12 marzo – Prego perché sono Tuo, Commento al Vangelo di don L.M.Epicoco

Pubblicato giorno 12 Marzo 2019 - ARTICOLI DEL BLOG, Commenti al vangelo di d.Luigi Maria Epicoco

luigi maria epicoco
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di don Luigi M.Epicoco

 

Il Vangelo di oggi inizia con una dritta sulla preghiera da non dimenticare mai: “Pregando poi, non sprecate parole come i pagani, i quali credono di venire ascoltati a forza di parole. Non siate dunque come loro, perché il Padre vostro sa di quali cose avete bisogno ancor prima che gliele chiediate”.

La preghiera, cioè, non è un tentare di trovare la formula giusta per convincere Dio di qualcosa.

La ricerca delle parole nella preghiera non ha lo scopo di convincere Dio ma di rendere manifesto il nostro cuore. Ecco perché la preghiera ci fa bene, perché molte volte ci spinge a trovare le parole giuste per accendere una luce nel nostro buio. E proprio da quel buio sale a Dio un grido di aiuto, una richiesta autentica, una parola vera e mai retorica. Per questo, per strapparci dalla logica della retorica e dalle parole vuote, Gesù ci insegna la preghiera del Padre nostro.

Questa preghiera è così importante che buona parte del Catechismo della Chiesa Cattolica è fatto della spiegazione di questa preghiera. Sarebbe difficile per noi poter dire una parola su ogni parte di questa preghiera, ma certamente ciò che detta davvero la direzione giusta è ricordarsi che pregare significa chiamare Dio “Abba/Padre”. Solo se ci si ricorda che si sta parlando con un Padre allora tutto il resto delle cose dette assume un vero significato.

Infatti solo la convinzione di essere amato mi fa dire “sia fatta la tua volontà”.

Solo la convinzione di sentirmi di qualcuno mi fa chiedere fiduciosamente il pane quotidiano. Solo l’esperienza della paternità mi fa consegnare i miei debiti con la speranza che anche io riesca a usare lo stesso modo di ragionare di Chi mi ha perdonato.

Solo la convinzione dell’amore mi fa osare di dire “non abbandonarmi alla tentazione ma liberami dal male”. Forse non ce ne sarebbe neppure bisogno di dirlo, ma la preghiera è innanzitutto un bisogno di dire ciò che Dio sa già.

E persino quando ci verranno a mancare le parole, ci consolerà sapere che c’è chi le conosce già perché siamo Suoi. (Mt 6, 7-15)

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