25 dicembre, Natale del Signore. Messa dell’aurora

Pubblicato giorno 24 Dicembre 2016 - Commenti alle letture festive 2016

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25 dicembre – Messa dell’aurora

da “Messale festivo 2016” EMP

 

25 DICEMBRE
NATALE DEL SIGNORE
MESSA DELL’AURORA
GLORIFICANDO E LODANDO DIO PER TUTTO QUELLO CHE AVEVANO VISTO E UDITO

La scansione temporale delle messe del Natale, che la liturgia colloca rispettivamente nel cuore della notte, al sorgere del sole e in pieno giorno, è per noi un invito a rinnovare la contemplazione del mistero della nostra salvezza come sotto il crescendo di luce di un prolungato lucernario. Di fatto, se ci pensiamo, nella vita spirituale accade proprio così: l’incontro con il Signore ci coglie di sorpresa come una piccola fiammella di luce che illumina la notte del nostro cuore, della nostra mente, che rischiara e consola le nostre pene; poi l’esperienza fatta ci aiuta a compiere un passo più in profondità e impariamo a meditare e custodire in cuore le esperienze fatte, a coltivare la relazione con lui e, infine, il frutto della contemplazione si manifesta nella luce piena, accesso alla comunione con il Dio uno e trino.
Come vivere allora questa messa dell’aurora? Mettendoci alla scuola dei pastori e di Maria. Anzitutto dei pastori che, dopo la manifestazione sorprendente dei cori angelici, si sono messi in movimento alla ricerca di quel Bimbo che era stato loro annunciato negli umilissimi segni di un bimbo qualsiasi, avvolto in fasce come tutti i bimbi, ma deposto in una mangiatoia. La mangiatoia è il luogo dove le bestie si possono nutrire, ma Dio non ne disdegna il significato: quel Bimbo si offrirà un giorno come cibo a tutti gli uomini. E poi mettendoci alla scuola di Maria che, fra lo stupore di coloro che come lei erano raggiunti dalla narrazione dei pastori, non si limita a reagire alla straordinarietà dell’evento, ma cerca di comprenderlo e custodirlo in sé, lasciandoci intuire la profondità del sacrario del suo cuore, luogo intimissimo dove la relazione con Dio si compie. Dio non è solo risposta ai nostri bisogni, non si limita a saziare la nostra fame, ma vuole stabilire con noi la stessa relazione d’amore che lega il Padre al Figlio nello Spirito Santo!

PRIMA LETTURA Arriva il tuo Salvatore!
In questo brano di Isaia Dio è annunciato come il Goe ’l, che nella legislazione di Israele era il parente più stretto di una persona a cui spettava il compito di farsene ricattatore, qualora questi si trovasse in necessità di aiuto e protezione. Se Dio si dà tanta pena per un oscuro piccolo popolo deportato e schiavo a Babilonia quanto più, lui che è creatore di tutti, non si darà pena per l’intera umanità?

SECONDA LETTURA Apparvero la bontà di Dio e il suo amore per gli uomini
Il Goe ‘l profetizzato da Isaia trova descritte in questo commovente passo della lettera di san Paolo a Tito le sue prerogative: Dio, fattosi in Gesù Cristo riscattatore dell’umanità, ha il volto di una bontà e tenerezza inimmaginata, perché non solo ha salvato l’uomo, ma lo ha anche reso partecipe della vita divina colmandolo di misericordia, che è amore donato per il solo desiderio di amare.

VANGELO Vediamo questo avvenimento che il Signore ci ha fatto conoscere
Impressiona ogni volta che leggiamo questo Vangelo la reazione dei pastori all’annuncio della nascita del Salvatore, la loro disponibilità a lasciarsi guidare da una visione notturna, così come i magi da una stella. Chi se non colui che ha l’animo di un sognatore può decidere di mettersi in movimento dopo un improvviso guizzo di consapevolezza che gli fa afferrare il senso della vita? O chi se non un uomo acceso dalla forza del desiderio può decidere di seguire quelle scintille di luce che scoccano nella notte come stelle cadenti, illuminando la mente e scaldando il cuore? Nel nostro bisogno di chiarezza e sicurezza spesso cerchiamo la luce piena e non sappiamo godere delle piccole luci che sono disseminate nelle notti della nostra vita, non sappiamo credere ai sogni di bene, di fiducia e di amore che bussano alla nostra coscienza con il volto di un bambino. Ciò che cade sotto i nostri occhi in pieno giorno non ha bisogno di fede per essere creduto: si impone semplicemente all’evidenza; non ha bisogno di essere meditato perché, di solito, ciò che cade sotto i nostri occhi sta anche nelle nostre mani come un oggetto ormai conosciuto di cui disponiamo a piacimento… Ma l’evidenza non basta al nostro cuore: in fondo al nostro cuore alberga una grande nostalgia di altro, nostalgia di un sogno di pace e di fraternità, nostalgia di un Dio vicino e umile, di un Dio che con la forza mite della sua tenerezza disarmi i popoli e converta le armi in strumenti atti a coltivare la terra… Nostalgia di colui che sempre nasce per noi!

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