Se dunque tu presenti la tua offerta all’altare e lì ti ricordi che tuo fratello ha qualche cosa contro di te, lascia lì il tuo dono davanti all’altare, va’ prima a riconciliarti con tuo fratello e poi torna a offrire il tuo dono
Quante relazioni intessiamo con persone che vivono dall’altra parte del mondo, senza tener conto del vicino di casa? È più semplice andare d’accordo con chi non si frequenta quotidianamente, ma è vera comunione?
Il Signore non si fa trarre in inganno da queste dinamiche: lui è nel fratello che vediamo ogni giorno. Giovanni ci dice «se uno non ama il prossimo che si vede, non può amare Dio che non vede» (1Gv 4,20).
Se la comunione si interrompe c’è bisogno di riconciliarsi: se lo si fa con il Signore, non ci si può dimenticare del fratello che vive vicino a noi e che è figlio dello stesso Padre. Francesco ci chiede che «non ci sia alcun [fratello] al mondo, che abbia peccato, quanto è possibile peccare, che, dopo aver visto i tuoi occhi, non se ne torni via senza il tuo perdono» (FF 235).