Un cammino di fede con Chiara d’Assisi – 2

Pubblicato giorno 13 Marzo 2017 - S. Chiara d'Assisi

Condividi su:   Facebook Twitter Google

Come non dire grazie alla nostra madre e sorella Chiara? A lei che con fede e coraggio ha lasciato tutto per seguire il Signore Gesù.

O madre e sorella Chiara, anima ardente! Quale fuoco di carità bruciava nel tuo petto? Cosa ti faceva correre, lottare, agire, stare, soffrire, gioire? Ci hai detto, più con la vita che con le parole, il senso profondo del tuo esistere, il centro unificante attorno al quale ogni fibra della mente e del cuore traeva la sua linfa vitale … Grazie, per tutto ciò che sei stata e perché ancora oggi, anche se indirettamente ci parli dell’Unico e sommo Bene attraverso i gesti concreti e il linguaggio semplice di tante madri e sorelle, che da te hanno imparato ad incarnare, nell’umile quotidiano, la forma di vita del Vangelo.

Vivendo, la tua vita sia lode del Signore”: così avevi esortato Agnese, puntando all’essenziale verso il quale ogni nostra scelta deve convergere! Questo sei stata, semplicemente, e questo vogliamo e dobbiamo essere: eucaristie, una vita che tutta si riceve, gratuitamente, dal Padre delle misericordie e gratuitamente si dona, effondendo il profumo di Cristo nella Chiesa, in quella dinamica di accoglienza-restituzione propria dell’amore trinitario. Questo sei stata, madre e sorella Chiara, vaso d’alabastro prezioso, scrigno e tabernacolo dell’Altissimo. Hai portato “Colui che i cieli non potevano contenere nel piccolo chiostro del tuo seno e, resa ormai una sola cosa con Lui, l’hai offerto… “Nulla di voi trattenete per voi …”. In quell’altissima povertà che è vivere senza nulla di proprio, sei divenuta ricchezza, bellezza, sorgente di carità per ogni sorella, per ogni uomo, “sostegno delle membra deboli e vacillanti della Chiesa”! E poiché non sei più tu che vivi, ma è Cristo che vive in te, il tuo fragile corpo ha assunto davvero la robustezza del granito, della “pietra angolare” sulla quale era edificato …

O madre e sorella Chiara, donna forte nell’umiltà, nella verità di essere stata sempre, anche davanti agli uomini, ciò che realmente sei davanti a Dio! Per questo sei luce. Di questa limpidezza risplendi con il Cristo sulla croce, ancora oggi ci inviti a non temere di essere povere, di riconoscere e chiamare per nome la nostra povertà radicale, che è amata, abbracciata, sposata dal Creatore! Ci solleciti ad essere trasparenti e semplici, spoglia di tutto ciò che ci “protegge” da noi stesse, dagli altri e da Dio, per lasciare trasparire l’immagine divina di Colui che “non considerò un tesoro geloso la sua uguaglianza con Dio, ma spogliò se stesso assumendo la condizione di servo e divenendo simile agli uomini”. Ci ricordi che se abbiamo scelto di vivere nascoste, non è certo per timore, ma perché traspaia, in tutta la sua bellezza, il volto dell’Amore.

O madre e sorella Chiara, fa’ risuonare ancora oggi, nell’intimo, la tua voce; guidaci con la tua sollecitudine, custodiscici con la tua protezione. Continua a sussurrare al nostro cuore il dolce nome di Gesù, a far brillare nella memoria il soavissimo ricordo di Lui. Aiutaci a non temere fatica, tribolazione, né umiliazione e disprezzo del mondo per avanzare “confidenti e liete nella via della beatitudine”.

In questo tempo di grazia, donaci di compiere un “ritorno alle origini”: facci vibrare della tua passione d’amore, donaci quella tua audacia che ti ha resa docile “allo Spirito del Signore e alla sua santa operazione” e, come te, diverremo sempre più ciò che già siamo nel sogno di Dio.

Grazie, Chiara, madre e sorella!

(articolo già pubblicato su “Squilla di vita serafica” periodico dell’OFS di Trento)

Condividi su:   Facebook Twitter Google