Chiara, donna di carità – 5

Pubblicato giorno 22 Aprile 2017 - S. Chiara d'Assisi

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Nel silenzio del coro, dopo aver recitato l’Ufficio delle Letture, mi trovo a pensare a Chiara nostra madre, donna di carità! Cerco di pensare a cosa scrivere e mi viene in aiuto S. Paolo, sì, proprio lui, con il suo “Inno alla carità”. Prendo la Bibbia, cerco le lettere di S. Paolo e quindi l’ “Inno alla carità”.

Aspirate ai carismi più grandi! E io vi mostrerò la via migliore”. Dice S. Paolo … “La carità è paziente, è benigna la carità; non è invidiosa la carità, non si vanta, non si gonfia, non manca di rispetto, non cerca il suo interesse, non si adira, non tiene conto del male ricevuto, non gode dell’ingiustizia, ma si compiace della verità. Tutto copre, tutto crede, tutto spera, tutto sopporta. La carità non avrà mai fine.” (I Corinzi 13,1-6).

Mi fermo a pensare a queste parole e chiedo alla madre Chiara di donarmi i suoi occhi e il suo cuore, per poter comprendere queste parole, e, viverle, come le ha vissute lei.

Cerco quindi di declinare le parole di S. Paolo con la vita di Chiara.

La carità è paziente, è benigna la carità”.

 “L’abbadessa, dice Chiara, ammonisca e visiti le sue sorelle e le corregga con umiltà e carità, non comandando ad esse cosa alcuna che sia contro la loro anima e la forma della nostra professione. … l’Abbadessa abbia tanta famigliarità nei loro riguardi, che possano parlarle e trattare con lei come le signore con la propria ancella; perché così dev’essere, che l’Abbadessa sia l’ancella di tutte le sorelle”.

Non è invidiosa la carità, non si vanta, non manca di rispetto, non si adira”.

“L’Abbadessa e le sue sorelle debbono guardarsi dall’irritarsi e turbarsi, perché l’ira e il turbamento impediscono la carità in sé e negli altri”. Alla madre Chiara sta molto a cuore l’amore fraterno, il bene che deve circolare tra le sorelle: “Se accadesse, dice, che tra sorella e sorella per una parola o un gesto talvolta nascesse occasione di turbamento o di scandalo, quella che avrà dato causa al turbamento, subito, prima di offrire davanti al Signore il dono della sua orazione, non solo si prostri umilmente ai piedi dell’altra domandando perdono, ma anche la preghi con semplicità di intercedere per lei presso il Signore perché la perdoni”.

Tutto copre, tutto crede, tutto spera”.

Scrivendo a S. Agnese di Praga, la madre S. Chiara ha delle espressioni molto belle riguardo ad una vita vissuta nella carità che tutto copre, crede e spera: “Rendo grazie ad Donatore della grazia, dal quale, come crediamo, scaturisce ogni bene sommo e ogni dono perfetto, perché ti ha ornata di così numerosi titoli di virtù e ti ha decorata con le insegne di una così grande perfezione che, fatta amorosa imitatrice del Padre perfetto, meriti di divenire a tua volta perfetta … e divenuta emula della santissima povertà in spirito di grande umiltà e ardentissima carità, hai ricalcato le orme di Colui al quale meritasti di essere unità in sposa. Memore del tuo proposito, come una seconda Rachele, ciò che hai ottenuto tienilo stretto, ciò che stai facendo fallo e non lasciarlo, ma con corsa veloce, passo leggero, senza inciampi ai piedi, sicura e gioiosa avanza sul sentiero della beatitudine”.

Mentre medito, mi sorprende il suono delle campane della nostra chiesa, che annunciano l’inizio del canto delle Lodi. Chiudo la Bibbia e mi unisco con la preghiera alle mie sorelle e ai fedeli giunti puntuali e insieme lodiamo e benediciamo il Signore per il dono di Chiara e di un cuore caritatevole, capace di amare Dio e i fratelli.

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