Audite, poverelle – 2 – Vivate sempre en veritate

Pubblicato giorno 2 Luglio 2025 - ARTICOLI DEL BLOG, Eventi

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Vivate sempre en veritate….

 

Chiamati a considerare la nostra vocazione, alla quale il Dio delle misericordie ci ha chiamato non solo per la nostra salvezza, ma anche per quella di molti altri, continuiamo ad approfondire l’esortazione audite che san Francesco inviò in canto alle povere dame di san Damiano. Dopo l’invito ad audire la Parola di Dio, Francesco così prosegue: vivate sempre en veritate ke en obedienzia moriate (FF 263/1), vivete cioè in quella verità che germoglia nel vostro cuore quando è ben disposto all’ascolto di Dio. Negli scritti di Francesco la carità, qui intesa nel senso paolino vivere la verità nella carità (Ef 4,15), fa sempre coppia con l’obbedienza come proclama nel Saluto alle virtù: Signora santa carità, il Signore ti salvi con tua sorella, la santa obbedienza (FF 256). Tale binomio conduce a ricevere con grande rispetto l’amore di Colui che ha dato la sua vita per non venir meno all’obbedienza al Padre, amore che per natura sua è anche amore fraterno: nessun frate faccia del male o dica del male a un altro, ma piuttosto, per la carità che viene dallo Spirito, di buon volere si servano e si obbediscano vicendevolmente. E questa è la vera e santa obbedienza del Signore nostro Gesù Cristo (FF 20). Vivere in verità di fronte a Dio e ai fratelli per rendere la vita in obbedienza all’amore ricevuto in dono dal Padre ci permette di costruire in noi un’abitazione e una dimora permanente al Signore, di governare il nostro cuore riportandolo alla guida e cura adulta dei bisogni innati che ci abitano. Bisogni che a volte emergono con prepotenza in noi quando ci sentiamo deboli, ma che la carità bene ordinata – alla e nella verità in cui lo Spirito Santo ci introduce (cfr RegOFS 4) – assoggetta alla legge dello spirito permettendoci pian piano di aderire in tutto alle orme di Colui che per noi si è fatto povero, e via e verità e vita, come sapientemente scrive Chiara ad Agnese di Praga (cfr FF 3279). È solo con Cristo che possiamo orientare e ri-orientare, nella lotta mai conclusa col tentatore, i nostri pensieri, parole, opere…, sempre!

Proprio questo piccolo termine sempre, che Francesco inserisce tra vivate e veritate, è sufficiente a ricordarci che il dono della vita in obbedienza allo Spirito va accolto e vissuto nella dimensione della quotidianità e della perseveranza. Non basta, infatti, una sola battaglia per orientare il nostro modo di vivere, è fondamentale la ripetizione delle buone azioni: non bisogna smettere, se si persevera si scopre che la seconda battaglia è più facile, la terza ancor di più e via dicendo… fino all’habitus, alle abitudini che creano casa. Perché se c’è una forza dell’abitudine che spegne il fuoco interiore della Parola, c’è anche una forza dell’abitudine che lo ravviva. Di ciò la stessa Chiara richiamerà nel suo testamento ad essere solleciti: E poiché stretta è la via e il sentiero, e angusta la porta per la quale si va e si entra nella vita e sono pochi quelli che vi camminano ed entrano per essa e se vi sono alcuni che per un certo tempo vi camminano, sono pochissimi quelli che perseverano in essa. Beati davvero quelli ai quali è dato di camminare in essa e di perseverare fino alla fine! (FF 2850) La perseveranza è una grande prova d’amore e di fede, di cui gioire nel Signore, sempre (FF 2887). Perché non importa in che stagione della vita ci troviamo, importa dove è rivolto il cuore. Perché anche se avremo salvato tutto, la nostra vita, la salute, la vita della nostra fraternità, ma non avremo salvato Lui in noi, avremo perso tutto. Potremmo anche noi rischiare di camminare insieme con tante idee ed opere, ma non veramente insieme. Cioè anche noi dis-orientati insieme, ma portando avanti ciascuno la propria strada. Invece, in questo nostro mondo in cui gli uomini hanno perduto il senso di Dio e sentono tutta la paura della loro solitudine e della loro povertà, che lievito potente di vita e di speranza sono le piccole fraternità, che legame indistruttibile tra coloro che vi abitano, quale possibilità di amarsi realmente per coloro che vivono in veritate per un bene comune. Così, la verità, che è Cristo, ci avvicini al cuore con cui viviamo l’istante, ogni circostanza e ogni relazione e ci apra al ringraziamento della testimonianza che ci regaliamo vicendevolmente nella silenziosa fedeltà dei giorni.

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