Domenica 26 ottobre
Gesù disse questa parabola
per alcuni che avevano la presunzione
di essere giusti
e disprezzavano gli altri
Due porte ci aiutano ad entrare nel significato profondo di questa parabola. La prima ci invita a fermarci sugli interlocutori di Gesù: coloro che presumono di essere giusti e in forza di questa presunzione non danno il giusto valore agli altri. Questa porta ci chiede una grande onestà con noi stessi: non è che talvolta questa intima presunzione è anche nostra? Impedendoci così una sana e bella relazione con le persone che fanno parte della nostra vita?
La seconda porta la troviamo nell’acclamazione al vangelo, che parla della parola della riconciliazione. Questa porta ci chiede di riconoscere qual è la posizione della riconciliazione: non quella del fariseo, pieno di sé, ma quella del pubblicano, che si riconosce peccatore, bisognoso di essere salvato. A noi scegliere!
Lunedì 27 ottobre
Era curva
e non riusciva in alcun modo
a stare diritta
Il vangelo mette in scena vari personaggi e ci provoca a riconoscere qualcosa di noi in ciascuno di loro.
C’è questa donna, malata da anni, che non riesce a stare diritta. C’è un capo della sinagoga che paradossalmente si sdegna per la guarigione operata da Gesù, per il solo motivo che non è stata compiuta nel giorno giusto! C’è una folla che è divisa fra lo sdegno del capo della sinagoga e la meraviglia per il miracolo di Gesù. E infine c’è lui, il Signore, che nonostante le ombre del cuore umano, malattia, sdegno, ipocrisia, manifesta una chiara e ferma volontà di bene e di libertà nei nostri confronti, portandoci a riconoscere i pesi da cui siamo piegati, i nostri scandali spesso ipocriti, i nostri compromessi a volte codardi.
Affidiamo tutto al Signore, che ci vuole liberi di vivere!
Martedì 28 ottobre
Gesù se ne andò sul monte a pregare
La prima immagine che il vangelo ci offre in questa festa dei due apostoli Simone e Giuda, è quella di Gesù in preghiera.
Non rifletteremo mai abbastanza su questa preghiera e su quanto comporta per la nostra vita! La chiamata e la missione di ognuno di noi nella Chiesa, nella vita, sono frutto della preghiera di Gesù e a quella preghiera continuamente devono attingere, se vogliono essere feconde. Fare memoria di essere custoditi istante per istante in questa preghiera può aiutare a non soccombere alla mentalità del mondo che, senza che ce ne accorgiamo, ci affascina e ci spinge a essere e ad agire secondo il criterio del fare e dei risultati.
Ci conceda il Signore, nel pellegrinare dei nostri giorni, di stare con lui sul monte.
Mercoledì 29 ottobre
Sforzatevi di entrare
per la porta stretta
Un tale (e ognuno di noi può metterci il proprio nome!) pone a Gesù una domanda riguardante un aspetto fondamentale della nostra fede: la salvezza. Gesù non risponde direttamente all’interrogativo se quanti si salvano sono pochi o tanti. Piuttosto risponde mettendo in luce chi si salva, aprendo la strada perché i pochi diventino tanti, tutti!
Si salva chi si impegna ad entrare per la porta stretta. Con queste parole Gesù indica, più che un comportamento, un modo di rapportarsi con lui, la relazione e la familiarità con lui. Questo, infatti, salva: conoscere lui, entrare in relazione intima con lui.
Ma quante cose ci distraggono da una relazione di questo tipo, con questo coinvolgimento. Eppure questa è la via per sedere a mensa nel regno di Dio.
Giovedì 30 ottobre
Benedetto
colui che viene
nel nome del Signore
Il vangelo odierno è intessuto di una delle tante ombre della vita: la volontà dei potenti di uccidere. Questo non ci sorprende, purtroppo: quante volte constatiamo nella storia e nell’oggi che l’esercizio del potere si volge ai propri interessi.
A quest’ombra nel vangelo si contrappone un’altra volontà, quella di Gesù che, al movimento divisivo di un cattivo esercizio del potere, oppone il suo desiderio di riunire. E ci viene offerta un’immagine tenerissima: quella di una chioccia con i suoi pulcini. Quello di Gesù sembra un desiderio debole, destinato al fallimento; eppure nella sua vicenda pasquale sarà proprio questo desiderio a vincere, persino nei confronti della morte.
Un desiderio che ancora continua tenacemente ad abitare i nostri giorni!
Venerdì 31 ottobre
Si recò a casa
di uno dei capi dei farisei
per pranzare
Spesso il vangelo mette in scena la convivialità di Gesù: non ci stupiremo mai abbastanza di questo Dio che si fa nostro commensale.
Gesù si è fatto uno di noi ed ecco che non disdegna, anzi sembra preferire, di incontrarci in uno dei luoghi per eccellenza della familiarità e dell’intimità: la tavola, appunto. Ma alla mensa messa in scena in questa pagina evangelica l’incontro fallisce. L’incontro mancato è sancito dal silenzio con il quale i farisei rispondono alla domanda di Gesù sulla bontà della guarigione appena compiuta.
Al grande privilegio di essere commensali del Signore corrisponde una responsabilità altrettanto grande: essere come lui tutto e p
er tutto, condividendo con lui la stessa passione di bene per ogni sua creatura.
Sabato 1 novembre
Rallegratevi ed esultate
perché grande è la vostra ricompensa
nei cieli
È bello celebrare la solennità di tutti i santi, nella consapevolezza di poter prendere parte anche noi alla loro gioia nel banchetto celeste.
Il Signore Gesù ce lo ha promesso e i santi ce lo ricordano: perseveriamo nello Spirito delle beatitudini! Non è una via facile, ma resta comunque la più vera e la più sicura. Alla fine della nostra vita terrena vedremo che la promessa di Gesù ci avrà dato la forza di rimanergli fedeli. Saremo trasfigurati nella pienezza dei figli di Dio.
Ognuno di noi nella sua sequela di Cristo può scegliere come compagno di viaggio un santo o una santa che parli alla propria vita; li potrà così ringraziare per averlo aiutato a perseverare nella via della santità.






























