«Signore, come è accaduto che devi manifestarti a noi, e non al mondo?».
Rispose Gesù: «Se uno mi ama, osserverà la mia parola
e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui
e prenderemo dimora preso di lui»
Facciamo a fatica ad entrare nella logica della rivelazione di Dio, che non fa uso della potenza, del meraviglioso, ma affida il suo esserci alla fragilità dell’amore.
Non esiste altra via d’accesso al regno dei cieli, non c’è altra strada che permetta di vedere, di cogliere la rivelazione. È il mistero di un amore che può essere accolto o rifiutato, affidato alla libertà dell’uomo. Se non si entra nella dinamica della gratuità dell’amore la fede si svuota, diventa osservanza, rigidismo.
Solo l’amore spinge a desiderare in tutti i modi la comunione piena con chi si ama e a nutrirsi della parola dell’altro. Oggi il vangelo ci dice che l’osservanza dei comandamenti non ha come fine una qualche ricompensa, ma l’entrare in comunione di vita con Dio.