Adorare è… – 6

Pubblicato giorno 23 Marzo 2017 - La preghiera

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Adorare è stare davanti a Lui con amore:

E’ di Charles de Foucauld la definizione della preghiera (a maggior ragione dell’adorazione) intesa come uno stare davanti a Gesù con amore.

Ricordo l’episodio di quel parroco che vedeva un suo parrocchiano, anziano, per nulla istruito, venire tutti i giorni in chiesa e passare lunghe ore seduto davanti al Tabernacolo. “Le labbra non si muovono, per cui non prega! Ma allora che cosa fa durante tutto questo tempo?” si domandava il parroco… finché un giorno prese il coraggio a quattro mani e glielo chiese. “Non faccio nulla! Io lo guardo e Lui mi guarda!” rispose sorridendo.

L’adorazione è questo tempo che ‘regaliamo’ a Dio, contenti di stare con lui. È gustare la gioia della compagnia di Dio, l’Emmanuele; è vivere la gratuità dell’adorazione a Colui che riconosciamo come il nostro Dio, il nostro Tutto, il Cuore del nostro cuore.

Il primo passo è il coraggio del “Rimanete nel mio amore”!

“Il Tabernacolo è la sorgente di ogni bene: se Dio ci concede di andare e stare ai suoi piedi, andiamoci. Il progresso dell’anima è che noi lo amiamo il più possibile” (C. de Foucauld).

Molti chiamano questo tempo di presenza silenziosa davanti al Tabernacolo “tempo di deserto” e l’espressione richiama quanto dice il profeta Osea: “Ecco l’attirerò a me, la condurrò nel deserto e parlerò al suo cuore”. Sì, perché è tempo di intimità, di comunione profonda, realizzata attraverso le vie del cuore, dell’amore.

“Mio Dio quanto siete buono! Questa mattina ero in questa piccola e cara cella dove è così dolce trascorrere ai vostri piedi le ore silenziose della notte, essere cuore a cuore con Voi mentre tutto dorme sulla terra, solo per adorarvi e stare ai vostri piedi, dicendovi che vi amo mentre tutto è sepolto nell’oscurità, nel silenzio, nel sonno… ma ora è la grazia delle grazie! Sono qui davanti al SS. Sacramento esposto! Che gioia! Come sono vicino a voi, addosso a voi, mio Dio. Fatemi essere quello che devo essere; datemi i pensieri, le parole che devo avere in Voi, da Voi, per Voi…” (C. de Foucauld, p.67)

« L’Eucarestia non è solo il bacio di Gesù, lo sposalizio di Gesù: è anche il Tabernacolo, l’Ostensorio dove Gesù è presente fino alla fine del mondo, vero Emmanuele, vero Dio con noi, che si mostra, a tutte le ore e in tutte le parti del mondo, ai nostri sguardi, alla nostra adorazione e al nostro amore e attraverso questa presenza cambia la notte della nostra vita in una luce deliziosa. L’Eucarestia è Dio con noi, è Dio in noi, è Dio che si dona eternamente a noi… da amare, adorare, abbracciare, possedere. A Lui gloria, onore, lode e benedizione nei secoli” (C. de Foucauld, 92)

 Gesù ripete tante volte l’invito ai suoi discepoli di ieri e di oggi: “Rimanete nel mio amore!… Come il tralcio non può dar frutto da solo, se non rimane unito alla vite, neppure voi potete dar frutto se non rimanete uniti a me”.

Gesù è lì, presente nel Tabernacolo, per continuare ad essere l’Emmanuele, il Dio che cammina con noi, che conforta il nostro passo stanco, che sostiene i nostri slanci, che anima la nostra speranza, che riempie con la sua ricchezza la nostra povertà, che ci dona il suo amore crocifisso e ci chiede il nostro cuore…

“In questi mesi ho scoperto la cosa più bella e più grande, offerta alla mia vita: sostare a lungo, ogni giorno davanti al Tabernacolo, lasciando da parte ogni preoccupazione. La gioia della presenza di Dio, la tenerezza del suo abbraccio, la dolcezza del suo cuore e del suo sguardo… Non sono cose inventate! E ora non ne posso più fare a meno, come chi è appassionato di musica non vede l’ora di poter suonare il suo strumento o ascoltare un disco… Se i cristiani scoprissero la bellezza dell’adorazione, le nostre chiese dovrebbero fare i turni per accoglierli tutti!” (un sacerdote).

Chiedi per te, per la tua famiglia, per il gruppo, la comunità, la parrocchia di cui fai parte… il dono di scoprire l’adorazione. I santi stanno a testimoniare che è stando davanti a Dio che ci si fa santi!

 “Ma come, dirà qualcuno, non ci si fa santi nella carità, nel dono di sé, nella vita spesa per gli altri?” E’ vero! Ma occorre ricordare che il nostro cuore è piccolo, spesso inquinato da tanto egoismo. Occorre andare alla sorgente che è l’Eucarestia, l’unione più ricca e più profonda con la vera Vite, perché a poco a poco il nostro cuore diventi sempre più simile al cuore di Gesù.  “Senza di me non potete fare nulla”, tanto meno dare la vita come ha fatto Lui.

Un giorno un giornalista disse a Madre Teresa di Calcutta: “Come mai ogni giorno le sue suore perdono due ore di tempo stando in adorazione davanti al Tabernacolo? Non sarebbe meglio utilizzare questo tempo per aiutare i tanti poveri che le attendono e hanno bisogno di loro?”  “Se le mie suore fanno quello che fanno durante la lunga giornata di lavoro – rispose Madre Teresa – e non si tirano indietro di fronte ai casi più disperati e penosi, è perché sono state davanti al Tabernacolo  quelle due ore! Lì attingono la forza per donarsi interamente ai poveri, come ha fatto Gesù, nostro Maestro!”

“L’amore rende simili gli amanti” (S. Francesco di Sales) e a poco a poco, stando davanti a Gesù, ci accorgiamo che Lui ci cambia, ci trasforma in Lui.

Chi ha dato a Piergiorgio Frassati il coraggio della carità per portare aiuto ai poveri delle mansarde di Via Po a Torino, se non quel Gesù di fronte al quale passava ore e ore (e qualche volta anche la notte) in adorazione? “Tutti i santi sono santi eucaristici”, diceva il Card. Ballestrero.

  • Cambia il nostro sguardo

“Guardare ogni bene delle creature come proveniente da Dio solo… Non fermarsi alla bellezza delle creature, ma da loro passare subito all’ammirazione e all’amore di Dio di cui esse sono un pallido riflesso… guardare il bene che ci proviene dalle creature come un bene che è molto più dono di Dio che non delle creature” (C. de Foucauld, p.73)

“La presenza di Cristo è manifestata, espressa dal creato in quanto il creato è riconosciuto come dono del Signore e quindi diventa motivo di lode, di benedizione, di ringraziamento, come l’Eucarestia” (Bozzolo, p. 27).

È importante poter guardare con i nostri occhi il Cristo Eucaristico esposto sull’altare. È quindi essenziale che l’Ostensorio e la disposizione del luogo permetta questo contatto visivo con il Santo Sacramento. E c’è una ragione particolare.

Gesù dice: “La lampada del corpo è l’occhio…” (Matteo 6, 22-23).   “Le immagini che passano sotto i nostri occhi oggi, sia alla TV, sia sui muri della città o nelle strade sono molto spesso aggressive per i nostri occhi e le nostre anime: violenza, erotismo, pornografia, sporcizia… Il nostro occhio e il nostro cuore sono sporcati da queste immagini così contrarie alla bellezza e al pudore! Adorare Gesù nel Santo Sacramento, posandovi lo sguardo dei nostri occhi è come una guarigione dei nostri sguardi e dei nostri cuori. L’adorazione purifica la nostra memoria e la nostra immaginazione. Vari giovani che si sono abituati all’adorazione dicono che non possono più posare il loro sguardo su certe immagini o su certe scene. Si sentono sporcare da queste rappresentazioni. Si realizza la beatitudine: “Beati i puri di cuore perché vedranno Dio!”. (cfr Buttet, p. 287)

  • Cambia il nostro modo di accostarci alla Parola di Dio

“Cristo è presente nella sua Parola in quanto parla attraverso le pagine della Bibbia, quando questa è letta alla luce del mistero pasquale, sotto la guida dello Spirito Santo e in comunione con la Chiesa” (Bozzolo, p. 27)

“Bisogna sforzarsi di impregnarci dello spirito di Gesù, leggendo e rileggendo, meditando e rimeditando senza tregua le sue parole e i suoi esempi; che essi facciano nella nostra anima come la goccia d’acqua che cade e ricade sulla pietra sempre nello stesso posto… fino a lasciare un segno!” (C. de Foucauld, p. 49)

Leggere il Vangelo durante l’adorazione eucaristica è leggere il Vangelo o una sua frase in presenza dell’Autore dello stesso Vangelo per cui certe espressioni, racconti… acquistano una forza e una immediatezza del tutto particolare.

  • Cambia il nostro cuore

Zaccheo ha incontrato Gesù, che stava attraversando la città di Gerico; lo ha accolto con gioia nella sua casa e gli ha donato la sua vita. “Oggi la salvezza è entrata in questa casa!” Il cuore di Zaccheo si trasforma… “stando davanti a Gesù”.

Le ore passate ai piedi di Gesù producono miracoli interiori:

  • Crescita nella fede, nell’amore, nella speranza
  • La grazia del perdono da accogliere o da donare
  • La guarigione da ferite spirituali, da mancanze d’amore
  • La grazia della verità su noi stessi con accoglienza gioiosa della nostra povertà, incapacità, limiti… (Buttet, p. 280)

“Amore di Dio e amore del prossimo. Come questa grazia infinita della santa Eucaristia ci deve far amare un Dio così buono, così vicino a noi, così dentro di noi! Come la santa Eucaristia ci deve rendere teneri e buoni verso tutti! Questa lingua che ha toccato Dio dirà parole diverse da quelle degne della carità divina? Quest’anima che ha ricevuto Dio avrà pensieri che non sono conformi alla bontà di Dio? Questo corpo in cui Dio ha dimorato compirà atti indegni della mansuetudine del suo divino ospite?” (C. de Foucauld, p.98).

« Amore di Dio. Amore per gli uomini.

Amiamo Dio che per primo ci ha amati al punto di donarsi pienamente a noi, di consegnarsi, di abbandonarsi a noi, di affidarsi a noi in un modo così ineffabile. Amiamo Dio che nelle invenzioni del suo amore ha trovato e usato questo mezzo per darsi in nostro possesso, molto più perfettamente di quanto le persone possano donarsi le une alle altre…

Amiamo tutti gli uomini che Dio ha amato al punto di offrirsi a ciascuno di loro per essere posseduto da loro in modo così completo.” (C. de Foucauld, p. 103)

Verso il termine del suo diario, Etty Hillesum, ragazza ebrea, sedicente atea, scrive: “Ho spezzato il mio corpo come il pane e l’ho condiviso con gli uomini”. Questo atteggiamento di vita ha il sapore dell’Eucarestia: nel campo di smistamento di Westerbork, lei si fa tutta a tutti, aiutando, consolando, amando tutti quelli che possono in qualche modo aver bisogno di lei. Dio è entrato nel suo cuore!

  • Ci spalanca il cuore
    • L’Eucarestia diventa sacramento di un amore universale

“C’è nell’Eucarestia il focolare dell’Amore universale. C’è nell’Eucarestia la viva fiamma d’amore dove il cuore della Chiesa incontra il cuore di Gesù a condizione che i nostri cuori siano aperti all’Universo e che non riduciamo il Cristo a “un buon Dio”, fabbricato a nostro uso e che possiamo metterci in tasca.

La comunione è sempre qualcosa di universale e il mangiare il pane consacrato è il segno di un altro mangiare, il segno di una identificazione misteriosa che avviene nel più profondo di noi se siamo in sintonia con l’esistenza universale di Gesù.

La nostra comunione è sempre comunione con tutta la Chiesa, tutta l’umanità, tutto l’universo ed è fondamentale dare alla presenza eucaristica tutta la sua grandezza per non limitare questa presenza ad una specie di idolatria.

Quando partecipiamo al santo Sacrificio è sempre per allargare il nostro cuore alle dimensioni del cuore di Cristo e portare nel nostro amore tutta l’umanità, altrimenti Gesù rischia di essere un idolo che ci possiamo mettere in tasca!” (M. Zundel, p.339)

  • A Gesù Cristo andiamo insieme

“L’Eucarestia è questo invito a farci universali: ‘Voi verrete a me con il cuore infinitamente aperto facendovi carico dell’altro come di un altro voi stessi; verrete a me guardando l’altro come fossi Io stesso, perché in ciascuno ho fame, sete, soffro, sono povero, prigioniero, abbandonato’.

Ecco l’Eucarestia! Non potete venire a Me se non insieme, formando questo corpo mistico che abbraccia tutta l’umanità, portando i pesi gli uni degli altri, amando come amo io. Voi non potete venire a me se non rispettando in Me queste relazioni con tutti; se mancano queste relazioni io divento un idolo o un falso dio. Dunque verrete a me con tutta questa umanità, tutta questa storia, tutto questo universo.

È questo l’Eucarestia: è questo fidanzamento tra Cristo e l’umanità, è questo sposalizio realizzato, questa reciprocità d’amore realmente vissuta che vi mette di fronte al vero Cristo, il secondo Adamo, che ci fa entrare nel circuito d’Amore della Trinità.

L’Eucarestia ci universalizza in un autentico ecumenismo e fa di noi stessi una presenza realizzata dovunque, attraverso questo centro eterno dove le intimità umane si fondono e si incontrano”. (M. Zundel p.341)

  • L’Eucarestia: un legame mistico tra tutti gli uomini

“Nello scambio realizzato tra gli uomini, nella e attraverso l’Eucarestia si realizza il sogno di un’umanità unita. Gli uomini non possono essere uniti biologicamente: i loro istinti sono incapaci di vera unità. Perché l’umanità si unisca e diventi un’umanità degna di se stessa, libera e creatrice, occorre ci sia questo legame mistico dell’Eucarestia, bisogna che Dio sia il respiro comune di tutti, bisogna che lo stesso cuore di Dio passi in tutti i cuori e che ogni uomo riconosca negli altri l’immensità della grandezza di questa presenza e la grandezza ineffabile della povertà di Dio” (M. Zundel, p.343)

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