Ma Gesù disse loro: «Un profeta non è disprezzato che nella sua patria, tra i suoi parenti e in casa sua».
E non vi poté operare nessun prodigio, ma solo impose le mani a pochi ammalati e li guarì.
E si meravigliava della loro incredulità
Gesù si trova a Nazareth, tra i suoi parenti e i compaesani, e proprio qui si scontra con l’incredulità: per chi lo ha visto crescere non è possibile accettare che Dio si manifesti così, in un uomo come altri.
È la difficoltà che anche noi abbiamo ad accogliere il Signore nella semplicità della nostra vita quotidiana, attraverso una comunità ecclesiale magari piena di difetti, e negli avvenimenti ordinari della giornata. Eppure il Signore ha scelto la via dell’incarnazione, ha scelto di sposare la nostra umanità così come è, e ci chiede di credere che proprio lì egli possa agire.
Ciò che ci rende veramente familiari di Dio non sono le pratiche religiose o il conoscere il catechismo a memoria, ma la fede che ogni giorno siamo chiamati a vivere nella concretezza della nostra quotidianità.