
22 Giugno Domenica
Voi stessi
date loro
da mangiare
La pagina del vangelo della Solennità del Corpo e Sangue di Cristo non ci presenta un dio che fa miracoli e che, quasi avesse una bacchetta magica, risolve i problemi delle persone; piuttosto ci suggerisce l’immagine di un Dio che è attento e premuroso verso le necessità degli uomini.
Un Padre che manda i suoi figli, li rende responsabili e capaci di prendersi cura dei fratelli; un Signore che si fida e manda me, manda ognuno di noi: noi stessi diamo loro da mangiare!
Il senso di questa festa può dunque diventare accogliere l’invito di Gesù che ci dice: Fate questo in memoria di me, cioè fate comunione, costruite la Chiesa come una comunità di fratelli e sorelle.
Apriamoci oggi a quelle situazioni di prossimità che la vita ci offre, perché anche oggi la parola di Dio possa farsi carne.
23 Giugno Lunedì
Togli prima
la trave dal tuo occhio
poi ci vedrai bene
Gesù afferma nel suo insegnamento che esiste una trave nel nostro occhio.
Possiamo intendere che in noi c’è un occhio sano, che sa aiutare il fratello, e un occhio malato che non ci permette di vedere bene, che soffoca e contamina anche quel bene che vorremmo fare.
Ma cosa può essere questa trave? «Non giudicare, per non essere giudicati». Forse è questa la nostra trave: il giudizio implacabile verso gli altri, e forse anche verso noi stessi. Quel giudizio che inquina il nostro sguardo, che vede nella pagliuzza del fratello un difetto da condannare.
Chiediamo a Dio di aiutarci a togliere questa trave, a cambiare lo sguardo, per guardare nostro fratello con lo sguardo con cui Dio stesso lo vede, per misurare con la stessa sua misura d’amore.
24 Giugno Martedì
Davvero
la mano del Signore
stava con lui
«No, si chiamerà Giovanni». Elisabetta è una madre che risponde senza esitazione, e in questo imperativo si sente tutta la forza e la fermezza di accogliere il progetto di Dio.
Zaccaria scrive «Giovanni è il suo nome». Emerge l’unione di due genitori, Elisabetta, anziana e Zaccaria muto; nonostante questa condizione non vogliono sottostare alle decisioni degli altri. Giovanni significa: Dio fa grazia. Dio ha donato loro un figlio; è un dono che hanno ricevuto e che custodiscono. E in questo dono è contenuta una promessa: egli farà cose grandi.
Possiamo pensare che ogni nostro figlio è un dono, per il quale il Signore ha già pensato una missione; come Zaccaria ed Elisabetta, rimaniamo a fianco ai nostri figli con la preghiera, convinti che anche Dio sarà sempre al nostro fianco.
25 Giugno Mercoledì
Dai loro frutti
li riconoscerete
Gesù ci parla dei falsi profeti che si avvicinano come pecore innocue, dolci, ma che in realtà possono essere come un lupo rapace.
E se questi profeti fossero dentro di noi? Se dentro di noi ci fosse un profeta vero e uno falso? A chi stiamo prestando ascolto? Forse c’è una voce menzognera che ci guida verso una strada non buona, come quando fomentiamo vendetta mascherandola da senso di giustizia o quando definiamo amore una relazione che in realtà è solo di possesso.
È fondamentale smascherare questi falsi profeti. «Dai loro frutti li riconoscerete» ci ammonisce Gesù. Ascoltiamo e facciamo attenzione: i frutti che stanno maturando nella nostra vita devono essere secondo il vangelo; è l’unico parametro valido per smascherare un falso profeta.
26 Giugno Giovedì
Non chiunque mi dice: Signore, Signore,
entrerà nel regno dei cieli,
ma colui che fa la volontà del Padre mio
che è nei cieli
Il vangelo di questa giornata presenta un forte ammonimento di Gesù: un’esortazione che vuole aiutarci a verificare come viviamo la nostra vita. È come se ci dicesse che non basta ripetere semplicemente il nome del Signore, perché possiamo rischiare che la nostra relazione con lui diventi vuota, fatta solo di formalità.
Quei molti di cui parla Gesù, ci dicono che il rischio è alto e riguarda ognuno di noi. «Signore, Signore, non abbiamo forse…»: queste domande hanno il sapore del dare/avere, della compravendita. Noi abbiamo fatto questo, questo e quest’altro, ed ora ci spetta la nostra ricompensa.
Dov’è finita la relazione con Dio? «Chi ascolta e mette in pratica», cioè chi si coinvolge fino in fondo con il Signore, troverà fondamenta solide per la propria vita.
27 Giugno Venerdì
Rallegratevi con me,
perché ho trovato la mia pecora
che era perduta
Il brano del vangelo fa pensare al sacramento della riconciliazione: mi avvicino al confessionale con il pensiero di essermi perso, come quella pecora. Il senso di colpa e di peccato si mescolano in una confusione.
Penso di essere arrivato lì da solo, ma in realtà c’è un Padre che continuamente mi cerca per donarmi di essere riconciliato con lui; non si dà pace finché non riesce a ritrovarmi, e quando mi vede, esulta di gioia. Ed è subito festa grande. Gioisce e lo comunica ad amici e vicini come se fosse nato un nuovo figlio.
È proprio così: un peccatore che ritorna al Padre è come la nascita di un nuovo figlio. Riflettiamo su questa gioia e portiamo nel cuore le parole di questo vangelo quando ci accosteremo al sacramento della riconciliazione.
28 Giugno Sabato
Figlio,
perché ci hai fatto
questo?
Gesù, senza avvisare e senza dare spiegazioni, si allontana da Maria e Giuseppe. Loro, preoccupati, lo cercano, con una certa angoscia, perché non comprendono quello che sta accadendo.
Quante volte, di fronte all’angoscia che ci assale, diciamo al Signore: «Perché ci hai fatto questo?». Il Signore dice anche a noi: guardate che c’è un altro sguardo, c’è un disegno molto più grande. Quel «Perché ci hai fatto questo?» fa ricordare la frase: «Maestro, non t’importa che siamo perduti?», che i discepoli rivolgono a Gesù sulla barca in balia della tempesta.
Gesù chiede di cambiare lo sguardo: lui è presente, lui è a fianco a noi. Come Maria, meditiamo sulla promessa del Signore. Per lei è l’annuncio dell’angelo Gabriele, per noi è nella croce dove Gesù si è donato.