I farisei tennero consiglio contro Gesù: si allontanò di là, molti lo seguirono e li guarì tutti.
Perché si compisse [la parola]:
«Ecco il mio servo, che io ho scelto;
il mio amato nel quale ho posto il mio compiacimento…»
Di fronte ai potenti oppressori dei miseri, che vogliono toglierlo di mezzo, Gesù, venuto per salvare i poveri, per dare loro dignità e vita, pur conoscendo le loro intenzioni continua a curare le malattie del corpo e dello spirito, a perdonare con mitezza come il servo di cui parla Isaia.
Chi lo segue è chiamato a comportarsi come lui, a rispondere all’amore del Padre compiendo la sua volontà, ad amare i fratelli come Gesù ci ha amati. Vedendo la misericordia, la mitezza, la cura fraterna di chi crede in Gesù, la dedizione che paga di persona per difendere i poveri, la società del benessere può scoprire la gioia del vangelo, la speranza fiduciosa nel Padre creatore.
Allora si rivela la giustizia del discepolo di Gesù che come lui si pone a servizio degli ultimi anche a prezzo della vita.