
Domenica 20 ottobre
Gesù Cristo è venuto
per servire e dare la sua vita
per la salvezza di molti
Nessun gruppo è al sicuro da dinamiche interne divisive.
Anche la compagine dei discepoli deve fare i conti con il desiderio di primeggiare e dominare che si insinua tra di loro. Eppure questi uomini condividevano ogni cosa con il Signore Gesù; ma il cuore dell’uomo è abitato da sogni di gloria, sempre. Gesù alla richiesta sfrontata di Giacomo e Giovanni risponde con benevolenza e fermezza: non sapete quello che chiedete. Partecipare della sua gloria significa prima di tutto aderire alla sua passione, essere disposti a dare la vita per amore. E ogni giorno servire i fratelli e le sorelle: qui sta la grandezza e il paradiso anticipato.
Questo è l’insegnamento di Cristo, il Figlio dell’uomo e di Dio, servitore dell’umanità. Le divisioni si superano con il servizio reciproco.
Lunedì 21 ottobre
Beati i poveri in spirito,
perché di essi
è il regno dei cieli
Gesù Cristo ha spesso parlato in parabole per svelare il regno di Dio e per offrire la verità partendo da esempi concreti di vita. La parabola dell’uomo ricco, che accumula beni su beni pensando di assicurarsi così una lunga vita, ricorda alla folla che l’esistenza è solo dono di Dio e per questo va custodita e donata.
Il problema non è la ricchezza in sé, ma l’avidità e l’egoismo. Ci si arricchisce non aumentando il proprio patrimonio personale, ma condividendo le proprie risorse, il proprio cuore. La cupidigia si combatte con la carità, l’io con il noi. Gesù non vuole essere scambiato per un giudice di affari economici, non vuole essere ridotto a mediatore di beghe familiari o sociali.
È maestro e giudice della storia: è il salvatore che conduce ogni essere umano al regno del Padre.
Martedì 22 ottobre
Vegliate e pregate in ogni momento,
per essere trovati degni di comparire
davanti al Figlio dell’uomo
Il Signore Gesù invita i suoi discepoli a vigilare non per paura o per essere pronti ad affrontare una minaccia, ma per incontrarlo. Il desiderio di abbracciare l’amato tiene desti e dilata il cuore.
Ogni giorno abbiamo la possibilità di accogliere il Signore: occorre essere attenti ai segni della sua presenza. Poi siamo incamminati verso il grande incontro, quando il Cristo glorioso ritornerà per portarci nel suo regno; allora tutta la nostra esistenza è un’attesa, una vigilanza, una speranza di salvezza. Speranza perché non siamo proiettati verso la fine ma verso la vita con Dio e con tutti i fratelli e le sorelle.
Un cuore desideroso e proteso alla comunione è offerta gradita al Signore che ricompensa con un dono oltre le attese: la sua eterna cura materna.
Mercoledì 23 ottobre
Vi ho chiamati amici, dice il Signore,
perché tutto ciò che ho udito dal Padre
ve l’ho fatto conoscere
Non so. Dio è così imperscrutabile. Impossibile conoscerlo e accogliere la sua volontà.
Dietro queste giustificazioni spesso conduciamo la vita pensando di essere padroni e non servi, abusando della nostra posizione per imporci sugli altri. Viviamo senza Dio; in fondo è così lontano… Gesù insiste sul tema della vigilanza e allarga il discorso affermando che il discepolo deve sapere che tutto gli è stato affidato dalla benevolenza del Padre e tutto va costudito e restituito. Essere vigilanti significa anche essere custodi premurosi dei doni ricevuti, essere consapevoli della propria vocazione: condividere in nome di Dio.
Molto ci è stato affidato; non ci sono scusanti. Gesù ci ha fatto conoscere la volontà del Padre: che tutti i suoi figli abbiano la vita e nessuno vada perduto.
Giovedì 24 ottobre
La parola di Dio è viva, efficace;
penetra fino al punto di divisione
dell’anima e dello spirito
Un’altra parola di Gesù che ci sconcerta e che spazza via alcune idee su Dio.
Fuoco, angoscia, divisioni: ma Cristo non è venuto per rappacificare, riconciliare, donare serenità? Certo, ma non si può prescindere dall’esperienza della croce. Gesù sa che donare la vita significa affrontare la passione, una passione d’amore che non toglie però l’angoscia umana. La pasqua segue il venerdì santo: la vera pace e l’unità scaturiscono dalla risurrezione. Ma per arrivare a questa esperienza di salvezza occorre prendere posizione davanti al mistero di Cristo che si offre come agnello innocente.
Accogliere o rifiutare, anche con una innocua indifferenza, il Signore Gesù porta a contrapposizioni anche con le persone più vicine. Cristo chiede di scegliere e prende sul serio le nostre decisioni.
Venerdì 25 ottobre
Il Padre del Signore nostro Gesù Cristo
illumini gli occhi del nostro cuore,
perché sappiamo comprendere
i segni dei tempi nuovi
Il Signore Gesù chiede ai suoi discepoli di essere svegli (vigilanti), attenti interpreti di ciò che accade nel mondo.
A volte siamo bravi a leggere eventi che ci interessano, spesso siamo distratti e occupati dalla nostre faccende. Tutti siamo condizionati dall’opinione della massa. C’è il rischio di perdere una visione globale che sappia congiungere cielo e terra, che riconduca il vissuto nella relazione con Dio e alla sua opera. Solo così si può essere capaci di discernere ciò che è giusto, di acquisire una sapienza in grado di mediare e accordarsi anche con eventuali avversari.
Da soli non ce la facciamo, abbiamo bisogno di essere illuminati dalla grazia di Dio, il solo giusto. Chiediamo ogni giorno il dono dello Spirito santo per vedere con gli occhi del Signore.
Sabato 26 ottobre
Il Signore non ritarda
nell’adempiere la sua promessa,
ma usa pazienza verso di voi,
volendo che tutti
abbiano modo di pentirsi
I nostri giudizi spesso si fondano sul principio della legge retributiva: sei stato bravo avrai un premio, sei stato cattivo avrai una punizione; se la vita ha un esito negativo c’è una colpa originaria che non può essere perdonata.
Così guardiamo all’esistenza degli altri facendoci giudici spietati e ancora peggio attribuiamo a Dio questo stesso modo di pensare e operare. Gesù Cristo svela il vero cuore di Dio: un Padre paziente che offre sempre un’altra occasione perché i suoi figli portino frutto. Dio ascolta le nostre preghiere, l’intercessione che gli rivolgiamo a favore degli altri, ma chiede operosità responsabile.
Chiede soprattutto una conversione: conoscere e amare il Dio rivelato da Gesù; cambiare i nostri parametri di giudizio perché siano secondo la sua misericordia.