12 giugno

Pubblicato giorno 11 Giugno 2016 - Commenti alle letture festive 2016

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12 giugno

da “Messale festivo 2016” EMP.

 

12 GIUGNO
11A DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO
DIO CORRE PER PRIMO IL RISCHIO DELL’INCONTRO

La Parola di oggi desidera raggiungere il nostro cuore, dimora privilegiata di Dio in noi. Desidera incontrarci lì dove viviamo, con i nostri desideri e le nostre attese. Nella Parola è lo stesso Signore a venirci incontro. Dio corre per primo il rischio dell’incontro: mostra a Davide dapprima la cura e la predilezione che aveva avute verso la sua vita e poi ciò che ha compiuto contro la vita. Vita che aveva disprezzato venendo meno al suo dovere di re e nel pretendere Bersabea fino al punto di uccidere il marito Uria. Dio corre per primo il rischio dell’incontro: manda suo figlio Gesù a san Paolo, affinché, morto alla Legge, viva di lui. La presenza di Gesù in lui occuperà tutto lo spazio del suo io, vivrà la vita nel corpo nella fede del Figlio di Dio, credendo più di ogni altra cosa all’amore donatosi a lui senza riserve. Dio corre per primo il rischio dell’incontro: si lascia incontrare nel dolore delle lacrime; nel profumo di chi offre la verità di sé; dai baci profusi sui piedi da un cuore ferito. Un incontro che per la donna avviene senza parole, fatto solo di gesti, che Simone non sa capire e non sa compiere verso l’ospite atteso. Nel venire e uscire in silenzio della donna, forse possiamo scorgere il silenzioso lavorio dell’anima impegnata nella ricerca di Dio, nella scelta di rimanere aderente alle sue Parole con azioni concrete, seppur alla presenza di sguardi e pressioni contrarie e di disprezzo. Curarsi di Gesù e lasciarsi curare da lui è un’operazione divina umilissima e vivificante che ci porta a dire con san Paolo: «Non vivo più io… ma Cristo vive in me».
Potrebbe affiorare sulle nostre labbra una preghiera: Grande è la mia gioia, o Signore, perché tu mi ami. Dilata il mio cuore, Signore, nell’ascolto del Vangelo, messaggio di vita, gioia della tua parola più ricca di tutti i tesori, più splendente di tutti gli onori. Il tuo sole entri nella mia casa e cresca in me la gioia di offrire e perdonare; la gioia di condividere e di credere. Perdona le mie arie accigliate e i giudizi affrettati, le mie debolezze e chiusure. Aiutami a scoprire in tutti la gioia dell’incontro in te e ad amare come tu mi ami.

PRIMA LETTURA Perché hai disprezzato la parola del Signore…?
Rendersi conto del male compiuto è la porta per ristabilire in noi la verità. Di fronte al tanto bene che Dio continua a compiere per noi apriamoci alla riconciliazione che solo il suo amore può operare.

SECONDA LETTURA Cristo mi ha amato e ha consegnato se stesso per me
La religione non è un’illusione, ma è una persona viva che mi viene incontro col suo amore vivificante. Vivere nella fede di questa certezza cambia la vita in me e attorno a me.

VANGELO Sono entrato in casa tua
Gesù accoglie l’invito di Simone ed entra nella sua casa. In quella stessa casa, attirata dalla presenza di Gesù, viene anche una donna, una peccatrice di quella città. Solo questa donna, che non ha casa e forse vaga di casa in casa, riconosce in Gesù qualcosa di speciale, un raggio di sole che si posa sull’umanità ferita. Il suo cuore sembra sciogliersi di fronte a Gesù: si lascia purificare dal suo sguardo e piange. Anche Simone vede la donna, ma il suo modo di guardare rimane esterno ed estraneo. Simone, in cuor suo, si fa giudice della donna; Gesù in cuor suo e apertamente si rivela giudice di misericordia. Grazie al coraggio dell’incontro con l’amore di Dio nella verità umile di sé, la donna viene riscattata dalla sua coscienza malata/isolata (è con molti, ma in realtà con nessuno). I suoi gesti di accoglienza pienamente umani verso Gesù, permettono a Gesù di condurla dentro se stessa attraverso il perdono e far germinare il suo essere più vero, che nessuno dei presenti riesce a scorgere. Gesù fa rinascere in lei la dignità e la fiducia. Simone, invece, le blocca ogni possibilità di cambiamento giudicandola. Il giudizio nasce da un cuore (la casa) chiuso alla pietà e alla compassione. In casa di Simone Gesù non trova accoglienza, perché la porta è chiusa dal giudizio, che allontana la possibilità vera dell’incontro con Cristo, nostro unico giudice di pace e riconciliazione. Ma Gesù vuole incontrare anche Simone e scuote la sua cecità mostrandogli che la via dell’amore è aperta verso la donna tanto quanto lo è verso di lui. L’amore mostra Dio nella nostra povertà, mostra con limpidezza l’impronta di Dio nel nostro cuore. La donna uscirà dalla casa di Simone perché avrà trovato casa in sé per Dio, nella sua fede. E Simone? E io? Oggi il Signore viene a rinnovare l’incontro con noi, nella casa del nostro cuore, con l’eucaristia.

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