
30 Marzo Domenica
Allora ritornò in sé…
Si alzò
e tornò da suo padre
Figlio amatissimo, mio piccolino, che sei andato e ora vaghi lontano. Hai creduto che la vita fosse altrove e ti sei ritrovato così solo, così vuoto. Hai vagato fino ad accorgerti di aver perduto il senso.
La vita si è svuotata ed ora ti scopri profondamente triste. E pensi: «Voglio tornare a casa, sento forte la nostalgia di te, padre, che sei aria e scintilla che mi fa vivere davvero. Mi accoglierai ancora?». Ritorna figlio mio, so lo desideri quanto lo desidero io. Anche se un giorno mi hai voltato le spalle, io non ti ho mai abbandonato. Torna in te, mi troverai a braccia aperte per ridarti vita.
E tu, figlio maggiore, che spii le danze e i canti, che coltivi livore ed amarezza, vieni! Ho braccia grandi per poter sciogliere tutta la tua rabbia.
Guardatevi, figli miei, che eravate morti e siete ritornati in vita; guardatevi, mia immagine, mia somiglianza.
31 Marzo Lunedì
Io creo nuovi cieli e nuova terra…
creo Gerusalemme per la gioia,
e il suo popolo per il gaudio.
Io esulterò di Gerusalemme,
godrò del mio popolo…
Tu sei il Dio della gioia, della vita, della pienezza. Bontà e bellezza sgorgano dalle tue mani e hai fatto ogni cosa con sapienza.
Ci hai mandato tuo figlio Gesù, che si commuove e non resiste davanti alla sofferenza e nemmeno di fronte alla gioia; uomo che vive la vita nella relazione di cura ed attenzione, di vicinanza e gratuità, di verità.
Mi chiedo: quale testimonianza offro io di un Dio così? Che vangelo sto annunciando con la mia vita? Un vangelo di compassione e tenerezza, o di mortificazione e rigore? Un vangelo di gioia dell’incontro, della speranza, o quello delle pratiche quasi superstiziose, del volto serio e macerato?
La parola ha bisogno di testimoni credibili, di mani che costruiscano ponti per la gioia dell’incontro, di lievito che confuso alla farina produca pane profumato per la felicità di ciascuno.
1 Aprile Martedì
Gesù gli disse:
«Vuoi guarire?»
Sabato sì o no? Non è questa la questione importante. Piuttosto: io voglio veramente guarire? Cambiare la situazione nella quale mi trovo, abbandonare certezze… Voglio davvero stare bene? Cambiare, diventare una persona diversa?
Gesù rispetta sempre la nostra libertà e ci può salvare solo se lo vogliamo, se abbiamo disponibilità alla crescita e al cambiamento. Non è tanto la malattia del corpo che deve essere guarita quanto l’atteggiamento interiore; è come se Gesù tendendomi la mano mi dicesse Ti fidi di me? Sei disposto a cambiare visuale? A lasciarti fare? Se tu decidi per la fiducia, come un cieco nell’oscurità, allora forse comincerai a vedere intorno a te un sorriso e a ricambiarlo, un dolore che ti grida accanto e a consolarlo.
Così pian piano ti ritroverai guarito, qualunque malattia ti abiti.
2 Aprile Mercoledì
Si dimentica forse una donna del suo bambino,
così da non commuoversi
per il figlio delle sue viscere?
Anche se costoro si dimenticassero,
io invece non ti dimenticherò mai.
Come un bimbo svezzato in braccio a sua madre è la mia anima, o Dio, perché mi fido di te e a te mi affido.
Ogni volta che ti chiamo Padre nostro dal cuore sgorga un sorriso e le mie braccia sono un abbraccio a te che vieni, che mi guardi e hai cura di me. Sono preziosa ai tuoi occhi e tu lo sei per me, padre che hai delicatezze e attenzioni di madre. Attraverso il tuo figlio amato ti sei fatto carne, l’umanità ti ha potuto toccare, accarezzare, ha potuto ascoltare la tua voce. Ma la stessa umanità ti ha tradito e ucciso. Eppure tu ci hai regalato la speranza, divenuta certezza, che la morte non ha l’ultima parola sulla vita.
Padre insegnami a tenere viva la speranza anche quando intorno tutto è buio; insegnami ad essere la tua luce nel buio della disperazione.
3 Aprile Giovedì
Voi scrutate le scritture,
pensando di avere in esse la vita eterna:
sono proprio esse
che danno testimonianza di me
Che cosa cerco quando mi accosto alle scritture? Un nutrimento intellettuale? Una consolazione del cuore? Una risposta ai problemi della quotidianità?
«Parola di Dio», proclama il lettore a messa; ma io mi rendo conto che questa parola è Cristo stesso, Verbo incarnato? Se veramente ne fossi consapevole quale ascolto attento dovrei prestare! Quale affetto! Le pagine della bibbia sono il mezzo attraverso cui noi ci accostiamo a Cristo e Cristo parla a noi, muove la nostra vita. Se non è così è tempo perso.
Signore, donami oggi di accostarmi alla tua parola, Cristo Gesù, e farla mia con affetto, rispetto, attenzione, cuore aperto per essere testimone di salvezza nel mondo.
4 Aprile Venerdì
È diventato per noi una condanna dei nostri pensieri;
ci è insopportabile solo al vederlo,
perché la sua vita non è come quella degli altri,
e del tutto diverse sono le sue strade.
Guardo il tuo volto, amore crocifisso, la cui bellezza è così grande da risultarci insopportabile.
Quanta libertà nei tuoi gesti e nelle tue parole: il volto del Padre che ci mostri, che sempre perdona ed abbraccia, è troppo per noi piccoli e poveri uomini segnati dal peccato, impauriti dal mare aperto. Temiamo le tempeste della vita; preferiamo la sicurezza di una legge chiara, gesti definiti, che non permettano errori e ci facciano sentire a posto. Ma le tue vie sono diverse, imprevedibili, a volte impervie.
Hai affrontato la nostra paura più grande: la sofferenza, la solitudine; le sei andato incontro guardandola negli occhi e la morte ha perduto con te il suo pungiglione.
Quando sarà il momento, mio Signore, che le nostre labbra sorridano parole di perdono, i nostri cuori scordino la paura e imparino finalmente l’amore.
5 Aprile Sabato
E tra la gente
nacque un dissenso
riguardo a lui
Chi sei tu veramente? Tu che ancora mi parli dopo duemila anni e penetri il cuore come con una spada? Chi sei tu, Gesù, che mi provochi con i tuoi gesti, con parole durissime, gesti tenerissimi?
Mai un uomo ha parlato così, diceva la gente. Stando davanti a te non è possibile rimanere indifferenti; duemila anni fa, come oggi, la tua figura e le tue parole provocano e dividono, suscitano dibattiti, discussioni. Ma questa forse è la via verso la fede: il non cessare mai di interrogarsi.
Quel che è certo è che davanti a te è necessario porsi in ascolto, senza pregiudizio o presunzione. Occorre un cuore bambino, ricettivo e sgombro, che non tema le domande più scomode. Oggi voglio liberare il cuore come fosse nuovo, sgombrare la mente e mettermi davanti a te, guardarti, ascoltare le tue parole e chiedermelo ancora. Chi sei Gesù per me?