23 marzo, Commento al vangelo di oggi – dal Calendario del Patrono d’Italia, EBF Milano

Pubblicato giorno 23 Marzo 2020 - ARTICOLI DEL BLOG, Il Vangelo di oggi

Condividi su:   Facebook Twitter Google

Dal Vangelo secondo Giovanni
Gv 4,43-54

In quel tempo, Gesù partì [dalla Samarìa] per la Galilea. Gesù stesso infatti aveva dichiarato che un profeta non riceve onore nella propria patria. Quando dunque giunse in Galilea, i Galilei lo accolsero, perché avevano visto tutto quello che aveva fatto a Gerusalemme, durante la festa; anch’essi infatti erano andati alla festa.

Andò dunque di nuovo a Cana di Galilea, dove aveva cambiato l’acqua in vino. Vi era un funzionario del re, che aveva un figlio malato a Cafàrnao. Costui, udito che Gesù era venuto dalla Giudea in Galilea, si recò da lui e gli chiedeva di scendere a guarire suo figlio, perché stava per morire.

Gesù gli disse: «Se non vedete segni e prodigi, voi non credete». Il funzionario del re gli disse: «Signore, scendi prima che il mio bambino muoia». Gesù gli rispose: «Va’, tuo figlio vive». Quell’uomo credette alla parola che Gesù gli aveva detto e si mise in cammino.

Proprio mentre scendeva, gli vennero incontro i suoi servi a dirgli: «Tuo figlio vive!». Volle sapere da loro a che ora avesse cominciato a star meglio. Gli dissero: «Ieri, un’ora dopo mezzogiorno, la febbre lo ha lasciato». Il padre riconobbe che proprio a quell’ora Gesù gli aveva detto: «Tuo figlio vive», e credette lui con tutta la sua famiglia.

Questo fu il secondo segno, che Gesù fece quando tornò dalla Giudea in Galilea.

Nel testo sono facilmente riconoscibili tre momenti successivi di maturazione nella fede.

Il primo è quello della fiducia umana in Gesù taumaturgo. Il secondo momento è caratterizzato dalla fede nella parola di Gesù. Il terzo momento è raggiunto quando il pagano, attraverso il segno, riconosce Gesù come datore di vita. Venendo a sapere che il figlio era guarito dal suo male nello stesso momento in cui egli aveva incontrato Gesù, «credette lui e tutta la sua famiglia».

Così è anche il nostro cammino di fede: dopo il superamento dell’idea di un Dio potente, e l’apertura verso una fede fondata sulla parola, ora siamo invitati a riconosce un Dio sorgente di vita, perché la sua parola creatrice genera vita.

Condividi su:   Facebook Twitter Google