere l’ultimo posto, guarisce il nostro razionalismo e materialismo che ci impediscono di vedere le conseguenze spirituali delle nostre scelte. Le nostre scelte visibili e tangibili sono, nella fede ma non meno realisticamente, quelle che edificano il bene in questo mondo e nel mondo altro. Il Vangelo ci invita a sviluppare la profondità dello sguardo che penetra oltre il muro del visibile. Dissetando un solo fratello è come se dissetassimo tutti gli uomini, sfamando un solo fratello è come se sfamassimo il mondo intero! Perché non esiste l’umanità in generale, esiste il fratello che ho davanti e che, col suo bisogno, vuole muovere il mio cuore. Il valore eterno degli atti che poniamo nel tempo non è misurato sulla spettacolarità della loro efficacia, ma sull’umiltà della singola relazione di amore e di servizio con la quale ci avviciniamo e amiamo il prossimo concreto che abbiamo davanti.

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