Vedere il volto, meditazioni a margine dell’anno della Misericordia

Pubblicato giorno 12 Marzo 2017 - S. Chiara d'Assisi

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“Dio misericordioso, ti rendiamo grazie per la nostra vocazione”.

Chiara è un’opera “molto buona” della misericordia del Padre, come pure ciascuno e ciascuna di noi. Chiara nel suo Testamento scrive: “Tra gli altri doni, che ricevemmo e ogni giorno riceviamo dal nostro Donatore, il Padre delle misericordie, per i quali dobbiamo maggiormente rendere grazie … c’è quello della nostra vocazione … possiamo dunque considerare la copiosa benevolenza di Dio verso di noi: per la sua sovrabbondante misericordia e carità…” (F.F. 2823.2828) e fr. Tommaso da Celano ha scritto di Chiara, a papa Alessandro IV, inviandole la “Vita di S. Chiara” da lui redatta: “Dio misericordioso suscitò la venerabile vergine Chiara e in lei accese una luce splendente…” (F.F. 3151).

Chiara, luce splendente, nella notte ha intrapreso la via che le permetterà di concretare la sua vocazione, dono di misericordia del Padre, varcando la soglia della Porziuncola. “Questo luogo è quello in cui la nuova milizia dei poveri, sotto la guida di Francesco, aveva mosso i primi passi, cosicché si può vedere che la Madre della misericordia ha partorito l’una e l’altra famiglia religiosa nella sua casa.” (F.F. 3171 b). Questo luogo diventerà conosciuto nel mondo intero come quello del “Perdono di Assisi”, del quale proprio in quest’Anno Santo celebriamo l’VIII Centenario. In questo luogo Chiara incontra Francesco e i Frati che la stanno aspettando con lumi accesi, mentre vegliano in preghiera. Probabilmente stanno recitando il Mattutino del Lunedì Santo, nel quale si leggeva il passo del Vangelo dell’unzione di Gesù a Betania, compiuto da Maria, sorella di Marta e di Lazzaro.

Chiara, entrata in Porziuncola e accolta da Francesco, per lei immagine di Cristo, davanti all’altare, simbolo dello stesso Cristo, compie dei gesti che la legheranno per sempre a Lui, Gesù Sposo. Inizia qui a offrire la sua vita, spezzando il “vaso di alabastro del suo corpo” (F.F. 3285) per lasciare uscire il “profumo” della vita nuova, pasquale. Spande il suo profumo – elemento molto personale che fa riconoscere la persona – come Maria di Betania, come la donna “Misera” del racconto di Luca, evangelista della misericordia, che nella casa di Simone, fariseo, dopo averne  varcato coraggiosamente la soglia, si trova davanti al Signore, al “Misericordioso”. Il gesto di “spargere profumo” è segno del dono di sé, esprime amore verso Colui che usa misericordia a chi con fede lo incontra e senza timore si lascia accogliere, perdonare e guardare da Lui, da Gesù salvatore, dal Volto del quale risplende l’amore del Padre misericordioso.

Così Chiara, accolto il dono della sua vocazione dal Padre delle misericordie e compiuto il primo passo entrando nella casa della Madre di misericordia, Maria, consacrandosi come lei al Signore, è pronta per proseguire il cammino che la condurrà a varcare la porta del Monastero di S. Damiano per rimanervi e spandere il suo profumo e la sua luce fino ai nostri giorni.

Passando per la “Porta Santa”, in questo Giubileo, pure noi siamo disposti e aperti all’incontro col Misericordioso, a vedere il suo Volto accogliente e riconoscere la nostra vocazione?

Tutti abbiano una vocazione, proprio perché siamo opera sua e creati come un dono di misericordia, di amore del Signore. Per questo dono lo sappiamo ringraziare?

Accompagnati dal Padre misericordioso e dalla Madre di misericordia, camminiamo con gratitudine e speranza!

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