Commenti ai vangeli della VIII settimana del tempo ordinario, del mercoledì delle ceneri e seguenti

Pubblicato giorno 28 Febbraio 2025 - ARTICOLI DEL BLOG, Il Vangelo di oggi

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2 MARZO DOMENICA

Il frutto dimostra

come è coltivato l’albero;

così la parola rivela

i pensieri del cuore

 

Lo dice anche Gesù: dai frutti li riconoscerete. Attenzione: questo vale anche per noi. Chi ci sta vicino capisce l’idea che abbiamo della vita, il cammino che abbiamo fatto, il livello di maturità interiore.

Spesso siamo pronti a giudicare gli altri, mentre verso di noi siamo così indulgenti che non crediamo che le nostre parole vane siano occasioni perdute per comunicare speranza, per aiutare ad aprirsi alla parola del Signore che ci invita in ogni cosa a trovare il suo sguardo benevolo. Siamo come alberi che offriamo i nostri frutti, anche se non ce ne accorgiamo.

Dio ci coltiva con amore e dimostrarlo è tutto il nostro compito di evangelizzazione. Ma se i nostri frutti sono acerbi, irraggiungibili o, peggio, lasciati marcire sui rami, nessuno potrà beneficiarne e diventeremo piante inutili.

 

3 MARZO LUNEDI’

Da un morto, che non è più,

non ci può essere lode.

Chi è vivo e sano

loda il Signore

 

È tutto interesse di Dio che noi restiamo vivi e in buona salute; altrimenti chi canterà le sue lodi? Possiamo star certi che lui farà di tutto per mantenerci al meglio. Siamo noi piuttosto che non ci prendiamo cura di noi stessi e che spesso agiamo come se fosse morto ogni entusiasmo e ogni slancio verso la felicità e il bene.

Dio allora non può far altro che dispiacersi ed aspettare che la vita torni a sgorgare dentro di noi dandoci la forza di vivere come suoi degni figli. In realtà i morti, quelli veri, sono molto arzilli e sulla loro bocca in ogni momento fiorisce la lode di Dio, perché vedono senza veli la sua gloria.

Sarà così anche per noi: non perdiamoci d’animo in questo tempo e continuiamo ad accogliere l’esistenza come un dono che, per bontà divina, non avrà mai fine.

 

4 MARZO MARTEDI’

Non presentarti a mani vuote

davanti al Signore

 

A mani vuote non arriveremo di sicuro; il problema è non portarsi dietro troppe sciocchezze o cattiverie. Ma forse tutto il male che possiamo portare, Dio farà finta di non vederlo, privilegiando quel poco di bene che troverà tra le nostre mani.

Troppo raramente pensiamo di preparare doni per il nostro incontro più importante. Eppure Gesù ci ha detto con chiarezza che ogni atto d’amore, un bicchiere d’acqua, una parola buona, è già arrivato a lui per l’eternità. Ce ne preoccupiamo poco, tutti protesi a conquistare l’approvazione altrui e il nostro tornaconto.

Ma siamo sempre in tempo ad invertire la rotta; cominciamo subito, prima di perderci di nuovo nel nostro egocentrismo, calpestando il prossimo che spesso ci è dato per aiutarci a diventare migliori.

 

5 Marzo Mercoledì

«Ritornate a me con tutto il cuore,

con digiuni, con pianti e lamenti».

Laceratevi il cuore e non le vesti,

ritornate al Signore vostro Dio,

perché egli è misericordioso e benigno

 

Un invito, un richiamo che arriva da lontano, dal profondo, per ritornare alla verità di noi stessi, per metterci davanti a Dio così come siamo in questo momento della nostra vita.

Proprio oggi Dio mi dice Dove sei?… ed io che farò? Laceratevi il cuore, non le vesti dice il profeta Gioele: un cuore spoglio da sovrastrutture e autocompiacimenti, un cuore nudo e ferito. Ma da quella lacerazione passerà la luce della tenerezza, il calore dell’abbraccio di Dio. Niente finzioni, nessuna ipocrisia.

Sono qui Signore, davanti a te così come sono, con la mia povertà e la mia grandezza, con le meschinità e ciò che di buono mi hai concesso di compiere. Questa è la vera gioia: essere vera davanti a te-verità e sentire che mi ami. Eccomi Signore, il tuo servo ti ascolta, cosa vuoi che io faccia?

 

6 Marzo Giovedì

Prendo oggi a testimoni il cielo e la terra:

io ti ho posto davanti la vita e la morte,

la benedizione e la maledizione.

Scegli dunque la vita…

 

È tempo di convertirsi, di cambiare prospettiva. Ci viene donato un tempo buono e un invito: guardare la vita, il momento in cui siamo, le croci che portiamo o fuggiamo, in modo diverso.

Siamo di fronte a due vie: quella della vita e quella della morte, la scelta dell’amore e quella dell’egoismo, dell’indifferenza, dell’odio. La croce fa parte della vita, non è questa il vero male; l’importante è scegliere come viverla, e questo sta a noi. Cambiando prospettiva ci rendiamo conto che l’amore è la risposta: uscire da sé per andare verso l’altro, offrendo un aiuto o, a volte, accettandolo.

Ecco la via della vita: amare sempre, anche quando è difficile, subito e con gioia, ad ogni costo. Signore, se sono triste, mandami qualcuno da consolare, se sono scoraggiato, mandami qualcuno da incoraggiare.

 

7 Marzo Venerdì

Non è piuttosto questo il digiuno che voglio:
sciogliere le catene inique,
rimandare liberi gli oppressi e spezzare ogni giogo?

Dividere il pane con l’affamato,
introdurre in casa i miseri,
nel vestire uno che vedi nudo…

 

Caro Dio, ti ringrazio per aver mandato tuo figlio Gesù in mezzo a noi, uomo come noi. Ti ringrazio perché gli hai dato il gusto di mangiare con gli amici e coi nemici, di sedersi a tavola e apprezzare i frutti della terra, tuoi doni.

Grazie Signore, perché ha voluto rimanere tra noi per mezzo di una cena, pane e vino che ci insegnano la condivisione, lo spezzarsi, il venire pigiato per la gioia e sazietà di tutti. Grazie Gesù, che con la tua vita ci hai portato lo sguardo di misericordia del Padre, ci hai ricordato la gioia di essere fratelli, nonostante tutto, al di sopra di ogni differenza.

Cosa assai triste è il digiuno: nessun fratello dovrebbe essere affamato né di pane né d’amore. Che il nostro digiuno sia oggi dall’indifferenza alla sorte dell’altro, sia digiuno d’egoismo portatore di tristezza.

 

8 Marzo Sabato

Egli, lasciando tutto,

si alzò

e lo seguì

Signore Gesù, sei venuto a mostrare una via e l’hai fatto facendoti via; ancora oggi, ogni giorno, tu passi e mi dici: seguimi, vieni, cammina in me: sarai riparatore di brecce, restauratore di case in rovina perché di nuovo qualcuno le abiti e la gioia le riempia.

Seguimi, ritornerai a profumare come un giardino fiorito; ti farò sorgente d’acqua viva per tutti quelli che hanno sete di felicità, di libertà; seguimi e diverrai luce fra le tenebre per chi ha perso la meta e per chi ha smarrito la via. Lascia ogni cosa e vieni perché in me tutto ritroverai ma con un nuovo sapore, un nuovo respiro. Convertiti, cambia rotta e prospettiva, ritrova la tua via, ritrova me, tua deliziosa felicità.

Che io mi alzi ogni giorno, dolce Signore, che io ti segua sempre e di nuovo.

 

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