Commenti ai vangeli della XVI settimana del tempo ordinario – Calendario del Patrono d’Italia

Pubblicato giorno 18 Luglio 2025 - ARTICOLI DEL BLOG, Il Vangelo di oggi

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20 luglio Domenica

Signore, non t’importa nulla

che mia sorella mi abbia lasciata sola

a servire?

 

Il brano evangelico di oggi segue il racconto del cosiddetto buon samaritano e sposta la scena all’interno della casa di Marta e di Maria, amiche di Gesù.

Sembra emergere la contrapposizione tra ascolto e servizio: l’ascolto di Maria è elogiato rispetto al fare indaffarato di Marta. Mi sembra importante sottolineare l’accusa che Marta rivolge a Gesù: «Signore, non t’importa nulla che mia sorella mi abbia lasciata sola a servire?» perché riassume uno stato d’animo comune, ossia il non sentirsi considerati. Marta vede che il suo fare non è considerato, si sente messa da parte e trascurata.

La sua grandezza sta nel parlare e manifestare come si sente. Gesù accoglie le parole di Marta e la invita a stare con lui per trovare quello che cerca nel continuo agitarsi.

 

21 luglio Lunedì

Il Figlio dell’uomo

resterà tre giorni e tre notti

nel cuore della terra

 

Gli scribi e i farisei chiedono un segno, forse un evento straordinario, qualcosa che li renda certi di trovarsi veramente di fronte al Figlio di Dio.

Gesù ha già fatto tanto nel suo ministero pubblico: ha predicato, ha guarito, ha confortato ed amato; ha mostrato il volto del Padre che dona agli uomini tutto il necessario per la vita; ma tutto questo sembra non bastare. Lascerà allora un ulteriore segno che sarà di inciampo per molti: la sua morte e dopo tre giorni la risurrezione. Il fondo dell’abisso di morte e la gioia della vita nuova.

Cosa chiedo io a Gesù? Trovo tempo per stare con lui? So ringraziare per tutto quello che mi dona ogni giorno? Sono consapevole che è presente e mi accompagna nelle mie giornate come presenza di amore e di luce?

 

22 luglio Martedì

Quando era

ancora buio

 

Buio. Cammino lungo il sentiero della vita e non vedo dove metto i piedi. Vado a tentoni sperando di prendere la strada giusta, di non sbagliarmi. Ho degli amici, ma ora non ci sono e non trovo nessuno a cui aggrapparmi o con cui fare due parole. C’è nero fuori e dentro di me.

Maddalena cammina con il sole della mattina e il buio lo porta dentro di sé e prova ad attraversarlo. Chissà quale immagine, idea, aspettativa si era fatta di Gesù, mentre lui è morto da poco, pochissimo tempo. Tutto è svanito, la roccia salda su cui stava costruendo il suo futuro è crollata e non è rimasto più nulla.

Poi la novità e l’incontro: il maestro è vivo! Non è vero che tutto è perduto, anzi, si torna a camminare perché la morte è stata sconfitta e la vita ha vinto. Questa è la risurrezione.

 

23 luglio Mercoledì

Chi rimane in me, e io in lui,

porta molto frutto,

perché senza di me

non potete far nulla

 

La vite, come ogni albero, ha bisogno di cura; deve essere potata, vanno sistemati i vari tralci, il terreno va concimato e mantenuto fertile, l’acqua è fondamentale. Si arrampica sui sostegni e, dopo il lungo inverno, iniziano a crescere i primi rami mentre spuntano gemme e foglioline.

Un piccolissimo fiore fa capolino e regala il suo tenue profumo al vento. I grappoli iniziano a crescere e, se sono troppi, qualcuno va tolto per garantire più nutrimento agli altri. A tempo opportuno si vendemmia e si raccolgono dei bei grappoli d’uva succosi.

Così siamo noi: curati da Dio, illuminati dallo Spirito. Attaccati a Gesù, e lui a noi, riceviamo la linfa vitale. Quando tutto questo accade, i frutti della nostra vita sono tanti, per noi e per tutti. È il tempo della festa.

 

24 luglio Giovedì

 

Perché il cuore di questo popolo

è diventato insensibile,

sono diventati duri di orecchi

e hanno chiuso gli occhi

 

Nella vita me ne sono capitate davvero tante, di tutti i colori: tutto quello che ho pianificato non sono riuscito a raggiungerlo e il poco che ho fatto vale poco o niente.

Ho l’impressione che, se le cose sono andate male, è molto spesso per colpa degli altri; alcune strade che ho preso sono state un vicolo cieco ed ora questo passato mi pesa sulle spalle e non so come uscirne. In più, chi mi è accanto mi fa arrabbiare perché non fa quello che dovrebbe, quello che mi aspetterei. So io cos’è la cosa giusta da fare.

In fondo la storia di ognuno di noi è un mistero, molto più grande e profondo di quello che si possa immaginare. Io come accolgo la mia vita? Posso cambiare sguardo e aprire uno spiraglio alla novità? Gesù può portare luce e guarigione dentro di me?

 

25 luglio Venerdì

Tra voi non sarà così;

ma chi vuole diventare grande tra voi,

sarà vostro servitore

 

Il calice che Gesù sta per bere è quello dell’ultima cena, il calice con il sangue versato per salvare il mondo.

Forse i figli di Zebedeo non sanno bene cosa stanno chiedendo e a cosa stanno rispondendo, ma sono sinceri: in quel momento vogliono seguire Gesù anche se da lì a poco lo lasceranno solo mentre sale sulla croce. Questo è il cammino del maestro: ha capovolto le logiche del tempo, di questo tempo, e si è abbassato per lavare i piedi, servire i fratelli, stare accanto all’umanità ferita offrendo il suo amore e la sua salvezza. Non potere, ricchezza e giudizio, ma umiltà, povertà e misericordia.

I discepoli capiranno solo dopo, ora stanno ancora discutendo per il posto d’onore… Ci vorrà tempo, un po’ alla volta, e la vita li sorprenderà e li accompagnerà su strade nuove.

 

26 luglio Sabato

Beati invece i vostri occhi

perché vedono

e i vostri orecchi

perché ascoltano

 

Che cosa ho visto nella mia vita?

Ho visto un bambino nascere in un luogo poco favorevole alla vita, piccolo e indifeso. Ho udito il rumore provenire dalla bottega di un artigiano in un giorno di lavoro. Ho osservato un uomo che aiutava un malato: lo ha preso sotto braccio, lo ha sostenuto e lo ha accompagnato lungo la strada.

Mi ha stupito la gente che si radunava insieme per ascoltare le parole di un maestro; da lontano, con gli occhi pieni di lacrime e il cuore gonfio di commozione, scrutavo un uomo morire. Ho sentito i passi di un uomo che si è rialzato, mentre tutti lo credevano morto.

Gesù posso vederlo e ascoltarlo anche oggi, dentro le pieghe del nostro vivere: è così lontano nel tempo ma così vicino nella vita, che lo percepisco in comunione con me.

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