Dal Vangelo secondo Marco 16,15-18
In quel tempo, [Gesù apparve agli Undici] e disse loro: «Andate in tutto il mondo e proclamate il Vangelo a ogni creatura. Chi crederà e sarà battezzato sarà salvato, ma chi non crederà sarà condannato. Questi saranno i segni che accompagneranno quelli che credono: nel mio nome scacceranno demòni, parleranno lingue nuove, prenderanno in mano serpenti e, se berranno qualche veleno, non recherà loro danno; imporranno le mani ai malati e questi guariranno».
Andare e proclamare ovunque e a chiunque, e non solo a chiunque ma ad ogni creatura. Che responsabilità! Quale buona notizia possiamo annunciare e come possiamo annunciare ad ogni creatura?
Scrive san Paolo ai Romani: «L’ardente aspettativa della creazione è protesa verso la rivelazione dei figli di Dio.» Rivelandoci come figli di Dio, manifestando la nostra somiglianza con il creatore di tutto, annunciamo con la vita la buona notizia: Dio non ha abbandonato le creature al triste destino al quale sembra che siamo avviati; ha lasciato a tutti i suoi figli il mandato di rivelare al mondo intero quella scintilla, quella forza vitale che ha consegnato ad ognuno e che noi chiamiamo amore che si incarna nella custodia, nella cura, nel rispetto, in definitiva nel servizio alla dignità dell’altro.