
6 luglio Domenica
Il regno dei cieli
è vicino
Questo brano del vangelo fa pensare alle tante opportunità che quotidianamente vivo, in cui mi è possibile scorgere la presenza del regno di Dio.
Ogni volta che ricevo un sorriso e ringrazio, il regno dei cieli è vicino. Quando rimango affascinato da un tramonto, il regno dei cieli è vicino. Ogni volta che trovo la forza per perdonare, il regno dei cieli è vicino. Quando piango sulle mie rigidità scoprendo la possibilità di essere liberato e di liberare, il regno dei cieli è vicino. Ogni volta che allungo una mano per rialzare qualcuno, il regno dei cieli è vicino. Quando cado nelle mie debolezze, anche lì il regno di Dio è vicino per donarmi un prato verde di speranza.
Così possiamo sentirci partecipi della sorte dei discepoli e vivere nella loro stessa gioia.
7 luglio Lunedì
Ma dopo che la folla
fu cacciata via,
egli entrò,
le prese la mano
e la fanciulla si alzò
Nemmeno il ragazzo o la ragazza più sfacciati sceglierebbero una pista da ballo in discoteca, con la musica a tutto volume, per dichiarare i propri sentimenti verso la persona amata.
Il rapporto con il signore è un rapporto d’amore, fatto di ascolto e di dialogo con la sua parola. Questa relazione non può maturare se la nostra interiorità è abitata da pensieri superficiali e deboli che fanno solo rumore, che non permettono di raggiungere le vere profondità del nostro essere.
Signore aiutami a fare uscire la folla che agita il mio cuore per lasciare spazio a te. Donami di sentire la mano che tu mi tendi per farmi cambiare posizione, per rimettermi in piedi e proseguire un cammino pasquale, di risurrezione, che possa dare pieno significato alla mia esistenza.
8 luglio Martedì
Gesù percorreva tutte le città e i villaggi,
insegnando nelle sinagoghe,
annunciando il vangelo del regno
e guarendo ogni malattia e ogni infermità
L’immagine che ci viene offerta dal vangelo è molto bella: Gesù che, con passo deciso, cammina e calpesta le strade polverose dell’esistenza umana.
Un Gesù che non ha paura di vivere fino in fondo il mistero dell’incarnazione, mischiandosi con la nostra umanità ed entrando in dialogo con le nostre realtà, raggiungendoci ovunque, sia nelle città affollate che nei villaggi dispersi. Che bella l’azione di Gesù, semplice, pulita, retta da pochi verbi: percorrere, insegnare, annunciare e guarire. Verbi che dicono la compassione che il Signore ha per ognuno di noi.
Signore vieni, percorri le strade impolverate della mia esistenza, insegnami la via da seguire, annunciami la tua parola e guariscimi dalle mie infermità, perché io possa avere le forze necessarie per lavorare nella tua messe.
9 luglio Mercoledì
I nomi
dei dodici apostoli
sono…
La particolarità del brano evangelico della liturgia di oggi sta nel fatto che vengono riportati i nomi dei dodici discepoli.
È meraviglioso contemplare la dinamica vocazionale che utilizza Gesù: non chiama in maniera generica e impersonale; non utilizza numeri di matricola, mail, numeri di telefono. Il Signore chiama per nome quelli che gli sono cari, che desidera che stiano con lui. Li chiama tenendo in considerazione e valorizzando il significato profondo dell’identità di ciascuno; fino a consegnare a qualcuno un nome nuovo, come nel caso di Simone che diventerà Pietro.
Signore aiutami a rispondere alla tua chiamata e ad avere il coraggio di mettere il mio nome nelle tue mani, affinché possa dare pienezza al cammino di novità cominciato nel giorno del mio battesimo.
10 luglio Giovedì
Strada facendo predicate,
dicendo che il regno dei cieli è vicino.
Guarite gli infermi, risuscitate i morti,
purificate i lebbrosi, scacciate i demoni
Essere cristiani significa rispondere alla novità del battesimo che ci inserisce in un cammino di sequela del Signore; un cammino nel quale Gesù ci chiama a diventare sempre di più come lui.
Le azioni contenute nel mandato missionario che Gesù consegna ai suoi discepoli sono le sue stesse azioni: dice ai discepoli di percorrere le strade, predicando e annunciando il regno dei cieli; guarendo e prendendosi cura delle fragilità e dei bisogni degli uomini. Gesù non è geloso della sua condizione di Figlio di Dio, anzi, desidera che tutti riconoscano tale verità già inscritta nei loro cuori.
Noi siamo figlie e figli amati: il Signore desidera che ci mettiamo in cammino per tornare alla casa del Padre. Signore aiutami a riconoscere il tuo amore, principio e fine di ogni esistenza.
11 luglio Venerdì
Chiunque avrà lasciato case,
o sorelle, o padre, o madre, o figli,
o campi per il mio nome,
riceverà cento volte tanto
e avrà in eredità la vita eterna
Leggere questo brano del vangelo nel giorno della festa di san Benedetto, promotore della vita monastica nei primi secoli del cristianesimo, potrebbe farci pensare che la promessa fatta da Gesù riguardi solo chi ha fatto una scelta particolare di vita, come può essere quella del monaco, del frate, della suora, del sacerdote.
Certo, si tratta di vocazioni che manifestano un atteggiamento diverso nei confronti delle relazioni e dei beni materiali, ma non è questo il centro. Il cuore del vangelo sta nell’invito, rivolto a tutti, che ogni scelta di vita venga abbracciata per mettersi alla sequela del Signore Gesù, senza altri fini.
Aiutami o Signore a vivere nel tuo nome, per uscire dalla logica del possesso delle cose e delle relazioni ed abbracciare la logica del dono.
12 luglio Sabato
Abbiate paura piuttosto
di colui che ha il potere
di far perire nella Geènna
e l’anima e il corpo.
La parola del Signore che oggi ci viene rivolta non ci vuole invitare a disprezzare il corpo; piuttosto ci invita a non fare diventare il nostro copro un assoluto, un idolo da proteggere e conservare a tutti i costi.
Lo aveva capito bene san Francesco, quando nel Cantico di frate Sole loda il Signore per sorella morte corporale, che nessun essere vivente può evitare. La morte fisica è un passaggio che tocca a chiunque e siamo invitati a viverlo e accoglierlo con la fede nella risurrezione e nella vita eterna in Dio, come ci ha rivelato Gesù nella sua Pasqua.
Aiutami o Signore ad accogliere questo passaggio, a non averne paura, per non cadere nella trappola del nemico che mi vuole privare della gioia piena della risurrezione, che tu già mi fai sperimentare in questa vita.