
Dal Vangelo secondo Giovanni
Gv 6,30-35In quel tempo, la folla disse a Gesù: «Quale segno tu compi perché vediamo e ti crediamo? Quale opera fai? I nostri padri hanno mangiato la manna nel deserto, come sta scritto: “Diede loro da mangiare un pane dal cielo”».
Rispose loro Gesù: «In verità, in verità io vi dico: non è Mosè che vi ha dato il pane dal cielo, ma è il Padre mio che vi dà il pane dal cielo, quello vero. Infatti il pane di Dio è colui che discende dal cielo e dà la vita al mondo».
Allora gli dissero: «Signore, dacci sempre questo pane».
Gesù rispose loro: «Io sono il pane della vita; chi viene a me non avrà fame e chi crede in me non avrà sete, mai!».
Cibo per la nostra fame, per la nostra sete: così si offre il Signore Gesù alle nostre povere vite, affamate di senso, di pienezza, di gioia, di vita.
Frutto di tanti piccoli chicchi di grano macinati e impastati, si dona a noi perché la vita scorra nelle nostre membra come passione, desiderio, impegno, pienezza. Ed è fragranza, profumo, freschezza. Un dono venuto dall’alto, divino, e insieme dal basso, terrestre; cielo e terra si toccano, si abbracciano, in un connubio fecondo, dai rigogliosi frutti.
È festa di nozze in cielo e in terra: il pane e il vino, carne e sangue di Cristo, abbondano sulla mensa, segni indelebili della nuova ed eterna alleanza.