19 marzo – San Giuseppe: un uomo che ha amato ciò che gli è capitato. Commento al vangelo di oggi di don L. M. Epicoco

Pubblicato giorno 19 Marzo 2019 - ARTICOLI DEL BLOG, Commenti al vangelo di d.Luigi Maria Epicoco

luigi maria epicoco
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di don L.M.Epicoco

 

La figura di San Giuseppe è tra le più belle di tutto il Vangelo.

E lo è per l’immensa discrezione, il prolungato silenzio, l’operosa creatività, e la straordinaria capacità di andar dietro a Dio nonostante tutto. Pochi personaggi in tutta la Bibbia hanno la statura di Giuseppe. In lui c’è un condensato di fede, speranza, amore, dedizione, fiducia. Giuseppe muore a sé stesso più volte, e lo fa spinto non da una logica sacrificale ma da una profonda logica di amore.

Infatti siamo più disposti a morire per amore più che per dovere.

Giuseppe non ha fatto il suo dovere, ha invece amato ciò che gli è capitato.

Ha messo il cuore nella vita così come il Signore gliel’ha messa davanti. E poco importa se quella vita non centrava nulla con i suoi sogni. Giuseppe sa bene che la realtà, anche se difficile, è l’unico luogo dove noi possiamo sperimentare Dio e la felicità. Se in bocca a noi raffiorirebbero elenchi infiniti di “perché”, sulla bocca di Giuseppe non se ne trova traccia, ma non perché non gli avranno attraversato il cuore, ma perché quando ci si trova davanti alle cose serie della vita ciò che conta è come affrontare quelle cose, più ancora del perchè sono successe.

Giuseppe ha tirato su le maniche e ha fatto tutto quanto era in suo potere per difendere il bambino e sua madre. Ha continuato ad amare di amore più profondo la donna che aveva scelto come sua sposa, e ha cresciuto come figlio suo il Figlio dell’Altissimo.

Il Vangelo non spreca parole a riguardo, ci dice che Giuseppe è un uomo che passa dalla logica dell’ascolto a quella dei fatti: “Giuseppe, destatosi dal sonno, fece come l’angelo del Signore gli aveva comandato e prese con sé sua moglie”. Non c’è uomo più affidabile di lui, e penso che anche tra i santi nessuno lo possa davvero superare. Non rivolgersi a lui sarebbe davvero una stoltezza imperdonabile. Lo avevano capito bene moltissimi altri santi venuti dopo. Una di loro, Santa Teresa d’Avila, ebbe a dire: “Non è mai successo che io mi sia rivolta a San Giuseppe e non sia stata ascoltata”. (Mt 1,16.18-21)

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