Ti adoro, mio Dio – 1

Pubblicato giorno 13 Marzo 2017 - La preghiera

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Pubblichiamo a puntate, per gentile concessione di don Gianni Ghiglione sdb, il testo da lui edito sull’Adorazione Eucaristica. Chi desiderasse il testo scritto può richiederlo a don Gianni (uni.gianni@gmail.com) al costo di € 2,00 più spese di spedizione

Introduzione

“Quando non faceste altro che stare davanti a Dio e consumare davanti a Lui la vostra vita, come un cero che si consuma davanti al Santissimo, non sareste contente?”

(s. Giovanna de Chantal)

Un religioso burlone, sulla porta d’ingresso della sala della televisione della sua Comunità, aveva appeso un cartello con su scritto  “Sala dell’adorazione perpetua!”.

Queste poche pagine sono state scritte perché tu, con la grazia del Signore, ti innamori di Lui e abbia a sperimentare la gioia della sua compagnia.

“Ecco, l’attirerò a me e la condurrò nel deserto e là parlerò al suo cuore!”  Ecco l’Adorazione!

Se anche solo un lettore o una lettrice, riflettendo su queste pagine, si decidesse a regalarsi del tempo per “stare davanti a Lui con amore”, ringrazierei senza fine il buon Dio e questa piccola fatica avrebbe già il suo frutto.

Affido queste pagine al cuore di s. Giuseppe, adoratore silenzioso del mistero di Dio.

Ne sono destinatari tutti i cristiani di buona volontà (sacerdoti, religiosi/e, sposi, fidanzati, animatori, insegnanti….).  L’adorazione può essere il punto di arrivo di un cammino di vita cristiana o il punto di partenza per una vita più secondo il Vangelo: “culmine e fonte!”

 A tutti … buona strada!

                                                                                   Annecy, 19 marzo 2006, festa di s. Giuseppe.

***

  1. Il Vangelo incastonato tra due scene di adorazione.

La vita di Gesù si apre e si chiude con due scene di adorazione: quella dei Magi a Betlemme e quella delle donne e dei discepoli nei confronti del Maestro Risorto nel momento del suo distacco da loro. Possiamo aggiungere quella dell’apostolo Tommaso che in seconda battuta riconosce, adorandolo, Gesù come “mio Signore e mio Dio!”.

Se i Vangeli sono stati scritti per far nascere e crescere la nostra fede nel Figlio di Dio, mi pare suggestiva l’idea che l’adorazione venga indicata come via privilegiata, come l’atteggiamento più giusto per entrare in sintonia con la persona di Gesù, la buona notizia del Padre per ogni uomo e donna di buona volontà.

Raccogliamo dunque da queste due scene “inclusive” della storia umana di Gesù alcune indicazioni preziose.

Ti indico anzitutto i testi cui fare riferimento:

  • adorazione dei Magi Matteo 2, 1-12
  • adorazione delle donne e dei discepoli Matteo 28, 9-17
  • adorazione dei discepoli Luca 24, 52
  • adorazione di Tommaso Giovanni 20, 27-29
  • Solo Gesù: l’Antico Testamento ha parole di fuoco nei confronti di chi si prostra per adorare altri dei e le guide spirituali del popolo d’Israele ricordano con insistenza il primo dei comandamenti: “Adorerai il Signore Dio tuo e davanti a Lui solo ti prostrerai!” Dio soltanto merita l’adorazione dell’uomo. Il fatto quindi di presentare i Magi e, in certo modo, la prima comunità Cristiana in atteggiamento di adorazione nei confronti di Gesù è un modo indiretto, ma chiaro, per dire che Gesù è Dio e come tale può essere adorato.

“L’adorazione eucaristica ci ricorda che Gesù Cristo è Dio e quindi a Lui compete l’atto ‘unico’ dell’adorazione. Gesù Cristo non è uno come noi, ma uno come il Padre! E quindi il suo mistero non sarà mai da noi esaurito o perfettamente assimilato. Non giungeremo mai al fondo di questo ‘abisso d’amore’”.  (A. Bozzolo, 29)

I sudditi dell’Impero romano dovevano adorare l’Imperatore, considerato come dio: davanti a lui o alla sua statua si inginocchiavano e bruciavano incenso (segni di adorazione). I Cristiani ovviamente si rifiutavano di adorare l’Imperatore e per questo venivano condannati a morte con l’accusa di essere nemici dello stato.

Solo Dio può essere adorato nelle tre Persone del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo.

  • Desiderio di un incontro:
    • I Magi, persone curiose che si mettono alla ricerca di questo personaggio misterioso di cui hanno avuto notizia leggendo il percorso degli astri e seguendo una stella in particolare. Vedere, incontrare questo neonato Re dei Giudei: è il loro sogno!
    • I discepoli e le donne sono spinti a questo ultimo appuntamento terreno dal desiderio di rivederlo, dalla gioia di saperlo vivo, risorto dopo i giorni della Passione
    • E tu? Forse è venuto il momento di prendere seriamente in mano il problema di Dio nella tua vita in prima persona. Tu sei atteso, tu sei cercato! C’è Qualcuno che bussa alla porta del tuo cuore e tutto questo si può configurare come nostalgia, insoddisfazione, gioia, attesa, speranza, desiderio, rimorso, vuoto, sogno, paura, slancio, curiosità, coraggio, problemi, pianto, … “Tu ci hai fatto per te, Signore e il nostro cuore è senza pace finché non riposa in Te!”
  • La gioia: è lo stato d’animo che accomuna i Magi, le donne, gli Apostoli-discepoli. “Furono pieni di una grandissima gioia…; piene di gioia andarono di corsa….; tornarono a Gerusalemme pieni di gioia!” Già il salmista diceva: “La tua presenza, Signore, mi colma di gioia!”  e invece il mondo, il demonio, fa di tutto per diffondere l’idea che cercare Dio, sostare davanti a Lui in una contemplazione silenziosa, rende tristi, depressi, incapaci di godere della bellezza e della gioia della vita.

È ancora la Parola di Dio che ci ricorda. “Salirò all’altare di Dio, a Dio che rallegra, rende gioiosa la mia giovinezza!”, come ha reso felice la vita di Teresa del Bambino Gesù, di Francesco d’Assisi, di don Bosco, di Madre Teresa, di Papa Giovanni Paolo II…. È doveroso ricordare che l’ultima GMG da lui annunciata e alla quale non partecipò, quella celebrata a Colonia 2005, aveva come tema “Siamo venuti per adorarlo”. Questo Papa, che ha saputo catturare il cuore di tanti giovani, ha lasciato loro, quasi un testamento, l’invito a scoprire l’adorazione come momento privilegiato di comunione con Dio.

  • La gioia ha un prezzo: i Magi hanno preparato a lungo il loro viaggio, investendo denaro e fatiche ; hanno saputo superare tanti ostacoli (deserto, animali feroci, banditi…), non ultimo la falsa cortesia di Erode.

La comunità cristiana primitiva ha pagato a caro prezzo (persecuzioni di ogni genere) la fede nel Signore risorto.

Per accedere alla stanza della gioia, che è l’incontro con Gesù, occorre attraversare un’anticamera che è la fatica, il superamento di alcune difficoltà. Ecco le più comuni:

  • La fedeltà: il premio non si dà a chi parte, ma a chi arriva al traguardo. Ci saranno – mettili in conto – momenti di stanchezza in cui avrai voglia di lasciare tutto, giustificandoti con il fatto che “se ne può fare a meno”, che “non è poi così importante”… A volte ti sembrerà di perdere tempo, di … succhiare un chiodo. In tutti i campi la fedeltà costa fatica, ma a chi è fedele Gesù dice: “Entra nella gioia del tuo Signore!”
  • La paura del silenzio: se in casa hai la TV sempre accesa, se viaggi con le cuffie stereo, se il telefonino è diventato la tua anima gemella, se cerchi in continuazione sensazioni sempre più coinvolgenti… sappi che il silenzio sarà, specie all’inizio, un problema. Eppure di tanto in tanto senti affiorare la nostalgia per questo ‘scomparso’: solo nel silenzio avvengono le cose grandi, solo nel silenzio si percepiscono i movimenti del proprio cuore, solo nel silenzio … si comunica!
  • La paura di Dio: anche questa paura è diffusa e affonda le sue radici all’origine dell’umanità. La Bibbia ne parla fin dalle prime pagine: “Ho avuto paura di Te e mi sono nascosto!” In realtà non è paura di Dio, ma della falsa immagine che di Dio l’uomo si è fatto. È la sua caricatura che spaventa. In questo senso l’adorazione è la miglior medicina per scoprire il vero volto di Dio, di fronte al quale non c’è spazio per il timore-paura di Dio,  ma solo per la fiducia e la consegna di se stessi.

Qualche testimonianza

Durante una confessione, preparata con cura in vista della Pasqua, ho sentito forte l’amore di Dio per me e da allora ho deciso di coltivare questo amore stando con Lui e ascoltando la sua Parola (Claudia, 20 anni)

Questa estate sono andato a Taizé e ho capito l’adorazione durante la solenne adorazione della Croce del venerdì. Ora qui a casa, una sera alla settimana, la TV rimane spenta e io faccio come a Taizé: adoro la Croce e prego per tante intenzioni. Funziona e mi dà tanta gioia (Fabrizio, 22 anni)

L’adorazione è mettere il mio cuore nelle mani di Gesù e prendere quello di Gesù nelle mie mani. È un trapianto che mi rinnova e mi dà forza (un monaco di Tamié)

Siamo fidanzati e abbiamo scoperto nell’adorazione un modo semplice, ma ricco per prepararci al Matrimonio. Cosa facciamo? Stiamo in silenzio davanti a Gesù. Risultato? Un’unità fortissima, profonda, luminosa perché illuminata dalla presenza di Dio e da una gioia che cerchiamo di portare in famiglia, a scuola, tra gli amici. Dio è unità! (Carlo-Mirella)

Sono convinta che l’adorazione (fatta di silenzio ricco di ascolto, di dialogo profondo) sia la medicina per guarire i mali del mondo di oggi: dispersione, indifferenza, egoismo, superficialità… (una suora)

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