Una folla numerosa andava con lui. Egli si voltò e disse loro:
Se uno viene a me e non mi ama più di quanto ami la propria vita, non può essere mio discepolo.
Chi di voi, volendo costruire una torre, non siede prima a calcolare la spesa e a vedere se ha i mezzi per portarla a termine?
Il cantiere è chiuso da tempo e io me ne sto qui, ancora con le impalcature, arrivata si e no a metà della costruzione progettata. Mi chiamano l’incompiuta, e anche se si dice che ogni grande artista ne ha composta una, chi ha iniziato a costruirmi non è certo tale.
C’era anche lui in quella folla che seguiva Gesù, facile agli entusiasmi, ma privo di continuità e di determinazione. Sognava comodi successi e io avrei dovuto essere il simbolo della sua ascesa sociale: lo sono invece del suo fallimento.
Scelte avventate, continui ripensamenti, impegno saltuario, e in poco tempo il fuoco di paglia si è spento: chissà che fine ha fatto, poveretto! Intanto io sono qui in attesa che qualcuno mi finisca, e ascolto Gesù che invita alla costanza: quella sì che dà sempre buoni frutti!