Adorare è…

Pubblicato giorno 13 Marzo 2017 - La preghiera

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  1. Orientarsi verso Dio.

L’adorazione è una cosa semplice. Essa consiste in un riposo tranquillo e pieno di fiducia davanti a Gesù. Sta’ davanti a Lui come un povero bambino di fronte a suo padre, non di più. Accontentati d’uno sguardo dell’anima verso di Lui… sempre con la pace e la calma di essere con Lui così come sei.

Sovente crediamo di non saper pregare o di non sapere cosa fare durante l’adorazione. A volte prendiamo i testi di questo o di quell’autore, questa o quella preghiera. Il nostro tempo di adorazione trascorre così più con questo o quell’autore, con delle parole anche molto belle, piuttosto che con la Parola di Dio fatta carne, presente nell’Ostia.

Non abbiamo paura di andare da Lui con tutta la nostra povertà, di andare da Lui senza sapere cosa dire. Gesù crolla di fronte alla nostra povertà!

“Siate fedeli nello stare alla presenza di Dio senza preoccuparvi di non poter fare nulla… Egli vuole il vostro silenzio e il vostro abbandono e farete molto quando vi lascerete e abbandonerete senza riserve alla sua onnipotenza. Siate fedeli a questo non rattristatevi per le vostre distrazioni; lasciatele passare e state umilmente ai piedi di Gesù” (S. Caterina di Bari)

     Un giorno fu chiesto a Michelangelo come faceva a fare statue così belle. “Io non faccio nulla, rispose. Io libero dalla pietra la statua che si trova già là!”  Posando il suo sguardo su di noi, il Cristo Eucaristia agisce nello stesso modo, spogliandoci di noi stessi: Lui ci squadra e ci scolpisce per far apparire in noi il suo volto dolce e bello, nascosto sotto le scorie del peccato, dell’orgoglio e delle nostre abitudini. Stando davanti a Lui diventiamo anche noi un “altro Cristo”. Ma dobbiamo decidere di starci!

Solo puntando lo sguardo verso Gesù, Pietro riesce ad accantonare le sue paure e seguirlo sulle acque, prendere il largo insieme a Lui. Ma quando Pietro, che camminava sulle acque, smette di guardare Gesù per guardare e ascoltare il vento, comincia a sprofondare. La grandezza di Pietro non sta nel non cadere mai, ma nell’accorgersi di stare cadendo (“cominciò ad affondare”) e gridare aiuto: “Signore, salvami!”. Pietro ha imparato la lezione e la insegna nella sua lettera, quando scrive: “Tenete fissi gli occhi sul volto del Signore, come su una lampada che brilla nell’oscurità, fino a quando appaia il giorno e si levi la stella del mattino nei nostri cuori” (2 Pietro 1, 19).

Il peccato viene definito da s. Tommaso un girar le spalle a Dio per concentrarsi sulla creatura. L’adorazione ci introduce nel movimento opposto: ci distoglie dalla creatura per orientarci decisamente verso Dio. La creatura spesso siamo noi, il nostro orgoglio, l’egoismo, le persone che ci sono care… La creatura è pure la preoccupazione del mondo, la seduzione delle ricchezze, la potenza della sensualità…

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