Commenti ai vangeli della terza settimana di Pasqua – calendario del Patrono d’Italia 2025

Pubblicato giorno 3 Maggio 2025 - ARTICOLI DEL BLOG, Il Vangelo di oggi

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Domenica 4 maggio

Ma quella notte

non presero

nulla

 

Siamo ritornati al lavoro di sempre perché tutto ciò che abbiamo vissuto con lui sembra essere un sogno, un bel sogno svanito nel nulla. Ritorniamo a pescare, un po’ tristi e rassegnati. Anche la pesca sembra essere solo un fallimento, le reti sono vuote.

Proprio in questa notte, tu ci vieni a cercare: ci trovi dove si infrangono le nostre speranze, le nostre attese, i nostri ideali. Quando non rimane più nulla, arrivi tu; e con te, profumo di brace, di pesce e di pane. Amore segnato dal sangue che rinnova l’amicizia, l’alleanza. Il pane spezzato segna la comunione, apre la via della nostra vita donata, consegnata, come la tua.

Il tuo amore ci dona forza e speranza, ci riveste, ci rende nuovi, per andare dove tu ci condurrai.

 

Lunedì 5 Maggio

Trovatolo di là dal mare,

gli dissero: «Rabbì,

quando sei venuto qua?»

 

Ti ho cercato, Signore, negli abissi del cuore umano, e tu eri lì. Da sempre. Ti cercavo ovunque, ma ahimè! Sfuggivi al mio sguardo a volte indiscreto e non ti lasciavi neppure afferrare né dai miei bisogni, né dai miei appetiti di possesso. Lì mi aspettavi, come sospeso tra speranza e timore.

Non ti avevo mai cercato dentro di me, e quando ti ho intravisto tra le pieghe più profonde del mio io, quasi non credevo all’evidenza: «Rabbì, quando sei venuto qua?». Non hai risposto al mio interrogativo, ma il tuo sorriso mi ha fatto intuire che lì, tu, dimoravi da sempre. Sì, da sempre!

Prima ancora che i monti coronassero le valli e i fiumi irrigassero le campagne, tu eri là. E la gioia ha invaso il mio cuore, tracimando di felicità.

 

Martedì 6 Maggio

Io sono il pane della vita;

chi viene a me

non avrà più fame

e chi crede in me

non avrà più sete

 

Grido la mia fame e la mia sete di vita. Non posso tacere il mio desiderio di pienezza.

Dove attingere acqua che disseta le arsure del cuore? Dove trovare pane che sazia per la vita? Ho cercato vagando qua e là, come senza fissa dimora, povero e affamato, disposto perfino a svendere la mia libertà. Le mie mani sono vuote, i miei piedi sporchi e sanguinanti e il cuore è a pezzi. Sono stanco e sfinito. Ma ancora cerco tra vanità, gloria, audience.

Le ombre della sera avvolgono le strade e il ricordo della casa diventa dolorosa nostalgia: lì, quella tavola è imbandita, il pane è profumato di tenerezza, di amicizia, di gratuità e il vino del sacrificio trabocca dalla coppa.

 

Mercoledì 7 Maggio

Questa è la volontà

di colui che mi ha mandato:

che io non perda nulla

di quanto egli mi ha dato

 

L’oscurità della morte non può essere l’ultima parola. Il male che attenta ogni vita è stato vinto dalla Pasqua di Cristo!

Ce lo ricordano le sue mani forate dai chiodi e segnate dal sangue, che custodiscono e proteggono. Sono mani affidabili nelle quali è inciso indelebile il nostro nome. Lì, troviamo una dimora sicura nella quale sostare tranquilli come bimbi svezzati in braccio alle loro madri, anche in mezzo ai più violenti marosi.

Fra quelle calde mani, è bello e consolante addormentarsi la sera per risvegliarsi al mattino con la fiducia nel cuore.

 

Giovedì 8 Maggio

Io sono il pane vivo,

disceso dal cielo.

Se uno mangia di questo pane

vivrà in eterno

 

Pegno di risurrezione è la tua carne, Signore. Garanzia di vita piena è il tuo pane. Tu conosci ogni cuore affamato e non dimentichi ogni carne segnata dal non senso.

Guarda, Signore, ai nostri banchetti: sono opulenti, ma spesso poveri di amore. E allora vieni, Signore: fatti commensale a queste nostre mense e portaci il profumo, la freschezza e persino la fragranza del cielo, di cui il nostro pane quotidiano non è che un pallido segno.

Vieni, spalanca le finestre e le porte delle nostre case e invitaci a quella mensa preparata per noi dall’eternità nella quale tu ci offri te stesso, insostituibile viatico per il cammino della vita.

 

Venerdì 9 Maggio

Chi mangia la mia carne

e beve il mio sangue

dimora in me

e io in lui

 

Ero ancora in cerca di casa: il desiderio era urgente, bruciante. Impossibile resistervi, fingendo che prima o poi sarebbe passato. No: non passava. E la morsa del freddo pungeva.

Cercavo, cercavo con tenacia, come aggrappato ad una promessa, bussando e ribussando ai miseri venditori delle piazze, trafficanti di esigue speranze.

E poi d’improvviso uno squarcio di luce: quella casa l’avevo dentro, nel cuore, da sempre. Lì avevo abitato sin da bambino; anche se i ricordi erano sbiaditi, il volto sincero e colmo di tenerezza di colui che lì mi aveva creato e accolto come commensale alla sua mensa, continuava a vivere dentro di me.

 

Sabato 10 Maggio

Signore,

Tu hai parole

di vita eterna

 

È questa la certezza che orienta i passi e dirige il cammino verso mete sicure; questo è il terreno stabile sul quale camminare e la solida roccia sulla quale costruire la casa di oggi, di domani, di sempre. Altrove, solo sabbia inconsistente, incapace di stabilità, esposta ad ogni soffio di vento, ad ogni cambio di stagione.

«Cerco un centro di gravità permanente», cantava tempo fa Franco Battiato, forse per esprimere il suo desiderio di trovare un punto fermo attorno a cui unificare la propria esistenza e porre fine ad ogni dispersione, ogni smarrimento.

Gesù dona stabilità e unità alla nostra vita: è il porto sicuro al quale attraccare la nostra àncora esistenziale e disporci ad accogliere un futuro colmo di speranza e un presente gravido di eternità.

 

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