30 giugno – Un cammino di comunione, 13a domenica del tempo ordinario anno C

Pubblicato giorno 29 Giugno 2019 - ARTICOLI DEL BLOG, Commenti alle letture festive 2019

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Photo by Steven Arenas from Pexels

Messale festivo 2019 EMP

 

13a domenica del tempo ordinario

Un cammino di comunione

Dio percorre la strada della storia con l’uomo – con ogni uomo! – donando a ciascuno una vocazione sua propria (prima lettura). Il primo passo del cammino, dunque, lo compie Dio, scendendo come dono verso la sua creatura. Il secondo passo di questo cammino è il discernimento degli spiriti, che illumina, guida e orienta verso una direzione precisa (seconda lettura): Cristo, via che ci conduce al Padre. Sulle strade del mondo «Gesù è la mano che il Padre tende ai peccatori; è il cammino per mezzo del quale giunge a noi la pace» (anafora eucaristica). Gesù è colui dietro il quale la direzione si fa precisa e la nostra libertà è interpellata a scegliere: la scelta irrevocabile del dono di sé nell’amore. Scopriamo, allora, che sulla strada della nostra vita Gesù cammina con noi per farci scoprire Dio al nostro fianco e donarci la pienezza della vita. Il ritmo del passo è scandito dalla stessa vita e sostenuto dalla spinta dei desideri dello Spirito, ma allo stesso tempo è minacciato dalle passioni ingannatrici e schiavizzanti che conducono verso la morte i loro «ciechi amanti» (cf. santa Chiara). Occorre aderire al ritmo dato dalla grazia, dalle circostanze e dai molti incontri che facciamo durante il viaggio, dove ci è offerta la possibilità di instaurare relazioni pienamente umane proprio attraverso Gesù. Questi nuovi fratelli nella fede sono il volto concreto di Gesù: non perdiamo lo slancio del cammino per le strade della vita e accogliamo benevolmente chi incontriamo, così come possiamo e con quello che abbiamo, perché «andare con passo incerto e zoppicando, è sempre meglio che stare fermi, chiusi nelle proprie domande o nelle proprie sicurezze» (A. Spadaro, Svegliare il mondo), come invece fecero gli abitanti di Samaria rifiutandosi di accogliere Gesù. Seguire Cristo nella fede comporta immettersi in un cammino di comunione con l’altro che dura tutta la vita fino… alla Gerusalemme celeste.

prima lettura   Si alzò e seguì Elia

Eliseo accoglie l’invito di Elia: restare sotto il manto, cioè la volontà amorosa di Dio. Un invito a diventare amici di Dio che si apre a tutti noi attraverso la riscoperta della vita spirituale. Essa è una risorsa che ci trasforma sotto la guida dello Spirito, di cui è simbolo il mantello di Elia.

seconda lettura   Camminate secondo lo Spirito

San Paolo ci esorta a riconoscere i desideri che lo Spirito Santo, vivo protagonista dei sacramenti, suscita in noi. I desideri fanno fiorire in noi ciò che è pienamente umano, quella bontà e bellezza di cui siamo portatori feriti dalle passioni che distruggono la vita.

 

vangelo    Prese la ferma decisione di mettersi in cammino

Stavano per compiersi i giorni in cui il Padre avrebbe glorificato Gesù. Conoscendo in profondità il desiderio del Padre suo, Gesù «prese la ferma decisione di mettersi in cammino» per diventare un tutt’uno col desiderio del Padre. Gesù converte, cioè volge tutto il suo cuore verso la volontà, l’amore del Padre. La posizione del suo cuore è risoluta, ferma, fissa verso la meta: Gerusalemme, il cuore d’Israele – e dell’uomo –, dove si lascerà immolare – innocente – perché rinasca la vita nell’umanità. Gesù prepara questa via percorrendola fino in fondo e inviando avanti a sé dei messaggeri. Questi ultimi, però, vorrebbero usare la forza di fronte alle chiusure, di fronte ai no che trovano. Gesù, invece, fa leva solo sull’umile forza dell’unità dell’amore. Una forza «debole», della quale pochi sanno fidarsi e affidarsi, che chiede un passo esigente, determinato e coraggioso. Solo un’attrazione del cuore nata dall’incontro vivo con Gesù permette di poterlo seguire in questo viaggio, che presto diventerà salita faticosa, perché non è previsto un luogo per «posare il capo», fermarsi a seppellire il proprio padre e congedarsi da quelli di casa propria. Gesù chiede di preferire lui a tutto: a noi stessi, ai nostri cari, alle nostre idee e abbandonare ogni «zavorra». Non sono rinunce che impoveriscono, ma scelte che liberano la persona per una attuazione più piena delle sue potenzialità. La priorità non è tanto impegnarsi di più, fare di più, essere più efficaci e operosi, ma prima di tutto attaccarsi di più e più profondamente a lui. L’incontro con Cristo sulla via della vita è primariamente qualcosa che muove me dal di dentro. E tale scoperta, evento o meglio esperienza, non è qualcosa di statico, ma è qualcosa di dinamico che mi fa passare da ciò che è importante per me a ciò che è importante per Cristo. Allora vedremo come la bellezza di questo cammino sia un fatto comunionale, che lega Cristo e gli uomini fra loro nel servire la vita.

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