Commenti ai vangeli della II settimana di Natale – Calendario del Patrono d’Italia 2025

Pubblicato giorno 2 Gennaio 2025 - ARTICOLI DEL BLOG, Il Vangelo di oggi

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Domenica 5 gennaio

Dio, nessuno lo ha mai visto:

il Figlio unigenito,

che è Dio ed è nel seno del Padre,

è lui che lo ha rivelato

 

Nel vangelo secondo Giovanni Gesù stesso dirà: «Chi vede me, vede il Padre».

È il cuore della nostra fede: il volto di Dio è indelebilmente impresso nel volto concreto di Gesù. Egli è Parola del Padre e, in tutto ciò che è e che fa, parla alla nostra vita dell’amore di Dio. Per questa concretezza non possiamo perderci in idee astratte su Dio o immaginarlo secondo comuni categorie religiose.

Ogni pagina evangelica àncora le nostre giornate alla persona e alla vita di Gesù. Con i discepoli e le discepole possiamo seguirlo, ascoltarne la parola, possiamo lasciarci toccare dalla sua misericordia e convertire la vita al suo amore. Egli si offre alla nostra libera accoglienza. Se gli apriamo il nostro cuore, egli vi dimora come grazia e come luce che vince le tenebre.

 

Lunedì 6 gennaio

Essi partirono.

Ed ecco, la stella,

che avevano visto spuntare,

li precedeva, finché giunse e si fermò

sopra il luogo dove

si trovava il bambino

 

I magi, ci insegnano a riconoscere i segni che portano all’Emmanuele, al Dio con noi, che si rivela nella piccolezza di un bimbo venuto al mondo. C’è in essi tanto coraggio e tanto cammino; c’è uno sguardo alto e attento; c’è la libertà di chiedere e di cambiare via; fanno tesoro di ogni incontro e di ogni parola, ma sanno prendere le distanze da ciò che non è buono; credono di non poter risolvere tutto con la logica e sanno che nei sogni c’è qualcosa di vero.

Sono tutti ingredienti di un cammino di fede tenace e perseverante, ma allo stesso tempo umile e vigile. Dio non è solo alla fine del cammino, è già presente accanto a noi, ci accompagna con i segni che, come la stella, danno grandissima gioia, ci apre allo stupore adorante di fronte al suo farsi uomo come noi.

 

Martedì 7 gennaio

Gesù percorreva tutta la Galilea

guarendo ogni sorta

di malattia e infermità

 

L’arresto di Giovanni Battista segna per Gesù l’inizio di un nuovo cammino. Lasciata Nazaret va ad abitare a Cafarnao e da lì ha inizio la sua missione di predicare la conversione, annunciando il vangelo del regno e operando guarigioni; la sua fama si diffonde tra le folle che cominciano a seguirlo.

L’inizio del suo ministero si pone nella scelta delle periferie, dei luoghi più emarginati e lontani percorrendo tutta la Galilea senza escludere nessuno spazio. Il Signore ci incontra e si fa incontrare nella nostra vita più semplice e ordinaria là dove non ce l’aspettiamo, in particolare nei luoghi delle nostre infermità, fragilità e oscurità.

Apriamo gli spazi della nostra personale Galilea perché possiamo essere incontrati e salvati dall’amore del Signore Gesù.

 

Mercoledì 8 gennaio

Voi stessi

date loro

da mangiare

 

Due gesti di compassione di Gesù: insegna alle folle, che sono come pecore senza pastore, quindi moltiplica pani e pesci per sfamare tutti coloro che lo avevano ascoltato.

Questa folla rappresenta tutti noi: a volte siamo come pecore che non hanno pastore, che non sanno dove andare a saziare la propria fame di vita, di salvezza, di amore. Le parole e l’invito di Gesù ai suoi discepoli di dare loro da mangiare con il poco che hanno ci invitano a considerare che c’è un dono ancora più grande: condividere quello che si è e quello che si ha.

Questa disponibilità a condividere produce il miracolo, un miracolo abbondante che non solo sazia la fame di tutta la folla, ma è in esubero, oltre misura. Ogni condivisione è segno dell’amore sovrabbondante di Dio che sempre accompagna i nostri passi.

 

 

Giovedì 9 gennaio

«È un fantasma»

«Sono io:

non abbiate paura!»

 

Tante volte sperimentiamo la durezza del cuore che ci imprigiona nei nostri pensieri e sentimenti oscuri, nelle nostre paure e agitazioni. Sperimentiamo la fragilità del nostro cammino, tanti fantasmi che ostacolano i passi e le scelte da compiere.

Siamo come i discepoli che nella barca, di notte, nel buio assoluto, in mezzo al mare si affaticano in un inutile remare perché il vento è contrario. Tutto appare nebuloso e il nostro sguardo risulta offuscato come quello dei discepoli che, vedendo Gesù, pensano che sia un fantasma e cominciano a gridare.

Come loro, anche noi abbiamo bisogno di ascoltare la voce del Signore nelle oscurità del nostro cammino e lasciare che risuoni dentro di noi la sua parola di vita e di salvezza.

 

Venerdì 10 gennaio

Lo Spirito del Signore è sopra di me…

e mi ha mandato a portare ai poveri il lieto annuncio…

a proclamare l’anno di grazia del Signore

 

Con questo episodio nella sinagoga di Nazaret, Luca ci pone dinanzi gli inizi dell’attività pubblica di Gesù. Egli cerca il passo del profeta Isaia, nel quale risuona un annuncio di liberazione per i poveri e per gli oppressi, e in quel brano si riconosce e si fa riconoscere: «Oggi si è compiuta questa scrittura».

Ogni parola ed ogni gesto di Gesù, d’ora in poi, andranno accolti alla luce di questo annuncio, che promette la grazia di Dio a coloro che l’attendono in situazioni bisognose di redenzione. Per quanti malati e peccatori l’incontro con Gesù è tornare a vivere e a camminare!

Ogni incontro con Gesù è quell’oggi in cui la salvezza si rende vicina e possibile là dove si è, con il proprio bagaglio di povertà e di peccato. Basta tendere la mano, fidarsi della promessa di Dio.

 

Sabato 11 gennaio

Gesù tese la mano

e lo toccò dicendo:

«Lo voglio,

sii purificato!»

 

Al lebbroso che dice a Gesù: «Signore, se vuoi, puoi purificarmi», Gesù rivela con forza la sua volontà di guarigione e di salvezza.

È questa l’unica volontà di Dio nei confronti del lebbroso come nei confronti di ciascuno di noi: la salvezza che viene da una purificazione profonda del cuore e dalla disponibilità a lasciarsi toccare nelle ferite dolorose della vita, nelle zone malate della nostra interiorità, nell’egoismo che, come lebbra, ci chiude alle relazioni e alla cura degli altri.

La volontà di salvezza di Gesù attende solo che noi riconosciamo il suo passaggio. Un passaggio di amore misericordioso, che ci previene nel perdono, che abbatte le nostre difese, che ci fa consapevoli di non poterci salvare da soli e ci fa inginocchiare con tutta la fiducia e la speranza.

 

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