Circolare di Natale 2025 – Riflessione e auguri

Pubblicato giorno 11 Novembre 2025 - ARTICOLI DEL BLOG, Eventi, Lettere circolari

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(Foto: bimba palestinese in braccio al papà)

 

La fede che preferisco – dice Dio – è la speranza.

[…] Quel che mi stupisce – dice Dio – è la speranza.

E non me ne capacito.

La speranza è una bimbetta da niente,

venuta al mondo il giorno di Natale dell’anno scorso.

È questa bambina alta un soldo di cacio.

E da sola, portando le altre,

ha attraversato mondi compiuti.

Come la stella

ha guidato i tre re fin dal fondo dell’Oriente.

Verso la culla di mio figlio.

Così una fiamma tremante.

da “Il portico del mistero della seconda virtù”, di Charles Peguy

 

 

Avvento e santo Natale 2025

Care sorelle e cari fratelli, buon Natale!

 

Ecco che, passo dopo passo, i giorni di questo anno santo dell’Incarnazione, Giubileo della Speranza, sono trascorsi, densi di vita e di avvenimenti, portandoci nuovamente alle soglie del Natale, alle soglie del mistero enorme del Natale impregnato dell’annuncio dell’insperato evento del Dio che si fa uomo. Nella carne di un Bambino inerme, disarmato, è presente Dio!

Non si esaurisce mai la contemplazione di questo evento che ha cambiato la storia e la nostra vita credente: per redimerci, per redimere ogni uomo per donargli quella pace e quella gioia che nessuna esperienza umana può donargli, per dargli accesso alla sua intima vita che è amore reciproco – comunione eterna del Padre, del Figlio e dello Spirito -, Dio Padre manda il suo Figlio nella nostra carne! Questo mistero d’amore, indescrivibile, inenarrabile, incomparabile, è oggetto di tutta la nostra speranza.

Abbiamo scelto un brano di un’opera di Peguy per introdurre la nostra lettera natalizia, perché ci pare che evochi in modo straordinario ciò che il Natale suscita in cuore: una piccola fiamma, una fiamma tremante che ci guida passo dopo passo, che ci fa attraversare la vita, gli eventi, anche quelli più dolorosi, senza spegnersi. Non è un faro abbagliante, è una piccola fiamma che ci permette di camminare anche nella notte. Non ci fa correre, non viaggia alla velocità della luce, ma al nostro passo. Al passo dell’uomo, di ogni uomo e di ogni donna che vengono al mondo.

In qualche modo la speranza suscitata dall’Incarnazione di Gesù pare somigliarci: … non siamo forse anche noi, come il Figlio di Dio che vagisce in una mangiatoia, dei bimbetti da nulla? Eppure siamo oggetto del suo amore che riempie l’universo!

La forza della Sua immensa carità lo ha portato dalla mangiatoia a farsi pane per la nostra fame di vita e a nutrirci ogni giorno di Sé nell’Eucarestia. L’Amore ha scelto la via della piccolezza, dell’offrire se stesso, del condividere tutto se stesso, con la semplicità di un bambino.

Sappiamo tutti, e le pagine dei giornali ce lo restituiscono ogni giorno, quanto poco valore abbia la vita umana agli occhi dei potenti: nessuna età della creatura umana è esente dallo sperimentare la violenza cieca dei suoi simili. Ma agli occhi di Dio, questa creatura da nulla che siamo noi, che sono i nostri fratelli che soffrono sotto le bombe nelle guerre che devastano la terra, i malati in ospedale, i senzatetto e i senza lavoro, gli uomini e le donne che cercano amore ma sempre più spesso trovano manipolazione e dolore, i figli di famiglie sempre più fragili… agli occhi di Dio questa creatura da nulla vale Suo Figlio. Se non possiamo fermare la corsa cieca della cultura di morte nella quale siamo immersi, possiamo però custodire quella fiamma tremante. Perché quella fiamma della speranza che ci è stata data ha già attraversato la morte e l’ha vinta. Natale, infatti, trova compimento a Pasqua. In quel Bambino di Betlemme vediamo e adoriamo già il Signore Crocifisso e Risorto! È lui che ha acceso in noi la fiamma della speranza e la fa ardere come vita nuova. Dal giorno in cui siamo stati bagnati con l’acqua del battesimo noi siamo entrati dentro l’abisso del suo cuore amante e abbiamo potuto deporre lì, nella fornace stessa dell’amore, il nostro io chiuso in se stesso, auto centrato ed egoista, pieno solo di sé.

L’Amore non ci ha lasciati indenni: siamo morti a noi stessi per vivere di Lui, della sua vita nuova.

Ecco, in questo anno santo dell’Incarnazione vogliamo augurarvi di lasciarvi guidare da questa piccola fiamma della speranza, perché essa vi accompagni fin dentro il cuore di Dio che risplende nella carne santa del Bambino di Betlemme, vi sostenga nel coltivare il dono della vita nuova, la vita battesimale che ci è stata donata!

Condividendo alcune note di cronaca di questo 2025 vogliamo parteciparvi la grazia che abbiamo avuto proprio nel curare il dono della vita nuova attraverso le varie occasioni formative di cui abbiamo usufruito, perché nel farne memoria possiamo insieme ringraziare il Signore.

Anzitutto sono risuonati come appello a lasciarci provocare e toccare, per seguire in libertà il soffio dello Spirito, la pasqua di papa Francesco, che fino all’ultimo ci ha insegnato come si vive e come si muore dando tutto per coloro che si ama, e l’elezione di papa Leone, mite e sapiente servitore della Parola di Dio che spinge i cuori alla pace. Anche la nostra famiglia francescano-clariana è stata segnata da eventi suscitati dallo Spirito: l’elezione del nuovo ministro provinciale fr. Antonio Scabio ofm, succeduto a fr. Enzo Maggioni ofm che ci è stato accanto con grande cura e amicizia in questi ultimi anni. Nel corso dell’Assemblea federale abbiamo rinnovato l’incarico di presidente federale a madre Chiara Cristiana Mondonico osc, che sta guidando la federazione in un percorso di comunione e di rinnovamento illuminato dalle direttive del magistero. Possiamo solo benedire il Signore perché il Corpo di Cristo che è la Chiesa vive davvero di vita nuova e continuamente ci provoca a camminare liberi, là dove lo Spirito sospinge!

Inoltre la Parola di Dio quotidiana spezzataci nella celebrazione eucaristica da don Antonio Brugnara e confratelli di Pergine, con noi fino alle soglie di ottobre, quando è subentrato nel servizio di cappellania don Lucio Tomaselli. A ciascuno di loro e a mons. Lauro, che anche per mezzo loro ha espresso ed esprime con grande sollecitudine la sua cura per noi e per la nostra vita contemplativa facendoci sentire parte viva della nostra chiesa diocesana, va la nostra gratitudine più profonda. Grazie anche a fr Aldo Pancheri ofm, che ci amministra il sacramento della riconciliazione, perché ci dà la possibilità di rinnovare la vita nuova nell’abbraccio misericordioso del Padre. Un grazie speciale a Sara Staffuzza e p. Milan Žust del Centro Aletti che anche quest’anno ci hanno accompagnato nel percorso degli Esercizi spirituali, attingendo alla figura di san Paolo e del suo cammino di conversione a Cristo. Anche la sosta benedetta del ritiro mensile, animato a turno da diversi religiosi della nostra diocesi, è un appuntamento che rinnova il cuore: grazie a ciascuno per la cura e la passione nell’annuncio della Parola.

La vita nuova è davvero un percorso, un cammino nel quale si sperimenta la provvidenza del Signore che ci accompagna attraverso volti concreti per i quali vogliamo dire ancora il nostro grazie: in particolare fr Matteo Giuliani ofm e fr Alessandro Carollo ofmcap che sono un prezioso aiuto nell’animazione dei momenti di discernimento comunitario.

Non sono mancati altri momenti formativi importanti come quelli offerti con cura sapiente dalla nostra Federazione, tanto online che in presenza. Proprio questa dimensione comunitaria e comunionale ci fa toccare con mano che la vita nuova è la grazia che fa nascere il corpo di Cristo che è la Chiesa, la comunità: nessuno si fa da sé, nasciamo e cresciamo solo come dono di relazioni che ci danno vita.

Proprio in questo senso, una speciale occasione di curare la vita nuova ci è stata offerta da Madre Elisabetta Mattaini e sr Myriam Polito del Monastero dei Santi Francesco e Chiara di Cademario (TI – CH) che ci hanno offerto un corso sulla liturgia, cuore della nostra vita orante.

L’intera settimana santa, alla cui fonte ci è donato di rigenerarci in Cristo, è stata arricchita dalla presenza amica di p. Gaetano Piccolo SJ, accompagnato da don Giulio Marcone.

Nell’esperienza della vita nuova che rigenera speranza, stiamo accompagnando anche la nostra sr Francesca che dalla fine di agosto è trasferita presso il monastero delle clarisse di Scigliano (CS).

Ci sono poi le giovani partecipati ai ritiri per ragazze che offriamo ogni anno, ci sono fratelli e sorelle che chiedono di essere accompagnati nella riscoperta della fede o nell’approfondimento della vita cristiana. Ci sono amiche e amici, i cui volti ci sono immensamente cari, che con una fedeltà incredibile ci sono accanto nelle più svariate necessità: anche per loro, vogliamo dire grazie a Dio con tutto il cuore.

Tutto questo e altro ancora, ci fa confessare ogni giorno che la grazia di Dio opera sempre, che rinnova costantemente la vita.

Al Signore, ricco di grazia e di misericordia e a Maria, madre della Speranza vi affidiamo, amici vicini e lontani, assicurandovi la preghiera e l’affetto grato,

 

madre Maddalena e sorelle

 

 

 

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