Alla sequela di Cristo

Pubblicato giorno 20 Maggio 2017 - ARTICOLI DEL BLOG, S. Chiara d'Assisi

Condividi su:   Facebook Twitter Google

La forma di vita data da Francesco a Chiara, esplicita la realtà in cui vive ogni cristiano dal momento del Battesimo. Infatti Francesco amava chiamare sorella Chiara “la cristiana”.

L’essere toccata dalla realtà di Dio Uno e Trino , pone Chiara in ricerca, scoprendosi “vocata” attraverso l’esperienza di Francesco. Questa novità di vita si concretizza nella SEQUELA di Cristo:

 “La notte seguente, pronta ormai ad obbedire al comando del Santo, attua la desiderata fuga, in degna compagnia. E poiché non ritenne opportuno uscire dalla porta consueta, riuscì a schiudere da sola, con le sue proprie mani, con una forza che a lei stessa parve prodigiosa, una porta secondaria ostruita da mucchi di travi e di pesanti pietre. Abbandonati, dunque, casa, città e parenti, si affrettò verso Santa Maria della Porziuncola, dove i frati, che vegliavano in preghiera presso il piccolo altare di Dio, accolse la vergine Chiara con torce accese.(LegsC 8).

Siamo presumibilmente nell’anno 1211, ma la stessa freschezza emerge nella lettera a s. Agnese scritta tredici anni dopo: “poiché siete sposa, madre e sorella del Signor mio Gesù Cristo, riempitevi di coraggio nel santo servizio che avete iniziato per l’ardente desiderio del Crocifisso povero.”

E’ Cristo il fondamento della vocazione, la sorgente e il compimento ultimo, dunque la possibilità della sequela riposa in Colui che rivolge a Chiara il suo invito: “seguimi!”, e la modalità della sequela è vivere in quella povertà scelta dallo stesso Figlio di Dio. Le lettere scritte ad Agnese sono tutte dominate della presenza di Cristo povero nella sua realtà sponsale: “Questa è la perfezione, che tu, per amore della santissima povertà, in spirito di profonda umiltà e di ardentissima carità, ricalchi con assoluta fedeltà le orme di Colui del quale hai meritato d’essere sposa.(lett II FF2873) “Tu pure, seguendo le sue vestigia, specialmente dell’umiltà e povertà di Lui, puoi sempre, senza alcun dubbio, portarlo spiritualmente nel corpo casto e verginale. E conterrai in te Colui dal quale tu e tutte le creature sono contenute”(lett III FF2893). “Attirami a te, o celeste Sposo! Dietro a te correremo attratti dalla dolcezza del tuo profumo. Correrò, senza stancarmi mai, finché tu mi introduca nella tua cella inebriante. Allora la tua sinistra passi sotto il mio capo e la tua destra mi abbraccerà deliziosamente e tu mi bacerai col felicissimo bacio della tua bocca.” Queste parole abbracciano i lunghi anni vissuti in S. Damiano. In quale disponibilità Chiara ha tessuto i giorni del suo servizio, sentendosi abbracciata dall’amore del Signore Gesù Cristo umile e povero quando era in contemplazione e quando parlava con le sorelle “circa le cose da fare per l’utilità e il bene del monastero” (Reg IV), quando lavorava non estinguendo lo “lo spirito della santa orazione e devozione a cui tutte le altre cose devono servire”! Questa vita come vocazione attraeva altre, “per divina ispirazione”, ad abbracciare la stessa realtà. La sequela descritta nel II capitolo della Regola è paradigmatica, comprende in sé la crescita umana, cristiana e clariana della giovane che inizia a seguire le orme di Cristo: “Quando qualcuna, per divina ispirazione, verrà a noi con la determinazione di abbracciare questa vita, l’abbadessa sia tenuta a chiedere il consenso di tutte le sorelle e se la maggioranza acconsentirà, la possa accettare, dopo aver ottenuto licenza dal signor cardinale nostro protettore. Se le sembrerà idonea ad essere accettata, la esamini con diligenza, o la faccia esaminare intorno alla fede cattolica e ai sacramenti della Chiesa. E se crede tutte queste cose, ed è risoluta a confessarle fedelmente e ad osservarle con fermezza sino alla fine; e se non è impedita dall’osservare questa vita da età avanzata o da qualche infermità o deficienza mentale, le si esponga diligentemente il tenore della nostra vita.”

 La grazia da cui è stata raggiunta è riconosciuta nella libertà ed integrità in cui è posta la giovane, che con determinazione sceglie di abbracciare la forma di vita del Vangelo, data a Chiara. La Regola è intessuta di questa buona notizia. “E se sarà idonea, le si dica la parola del santo Vangelo: che vada e venda tutte le sue sostanze e procuri di distribuirle ai poveri”. E’ ancora la Parola che sigilla l’ingresso della giovane tra le Sorelle Povere.

Ad otto secoli di distanza, in realtà di vita radicalmente diverse, è la stessa divina ispirazione che ci ha fatto abbracciare con determinazione questa vita. La possibilità della sequela è anche oggi altrettanto coinvolgente perché Cristo la suscita ed è garanzia di compimento. Quell’abbandono fra le braccia del Signore che la nostra Madre ha vissuto, correndo di notte alla Porziuncola, in certo modo ci appartiene per esperienza e grazia che si fondono nel SI’ che dà significato all’intera vita. È Dio che lo ha pronunciato su di noi; davanti a questo amore gratuito, “lasciare tutte le sostanze per distribuirle ai poveri”, non è un distacco forzato, ma “costringere” l’amore dello Sposo ad occuparsi dei suoi poveri fra i quali siamo poste, per amore di Lui e della sua Madre.

Concretamente questo passo avviene nel sì definitivo della professione solenne: la fedeltà della risposta si lascia plasmare più dalla gradualità dei passaggi della vita che dall’entusiasmo della scelta iniziale. Il Signore stesso quando chiama, chiede il “tutto” di quel giorno. Per questo santa Chiara amava definire la sua risposta una sequela: passo dopo passo. Con tutta la gioia di scoprirci accompagnate dalla presenza di Cristo per incontrarlo nelle dinamiche della vita quotidiana, fraterna, nella preghiera che chiede di diventare il respiro dell’esistenza. “Le parole divine crescono insieme con chi le legge” – scrisse san Gregorio Magno – E’ reale questa affermazione nei riguardi della Scrittura, ancor più quando viviamo rispondendo alla Parola che ci dà di esistere e di restituirci a Dio che la pronuncia nel suo Verbo incarnato. Chiara non interpella solo le sue sorelle a seguire Cristo, ma ogni cristiano: la vocazione alla vita che ci è data in Cristo chiede a te, oggi, il sì dell’Amore!

 

Condividi su:   Facebook Twitter Google