Buon Natale 2020! lettera circolare della comunità

Pubblicato giorno 20 Dicembre 2020 - ARTICOLI DEL BLOG, Lettere circolari

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Monastero San Damiano – Borgo Valsugana

Avvento – Natale 2020

 

 

Carissimi fratelli e sorelle,

il Signore vi dia pace!

Iniziamo il tempo d’Avvento, che solitamente scandisce il nostro passo al ritmo di un’attesa gioiosa, avvolti dall’ombra del ritorno della pandemia nel nostro Paese, come in gran parte del mondo. È un’ombra che ha il potere di offuscare la meta verso cui questo tempo liturgico ci conduce e che fa sorgere nel cuore una domanda, che si aggiunge allo smarrimento e all’inquietudine che già vi abitano: come festeggeremo il Natale quest’anno?

Eppure proprio il significato profondo dell’attesa dell’Avvento ci viene incontro come una luce capace di farsi strada anche dentro le pieghe di questo tempo doloroso che stiamo attraversando.

Cari fratelli e sorelle, l’Avvento non ci spinge a vivere un’attesa piena di incognite. Noi sappiamo Chi attendiamo! L’attesa, che questo tempo liturgico vuole farci vivere, ci rende certi proprio di questo, della realtà della presenza di Dio che continuamente viene e abita nella nostra storia e tanto più in quest’oggi così segnato dalla prova.

Il cammino dell’Avvento vuole e può ridestare nel nostro cuore la speranza audace che il nostro Dio non si è dimenticato dell’umanità, che in mezzo alla tempesta possiamo rivolgerci a Lui e afferrare la mano, sicura e amante, che ci tende.

E allora potremo realmente festeggiare il Natale, perché anche se tante cose, forse non tutte necessarie, ci saranno impedite, niente e nessuno potrà toglierci la fede e la letizia che proprio in questo tempo difficile Dio nuovamente ci si rivela nel segno del Bambino di Betlemme e si dona a noi con il suo nome e il suo volto più bello e più incoraggiante: Emmanuele, Dio con noi.

Con questa certezza in cuore vogliamo condividervi alcuni avvenimenti della nostra vita fraterna di quest’anno, che ci fanno riconoscere che le nostre vite sono sostenute da un bene resistente, un bene che si fa strada dentro ogni circostanza.

L’inizio dell’anno è stato contrassegnato dalla gioia del soggiorno fra noi della nostra sr Mariachiara Bosco, rientrata dal monastero di Gerusalemme per un tempo di riposo di un paio di mesi. Ma ben presto le notizie sempre più preoccupanti sull’epidemia di covid, che si stava diffondendo in tutto il mondo, sono andate caratterizzando le nostre giornate, in un susseguirsi di provvedimenti, culminati nel lock down e nella sospensione delle celebrazioni con i fedeli. La chiesa vuota e il silenzio che ci ha avvolte sono diventati il segno eloquente di tanti fratelli e sorelle che stavano soffrendo la prova della malattia, del lutto e dell’incertezza. Così la nostra preghiera e le nostre celebrazioni si sono riempite più intensamente che mai della loro presenza. Abbiamo vissuto questa forte esperienza di comunione nella stessa prova anche attraverso la vicinanza e i gesti che tanti di voi ci hanno manifestato. Per tutto questo è nato in noi un sentimento e uno sguardo di gratitudine. Un grazie particolare è per il nostro parroco, don Roberto Ghetta, perché per la sua disponibilità abbiamo potuto continuare a celebrare l’Eucaristia, il dono più grande che abbiamo della presenza di Dio fra noi.

Quando in maggio ci è stato possibile riprendere le celebrazioni pubbliche la gioia è stata molta, pur nella novità richiesta dai provvedimenti per prevenire il contagio. In agosto, il giorno di santa Chiara abbiamo vissuto una manifestazione particolare di questa gioia: celebrando la Messa all’aperto, nel piazzale del monastero, per consentire una maggiore partecipazione dei fedeli, circondati e aiutati dalla bellezza del creato, è stata veramente una festa ritrovarci nel nostro essere Chiesa e famiglia, un unico corpo che vive, soffre e gioisce insieme! Il clima di festa è stato arricchito dalla presenza come celebrante di don Luca Raimondi, caro fratello e amico di lunga data, che nel mese di giugno è stato consacrato vescovo ausiliare di Milano. Così ci siamo unite al suo rendimento di grazie per il dono dell’episcopato.

Abbiamo potuto vivere belle esperienze della dimensione ecclesiale anche con la partecipazione, in febbraio al convegno per le contemplative italiane organizzato a Roma dalla Congregazione per gli Istituti di vita consacrata, e ad alcuni incontri della nostra Federazione: in settembre il corso per le maestre e in ottobre una giornata per le abbadesse. Sono stati eventi che ci hanno fatto gustare la ricchezza del camminare insieme, rafforzando la nostra fede e la nostra speranza.

In ambito più familiare abbiamo vissuto la stessa esperienza di fraternità nel condividere con il nostro cappellano fra Italo Kresevic e con il nostro confessore fra Aldo Pancheri, la gioia per il dono del loro 50° di sacerdozio. Con loro abbiamo reso grazie al Signore per la sua fedeltà e per i frutti di bene che ne provengono per tanti. Per noi è stata anche un’occasione per rinnovare ad entrambi la nostra gratitudine per la dedizione e l’affetto con cui prestano il loro servizio alla nostra comunità.

Abbiamo potuto esprimere e manifestare la nostra vicinanza ai nostri fratelli del Primo Ordine anche negli incontri con il Ministro provinciale fra Enzo Maggioni, e con il definitore di zona fra Massimo Cocchetti, in cui abbiamo condiviso familiarmente il cammino che il Signore ci dona di fare assieme a Lui e fra di noi.

In questo cammino, un segno grande della presenza di Dio sono stati per noi ancora una volta la solidarietà, l’aiuto e la vicinanza che ci vengono donati nel suo Nome. Fra tanti, vogliamo ricordare gli amici dell’Associazione Romano Gelmini per i popoli della Terra Santa. Impediti dalla pandemia a recarsi in Israele per la loro opera di volontariato, non si sono rassegnati a sospendere il bene ma, sorprendendoci e anche commuovendoci, si sono resi disponibili a fare altrettanto per noi e per altri monasteri in Italia. A settembre, in una settimana di lavoro, hanno sistemato il giardino della nostra foresteria, rendendolo bello e accogliente. Accanto a loro vogliamo anche ricordare il gruppo dei volontari pensionati che fedelmente, da quando esiste il monastero, si occupa della zona del bosco all’interno della clausura.

Sono state tutte esperienze di bene e di bellezza, che le difficoltà che ci ritroviamo ad affrontare a causa della pandemia non hanno soffocato, anzi, proprio queste difficoltà ce le hanno rese ancora più preziose, riconoscendole come segni della vita buona che il Signore continua a donarci e che resiste al male, perché è più forte di ogni male.

Papa Francesco ci ha ricordato nella sua recente enciclica Fratelli tutti che “Dio continua a seminare nell’umanità semi di bene”. Carissimi, il nostro augurio per voi è che il santo Natale rafforzi in voi questa certezza, consolando i vostri cuori e alimentando la vostra speranza.

Siamo vicine a tutti voi con la nostra preghiera, il nostro affetto e la nostra grande gratitudine per quanto fate per noi.

Buon Natale, buon Anno! L’Emmanuele, Dio con noi, vi colmi del suo amore!

 

madre Barbara Veronica e sorelle

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