Un uomo diede una grande cena e fece molti inviti. Ma tutti, uno dopo l’altro, cominciarono a scusarsi…
Allora il padrone di casa, adirato, disse: nessuno di quelli che erano stati invitati gusterà la mia cena
Se va avanti così, ho l’impressione che il nostro padrone finirà male… Si è buttato a capofitto nel lavoro, se ancora si può chiamare così, o non piuttosto frenesia. Il profitto è diventato il suo idolo, non gli basta mai quel che già possiede.
Ad esempio, che bisogno c’era di comperare noi dieci, dato che aveva buoi a sufficienza per arare i suoi campi? Ma il suo vicino ne aveva di più e non voleva esser da meno. E appena siamo arrivati, subito a metterci alla prova…
Così per questa fretta esagerata non trova più tempo: né per moglie e figli, privati della sua attenzione di marito e padre, né per Dio, lasciato in un angolo quasi dimenticato.
Non per mancare di modestia, ma forse dovrebbe imparare a lavorare come noi, come il pio bove del Carducci che infonde sentimenti di vigore e di pace.