11 marzo – Libertà e giudizio, Commento al vangelo di don L. M. Epicoco

Pubblicato giorno 11 Marzo 2019 - ARTICOLI DEL BLOG, Commenti al vangelo di d.Luigi Maria Epicoco

luigi maria epicoco
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di don Luigi Maria Epicoco

Lo spoiler che il vangelo di oggi ci fa fare sul giudizio finale ci mette terribilmente in una situazione imbarazzante.

Conoscendo perfettamente quali sono le domande su cui saremmo interrogati è possibile presentarsi impreparati?

Nel mio mestiere di insegnante raramente perdo la pace e la pazienza con i miei studenti. Do sempre loro una grande porzione di fiducia preventiva. Penso che sono degli universitari e hanno il diritto a mostrare di essere diversi dai semplici adolescenti.

Ma c’è un’unica situazione dove mi arrabbio moltissimo, e questo perché la delusione trasborda troppo: quando fanno scena muta davanti all’argomento a piacere. Se non hai nemmeno preparato bene un argomento che potevi scegliere liberamente, come posso io continuare ad avere fiducia in te?

Qualcosa di simile mi sembra nel Vangelo di oggi. Sappiamo tutti su cosa saremmo giudicati, come possiamo continuare le nostre giornate e la nostra vita come se nulla fosse?

Come si può rimanere indifferenti davanti alla fame, alla sete, al dolore, all’esclusione, all’emarginazione, alla solitudine, all’incomprensione delle persone che ci vivono accanto? Gesù dice che è Lui stesso in ciascuna di queste persone, e ciò che avremo fatto o non fatto a loro, l’avremo fatto o non fatto a Lui. “Venite, benedetti del Padre mio, ricevete in eredità il regno preparato per voi fin dalla fondazione del mondo. Perché io ho avuto fame e mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e mi avete dato da bere; ero forestiero e mi avete ospitato, nudo e mi avete vestito, malato e mi avete visitato, carcerato e siete venuti a trovarmi”.

Allora lo sgomento e la meraviglia prenderà sia i giusti che i malvagi, perché Gesù ci dice che entrambi diranno: “Signore, quando mai ti abbiamo visto affamato o assetato o forestiero o nudo o malato o in carcere?”.

Perché si può essere le persone più buone al mondo, o le più cattive, ma quando si vede un fratello si vede il fratello e basta, nessuno ha il potere di vedere Cristo in loro. La fede ci aiuta a ricordarcene quando i nostri occhi vedono “solo” gente esclusa, e ai margini. (Mt 25,31-46)

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