Dal Vangelo secondo Marco 2,18-22
In quel tempo, i discepoli di Giovanni e i farisei stavano facendo un digiuno. Vennero da Gesù e gli dissero: «Perché i discepoli di Giovanni e i discepoli dei farisei digiunano, mentre i tuoi discepoli non digiunano?».
Gesù disse loro: «Possono forse digiunare gli invitati a nozze, quando lo sposo è con loro? Finché hanno lo sposo con loro, non possono digiunare. Ma verranno giorni quando lo sposo sarà loro tolto: allora, in quel giorno, digiuneranno.
Nessuno cuce un pezzo di stoffa grezza su un vestito vecchio; altrimenti il rattoppo nuovo porta via qualcosa alla stoffa vecchia e lo strappo diventa peggiore. E nessuno versa vino nuovo in otri vecchi, altrimenti il vino spaccherà gli otri, e si perdono vino e otri. Ma vino nuovo in otri nuovi!».
In questo inizio d’anno siamo incuriositi e tremanti per quanto la vita ci darà da gustare. L’invito è quello di rinnovarci per poter accogliere l’inedito e l’inaudito che incontreremo e che vivremo.
L’inedito: quanto ancora non è stato scritto né su una pagina né nei solchi della storia che forse nessuno leggerà in un libro, in un giornale o in un post su un social, ma che resterà indelebile in noi o in chi abbiamo incontrato.
L’inaudito: qualcosa che nessuno ha ancora sentito risuonare lungo i giorni, i mesi e gli anni, ma che chiede di essere detto ed ascoltato.
Siamo chiamati a scrivere e a far risuonare una bella novità fatta di gesti, parole, relazioni buone, spumeggianti e aromatiche che saranno come vino nuovo in grado di farci digerire quanto la vita ci darà da gustare!