
Domenica 19 gennaio
Nessuno ti chiamerà più Abbandonata,
né la tua terra sarà più detta Devastata,
ma sarai chiamata Mia Gioia
e la tua terra Sposata!
Il profeta Isaia paragona la storia della salvezza allo sviluppo della relazione sponsale fra uomo e donna: verranno giorni in cui questa relazione sarà piena, definitiva ed eterna. Dio e l’umanità saranno nuovamente insieme in un’alleanza che niente e nessuno potrà più distruggere.
La profezia di Isaia si è compiuta: la vita di Gesù, la sua morte e risurrezione, sigillano il patto d’amore. E certamente non in modo casuale il primo segno che Gesù compie, secondo l’evangelista Giovanni, avviene proprio durante una festa di nozze, quasi a manifestare quel compimento che Israele attendeva.
Gesù dona vino nuovo, segno di gioia e di pienezza, segno messianico per eccellenza, ma poi, nel dono supremo della sua esistenza, Egli stesso si farà vino, dato per la vita di tutti.
Lunedì 20 gennaio
Possono forse digiunare
gli invitati a nozze,
quando lo sposo è con loro?
Saper riconoscere i tempi della visita di Dio è un esercizio spirituale a cui il discepolo del vangelo non può sottrarsi.
La parola della liturgia odierna invita a riconoscere che è giunto il tempo nuovo: in Gesù l’alleanza, da sempre attesa dal cuore dell’uomo e dal cuore di Dio, trova finalmente il suo compimento. Si è inaugurato un tempo nuovo, che invoca un nuovo modo di giudicare, di agire, chiede una nuova mentalità. Non c’è cosa peggiore, brutta e dannosa, che cercare di rattoppare, pensando di poter accogliere davvero il vangelo senza l’affettiva ed effettiva disponibilità a cambiare.
Questa docilità è una preziosissima attitudine, che può essere coltivata nell’ordinario delle nostre giornate, e che, forse, diventa il terreno più favorevole perché fiorisca la vita nuova in Cristo.
Martedì 21 gennaio
Avvenne che di sabato
Gesù passava fra campi di grano
e i suoi discepoli, mentre camminavano,
si misero a cogliere le spighe
Quando Dio passeggiava nel giardino di Eden l’uomo e la donna avevano tutto a disposizione e ne potevano mangiare liberamente. Quando Davide si trovava in viaggio e bisognoso di cibo si rivolse al tempio e non gli furono negati i pani sacri. Ora, anche i discepoli che sono in cammino con Gesù possono avere a disposizione quanto li circonda e saziarsene.
Dio non è una figura lontana e insensibile ai bisogni dell’uomo: ama affiancarsi alle vite dei suoi e camminare con loro. Con loro è pellegrino e lungo la via ad essi non fa mancare quanto gli occorre.
I farisei, ancorati ai loro ruoli, fanno fatica a capire la dinamicità dell’amore che a volte supera le leggi umane, e non riescono a cogliere un Dio in movimento, che cammina e si prende cura della fame dell’uomo.
Mercoledì 22 gennaio
«È lecito in giorno di sabato
fare del bene o fare del male,
salvare una vita o ucciderla?»
…E tennero consiglio contro di lui
per farlo morire
Il vangelo riporta l’ultima controversia tra Gesù e i suoi oppositori, nella sinagoga, in giorno di sabato. Gesù prende l’iniziativa di guarire un uomo e anticipa la domanda polemica degli avversari. Con forza interroga i presenti ponendo in contrapposizione bene e male, vita e morte.
Di fronte al Figlio dell’uomo e alla realtà del regno, ogni decisione diventa una questione di vita o di morte, ogni giorno è sabato e ogni sabato è aperto alla vicinanza di Dio. La conclusione è all’insegna della tristezza, per la durezza di cuore.
Paradossalmente, coloro che più si oppongono alla vita portata da Gesù, sono coloro che, ieri e oggi, hanno idee così consolidate e indurite su Dio da non riuscire ad entrare nella logica nuova e sconvolgente del regno, fino a volerlo togliere di mezzo.
Giovedì 23 gennaio
Si ritirò presso il mare
e lo seguì molta folla…
Allora egli disse ai suoi discepoli
di tenergli pronta una barca
Dopo le controversie, ecco che l’orizzonte si allarga sull’attività di Gesù, che comprende annuncio e guarigioni. La folla è l’elemento pervasivo che da tutto il territorio vuole raggiungere questo maestro, toccarlo, fino quasi a schiacciarlo. Lo spazio descritto è la veduta panoramica più ampia di tutto il racconto.
Gesù attira le folle da ogni luogo. Da una parte egli non si sottrae alla pressione di chi lo cerca, dall’altra non si lascia schiacciare, prendere e per questo ha bisogno di porre una certa distanza tra sé e le folle.
Così una barca diventa il mezzo opportuno e una sorta di pulpito, ma anche, in seguito, un luogo per istruire i discepoli e per vivere momenti importanti di verifica della fede.
Una barca, la Chiesa, da cui il Signore continua a donarsi e a raggiungerci.
Venerdì 24 gennaio
Salì poi sul monte,
chiamò a sé quelli che voleva…
Ne costituì Dodici,
perché stessero con lui
e per mandarli a predicare
Dopo il mare, ecco il monte ad ospitare uno dei momenti significativi della vita di Gesù.
Egli chiama a sé quelli che vuole, ne costituisce dodici perché stiano con lui e per inviarli a tutti: le due cose sono inseparabili. Il gruppo dei dodici è eterogeneo e la scelta da parte di Gesù non dipende dalle loro caratteristiche, ma dalla libertà di colui che chiama e di cosa vuole farne. Le caratteristiche piuttosto sono la preghiera, l’annuncio della parola, la liberazione dal male.
Non manca un aspetto doloroso, il tradimento, evocato fin dall’inizio; i dodici non sono infatti per nulla esenti da fragilità e ciascuno di noi può rispecchiarsi in loro. Senza dimenticare però che l’importante è lasciare che anche il nostro nome, la nostra storia divenga luogo di rivelazione del Figlio.
Sabato 25 gennaio
E poiché non ci vedevo più,
a causa del fulgore di quella luce,
guidato per mano dai miei compagni,
giunsi a Damasco
La conversione di Paolo non è riconducibile ad un solo evento, ma è un susseguirsi quotidiano di gesti di fiducia nel Signore e negli uomini.
In ogni conversione si tratta di non far prevalere i propri progetti, ma di accogliere l’imprevisto, un nuovo modo di leggere la realtà e di incontrare l’altro. In queste dinamiche, per lui come per noi, è possibile scoprire risorse da investire, con risultati persino miracolosi e inaspettati.
Ogni giorno può diventare straordinario: possiamo compiere le nostre conversioni e festeggiare quelle altrui, possiamo riconoscere la fedeltà del Signore in tutti i tratti della vita, persino quelli che ci sembrano i più oscuri, e cantare e annunciare a tutti la gioia di un Dio che si prende cura di noi.