Bisogna che sia innalzato il Figlio dell’uomo, perché chiunque crede in lui abbia la vita eterna.
Dio ha tanto amato il mondo da dare il Figlio unigenito, perché chiunque crede in lui non vada perduto, ma abbia la vita eterna.
Tornando a casa dopo quel colloquio notturno con Gesù, ripensavo a quanto m’aveva detto sulla necessità che egli fosse innalzato: aveva chiarito il perché, ma non il come e il dove. Questo l’avrei scoperto solo in seguito, quando con Giuseppe d’Arimatea andammo al sepolcro del maestro: era la croce il mezzo e il luogo del suo innalzamento!
Novità sconvolgente, che capovolgeva tutte le mie aspettative: eppure era quello che mi ero sentito dire quella notte, di dover rinascere dall’alto. Da quella croce sarebbe discesa la vita nuova nello Spirito: lì dovevo fissare il mio sguardo, per intravedere, al di là delle tenebre del male e della morte, l’amore senza limiti di Dio.
Quel morto crocifisso che stavamo ungendo col balsamo non poteva essere la fine di tutto: qualcosa stava per succedere…






























