Chiara, donna di desiderio

Pubblicato giorno 15 Ottobre 2018 - ARTICOLI DEL BLOG, S. Chiara d'Assisi

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Attendano a quello che sopra tutto devono desiderare: avere lo Spirito del Signore e la sua santa operazione”. Queste parole di Francesco ci indicano il cammino da percorrere in questo periodo in cui attendiamo la venuta dello Spirito. Lo Spirito del Signore è il dono del Risorto effuso su di noi nel Battesimo, sigillato con l’unzione del crisma nella confermazione che ci rende cristiani adulti, capaci di annunciare il Vangelo con la vita e la parola.

Perché Francesco ci dice che dobbiamo desiderarlo? È in noi, siamo suo tempio, ma occorre prenderne coscienza, esserne sempre più consapevoli, consolidare un’abitudine di ascolto e di amicizia che si acquista invocandolo spesso e chiedendogli luce prima di agire.

La sua santa operazione va oltre: il Santificatore, infatti, agisce nel nostro intimo per conformarci a Gesù Cristo, renderci suoi veri discepoli. Perciò ci purifica da tutto quello che allontana da Dio: dal nostro egoismo, dalla bramosia di un bene effimero e falso, dalla sete di possesso e di piacere sregolato, dall’orgoglio che opprime il fratello e separa da lui.

L’Ospite dell’anima ci illumina nella conoscenza di Dio, che non è un fatto intellettuale, ma esperienza di lui, scoperta delle meraviglie del suo amore, desiderio di corrispondere nel compimento della sua volontà, discernimento nelle scelte della vita.

Ma non basta! Ci infiamma di quell’amore che è Dio stesso: gratuito effondersi del Padre nel Figlio diletto da cui procede lo Spirito Santo, comunione di dono reciproco e totale dell’Uno che si dilata verso le creature generate dall’amore. Lo Spirito ci immerge in questo dinamismo donandoci la capacità di un dialogo d’amore con il Tu divino, di una comunione reciproca che intesse rapporti di gratuità.

Allora come figli che con ogni fibra desiderano piacere al Padre, possiamo “calcare le orme” di Gesù Cristo fino alla Pasqua donando la vita per i fratelli e le sorelle. Non è un cammino lineare, perché nella nostra debolezza spesso poniamo ostacoli all’azione dello Spirito: Egli però è paziente e non si stanca di attendere, di prevenirci con le sue ispirazioni per donarci quella gioia che nulla può distruggere.

La Madre s. Chiara ha vissuto tutta la sua vita terrena con la consapevolezza di essere abitazione dello Spirito Santo. Ha vissuto tutti i suoi giorni nell’ascolto dello Spirito Santo, obbedendo alla sua voce con una docilità simile a quella della Vergine di Nazareth, nella certezza che la vocazione in lei è nata dalla sua ispirazione. Così ha camminato sicura verso quella perfezione alla quale lo Spirito del Signore l’ha chiamata, che è la sequela di Cristo povero come le è manifestata nel Vangelo.

Alla sera della sua vita, benedice e rende grazie per la tenerezza materna da cui è stata avvolta, manifestata proprio dallo Spirito nell’intimo del cuore. È lieta della vita che le è stata donata e che si prepara a vivere in pienezza dopo il passaggio finale, reso qui leggero dalla fiducia senza riserve in Colui che l’ha portata sempre nelle sue braccia come una figlia amata.

Alla sera della vita, in quella notte tra il nove e il dieci agosto in cui ha consegnato alle sorelle il tesoro più prezioso del suo cuore, cioè la sua Via nell’amorosa sequela del Cristo povero, a un certo punto Chiara ha cominciato a parlare alla propria anima:

“Va sicura in pace, perché avrai buona scorta, perché Colui che ti creò, mise in te lo Spirito Santo e sempre ti ha guardata come la madre il suo figlio che ama”.

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