Ventiseiesima domenica del T.O. anno C
25 settembre 2022
Am 6,1.4-7 Sal 145 1Tm 6,11-16 Lc 16,19-31
«Adesso il mondo è come un frantoio,
si trova nelle tribolazioni;
se quindi tu sei morchia,
vai a finire nelle fogne;
se invece sei olio,
rimani nell’anfora»,
Sant’Agostino, Discorso 113/A, 11
L’inferno di tutti i giorni
Di solito, nelle conversazioni serie, diciamo che è difficile rappresentarci l’inferno o dire come potrebbe essere. Eppure, tante volte, nel linguaggio comune, affermiamo che una situazione è infernale.
Una delle definizione più profonde e toccanti dell’inferno, la troviamo nel Diario di un curato di campagna, di G. Bernanos: «L’Inferno, signora, è non amare più». In quel romanzo si racconta la storia di un giovane prete che si ritrova in una parrocchia in cui sperimenta una grande ostilità da parte dei parrocchiani e si trova nel mezzo delle beghe familiari dei conti del luogo. Mentre il giovane curato parla dell’inferno alla contessa, sta dando sfogo in realtà all’inferno che lui stesso vive. Il giovane curato è un alcolizzato per tara familiare. Il suo inferno, quello che si porta dentro, è l’isolamento profondo dal mondo, quell’impossibilità di comunicare quello che ti porti dentro, l’impossibilità di confessare il tuo bisogno di essere amato. CONTINUA A LEGGERE
Leggersi dentro
Che cosa potrebbe portarti ad allontanarti da Dio e dagli altri?
Che cosa stai costruendo con la tua vita?