Commenti ai vangeli della XV settimana del tempo ordinario – Calendario del Patrono d’Italia 2025

Pubblicato giorno 13 Luglio 2025 - ARTICOLI DEL BLOG, Il Vangelo di oggi

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13 luglio Domenica

E chi è

il mio prossimo?

 

Dio desidera che possiamo crescere nella carità e nella cura verso gli altri in modo libero, gratuito e generoso; per questo, alla domanda del dottore della legge, Gesù non risponde dando una definizione precisa di che cosa si intenda per il mio prossimo.

Avere una risposta precisa sarebbe un’aspettativa un po’ infantile e ingenua, mentre il Signore Gesù ci tratta da persone adulte, si appella alla nostra libertà, alla nostra maturità: vuole aiutarci ad assumere la vita in modo maturo e responsabile. L’essenziale non è capire chi sia il mio prossimo, ma scegliere io di essere prossimo, di farmi vicino a chi è nel bisogno. In fondo è quello che ha fatto lui, donando la sua vita per ciascuno di noi.

Aiutami, Signore, a farmi prossimo verso coloro che incontro sulle strade della vita.

 

14 luglio Lunedì

Chi accoglie me

accoglie colui

che mi ha mandato

 

Nel vangelo odierno Gesù usa parole molto dure per indicare la sua azione sulla terra: non porta la pace, ma la spada della separazione, fin dentro i legami famigliari.

Sarebbe tuttavia sbagliato considerare questa separazione come una sorta di punizione o di condanna di Gesù nei confronti degli uditori della sua parola: anche la separazione va compresa in riferimento a lui; significa separarsi da legami soffocanti che non fanno crescere e che impediscono di accoglierlo. Il centro va posto nel desiderio di Dio di entrare in relazione con noi, che si concretizza nella persona di Gesù.

Da parte nostra non di stratta, allora, di compiere uno sforzo per raggiungere le sue altezze, ma di fare spazio per accoglierlo nella nostra vita. Accogliere Cristo è accogliere il Padre.

 

15 luglio Martedì

Perché non si erano convertite

 

Avendo appena identificato Giovanni il Battista come il messaggero che lo precede, Gesù rimprovera alle città di non essersi convertite di fronte ai prodigi compiuti davanti ai loro occhi.

Anche noi siamo provocati oggi, da questa parola, in merito alla nostra conversione: una conversione che deve essere continua, perché continuamente Dio fa sentire la sua voce nella nostra vita. Conversione è innanzitutto mettere in discussione le nostre immagini di Dio, il nostro modo di pensare a lui; conversione è accogliere in noi una continua ricerca del volto del Signore, che ci spinge a cercarlo costantemente dentro di noi e dentro le situazioni concrete della nostra vita.

La conversione è un continuo ricollocarsi davanti a Dio, rinnovando lo sguardo e la comprensione che abbiamo di lui.

 

16 luglio Mercoledì

Hai nascosto queste cose

ai sapienti e ai dotti

e le hai rivelate ai piccoli

 

Gesù si rivolge al Padre ringraziando; lo ringrazia perché sono i piccoli ad essere in grado di accogliere il suo messaggio, che è la strada per arrivare al Padre.

Quando penso ai piccoli, la prima cosa che mi viene in mente è la semplicità dei bambini, che sono in grado quasi spontaneamente di accogliere e fidarsi. Questa caratteristica dei bambini non si perde del tutto, perché crescendo rimane sempre nell’uomo una parte bambina, in grado di accogliere le parole di Gesù. Spesso la vita può assopire questa parte di noi, che rimane in disparte in un angolino.

Abbiamo bisogno di risvegliarla e di ricordarci che in noi c’è la capacità e la possibilità di accogliere le parole di Gesù. Abbiamo in noi orecchi da bambino con cui ascoltare la vita.

 

17 luglio Giovedì

Il mio giogo infatti è dolce

e il mio peso leggero

 

Le parole del Signore che oggi ascoltiamo seguono gli ammonimenti di Gesù verso i sapienti e i dotti, per la loro mancata conversione. È un invito consolante rivolto da Gesù alla folla stremata e affaticata.

In questo breve ma profondo brano, il Figlio di Dio si presenta come il rifugio e la fonte di sollievo per coloro che portano pesanti fardelli. La scena si svolge in un contesto di fatica e stanchezza, nel quale le persone si sentono sopraffatte dalle richieste della vita quotidiana. È un invito ad abbandonare le proprie preoccupazioni e a trovare riposo in lui.

Gesù propone il suo giogo, un giogo di amore, di grazia e di insegnamento, in contrasto con i pesanti gioghi dell’autoreferenzialità; imparare da lui significa accogliere il suo insegnamento, seguire il suo esempio di umiltà e fiducia nel Padre.

 

18 luglio Venerdì

Misericordia io voglio

e non sacrifici

 

Le parole del vangelo ci presentano Gesù che, insieme ai suoi discepoli, viene accusato dai farisei di violare il sabato, poiché si sfamano con delle spighe di grano durante il cammino. La risposta di Gesù rivela una comprensione non superficiale della legge e un chiaro messaggio sulla priorità dell’amore e della misericordia, rispetto alle pratiche legalistiche.

L’espressione «misericordia io voglio e non sacrifici» sottolinea la necessità di avere un cuore capace di vivere la compassione e l’amore verso gli altri. Gesù mette in guardia contro il formalismo religioso privo di autentica compassione: la vera adorazione, secondo Gesù, consiste nell’esprimere l’amore di Dio attraverso gesti di misericordia e comprensione verso il prossimo, venendo incontro alle sue necessità.

 

19 luglio Sabato

Allora i farisei uscirono

e tennero consiglio contro di lui

per farlo morire

 

Siamo in un momento critico nella vita di Gesù, in cui i farisei tramano contro di lui per ucciderlo.

Gesù, consapevole della situazione, si ritira in disparte. La scena è caratterizzata da una tensione crescente tra Gesù e coloro che osteggiavano la sua presenza e il suo insegnamento.

Nel vangelo viene citato il profeta Isaia, sottolineando la continuità tra l’antico testamento e la presenza di Gesù, nuovo Adamo: in lui si compiono le promesse di salvezza attese da Israele.

Questa citazione sottolinea che la profezia e la volontà di Dio si stanno compiendo in Cristo. Il servo, anziché imporre la sua volontà con la forza, si presenta come portatore di giustizia e speranza. La sua missione non è limitata a un gruppo particolare, ma è aperta a tutte le nazioni.

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