«Perciò in questa questione sulla Trinità e la conoscenza di Dio
dobbiamo principalmente indagare che cosa sia il vero amore,
o meglio, che cosa sia l’amore,
perché non c’è amore degno di tal nome che quello vero».
Agostino, De Trinitate VIII,vii,10
Sbilanciamento
Che ne sappiamo dell’amore? Se pensiamo di amare tenendo tutto sotto controllo e facendo quadrare i conti, saremo bravi ragionieri ed efficaci amministratori, ma non arriveremo a sperimentare l’amore. L’amore è sbilanciamento e perdita.
Lo sapeva bene Leopardi, che paradossalmente colloca L’infinito dentro la raccolta dei Piccoli idilli, come se l’immenso potesse essere contenuto nelle cose più piccole. Ma se guardiamo la metrica di quel componimento, ci accorgiamo che c’è una sfasatura, un’eccedenza: la metrica è quella di un sonetto, ma con un verso in più, perché l’infinito, come l’amore, non può essere contenuto dentro la misura di parole umane. Sconfina.
Autoreferenzialità
Che ne sappiamo dell’amore, se continuiamo a chiederci per tutta la vita: ci sarà un giorno qualcuno che mi amerà veramente? Ma non ci fermiamo mai a sfidare noi stessi con una domanda diversa: sarò capace un giorno di amare veramente? CONTINUA A LEGGERE