Grazia e fedeltà inesauribili – Testimonianza di sr. Cristina

Pubblicato giorno 17 Luglio 2020 - ARTICOLI DEL BLOG, Testimonianze vocazionali, Vocazioni

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Ciao! Sono sr. Chiara Cristina, ho 49 anni compiuti lo scorso gennaio. E… proprio nel giorno del mio ventitreesimo compleanno, sono entrata in monastero nel 1994!

Come è possibile arrivare qui a 23 anni?

I brevi anni vissuti in famiglia, in parrocchia e negli ambienti di lavoro, dilettandomi a suonare il pianoforte e l’organo, accompagnando così il canto del piccolo parrocchiale, li ho vissuti nella fede semplice, ma con il cuore in ricerca.

Ricerca che, dai 17 anni in poi, si è fatta sempre più viva: cercavo l’Amore vero, autentico, che dura per sempre e fa crescere la persona interiore. Sogno di ragazza o realtà?

Chiedere al Signore la realizzazione di questo desiderio, era allora sentirmi guardata da Lui con amore nella certezza che desiderava il compimento della mia felicità. La mia preghiera era orientata a chiedere il compimento di un amore umano: la gioia di sposarmi e di formare una famiglia mia. L’esperienza del fidanzamento, durato quasi un anno, l’ho dunque accolta come un Suo dono; ma quel desiderio di vita piena che cresceva in me sempre più profondamente, non trovava risposta sufficiente.

Finché il giorno di Pentecoste, la forza dello Spirito mi ha spinta a dire “sì” al Signore, nella coscienza che era Lui che, da sempre, mi chiamava. Accompagnata saggiamente dal mio parroco ho percorso i primi passi di un sì che scoprivo sempre nuovo, pieno di gioia e di entusiasmo! Mentre con la preghiera chiedevo al Signore di farmi comprendere dove, in quale luogo concreto mi stesse chiamando, ho scoperto che proprio la preghiera, proprio la vita di preghiera, era la sua risposta alla mia ricerca.

Andavo scoprendo che vivere è pregare! E così, poco alla volta, la conoscenza lontana e indiretta delle Sorelle Clarisse è diventata viva con gli incontri avuti con loro, concretizzati anche attraverso il percorso vocazionale che ho frequentato insieme ad altre giovani. Le mie attese trovavano via via consistenza nel desiderio di fare della mia vita un dono totale.

La riscoperta di san Francesco (mamma appartiene all’ordine francescano secolare) è stata per me mediata dai frati che conoscevo e che mi testimoniavano una vita fraterna, semplice, povera, un’esistenza colmata dal Signore.

L’amore che finalmente avevo trovato ha segnato indelebilmente ciò che ora vivo nella quotidianità della preghiera, della fraternità, del servizio: espressioni concrete di una chiamata ad essere sorella di tutti, sorella per tutti, per imparare ad amare e servire come il Signore Gesù ci chiede nel Vangelo.

Se i primi anni del mio cammino vocazionale sono stati segnati dall’entusiasmo e dall’apprendimento di una forma di vita, oggi è il tempo in cui sperimentare come la sua grazia e la sua fedeltà non si esauriscono mai. Egli è presente nella gioia e nel dolore, nelle speranze e nelle paure che si impastano anche con la nostra donazione. Ma la sua Parola è terreno solido come roccia e risuona ancora della voce del Signore: “Tu, vieni e seguimi!”.

La sfida che in questa sequela tocca la mia umanità di donna è quella di rispondere “sì” non in modo ideale ma incarnato, accogliendo la gratuità di un amore immenso ridonato in briciole, in piccoli atti di bene sparsi come seme nella terra di ogni giorno: piccoli semi che il Signore, nella fede e nella speranza, accoglie e moltiplica, come un tempo ha fatto con sette pani per sfamare una moltitudine.

Scegliere e riscegliere Lui è abbandonare se stessi, liberarsi del nostro ingombrante “io” per ritrovarsi pienamente nel suo progetto d’amore!

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