Chiara e la Misericordia

Pubblicato giorno 30 Novembre 2017 - ARTICOLI DEL BLOG, S. Chiara d'Assisi

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Dio misericordioso suscitò la venerabile vergine Chiara e in lei accese una luce splendente …” (F. F. 3151).

     Questa è una delle diverse citazioni (tredici sicure) che troviamo scorrendo le Fonti Francescane per scoprire cosa ci dicono di “Chiara e la misericordia”. Possiamo leggere questa citazione nella “Lettera indirizzata al sommo Pontefice – Alessandro IV – sulla Vita di S. Chiara”, redatta da fr. Tommaso da Celano. Chiara viene presentata come un’ “opera di luce” del Dio misericordioso, quindi come un “dono di misericordia” di Dio verso i suoi contemporanei, verso il mondo di quel tempo bisognoso di misericordia. Ma quale tempo e quale mondo non ha continuamente bisogno di misericordia?

     Già questa presentazione di Chiara dice molto! Ci invita a riconoscere Chiara come un’opera di misericordia di Dio e come colei che a sua volta ha saputo “usare misericordia”, contemplando il Padre delle misericordie che l’aveva creata, custodita e santificata, come dirà nel suo transito. Certamente Chiara l’ha imparata anche dal suo amatissimo padre e maestro, da Francesco, che ha sperimentato il passaggio dall’amaro alla dolcezza, usando misericordia verso il lebbroso (F.F. 110.1407-1408), da colui che l’ha guidata sulla via della beatitudine, sulle orme di Cristo Gesù.

     Una testimone al Processo di canonizzazione di S. Chiara, sora Benvenuta da Perugia, ha riferito che Chiara “era molto misericordiosa” (F.F. 2949) verso le sorelle, in particolare riguardo la vita penitenziale e le consuetudini quotidiane nel vestito e nel cibo.

     Nella Regola, da lei scritta, trasmette l’atteggiamento misericordioso da tenere verso le sorelle che peccano, verso le quali chiede alla madre di imporre la “penitenza con misericordia” (F.F. 2805) o di “provvedere caritatevolmente e misericordiosamente” (F.F. 2797) verso altre sorelle nelle loro necessità.

    Scrivendo la Prima Lettera a S. Agnese, chiede all’amica e alle sorelle di Praga di pregare per sé e per le sorelle di S. Damiano, affinché possano “meritare la misericordia di Gesù Cristo per godere insieme dell’eterna visione” (F.F. 2870). A sua volta nella Benedizione alle sorelle presenti e future, Chiara chiede al Signore di “avere misericordia” di loro e prega Gesù Cristo, affinché “per sua misericordia … il Padre doni e confermi questa sua – di Lui – santissima benedizione in cielo e in terra” (F.F. 2854.2855). Chiara nella sua vita di preghiera spesso si affida al “Padre di misericordia” (cfr. F.F. 3204).

     Così Chiara, opera di misericordia del Padre, ha saputo accoglierla in sé e distribuirla attorno a sé, come il Figlio di Dio, suo Signore e maestro e sposo. Gesù l’ha manifestata attraverso il suo essere tra noi, le sue parole e i suoi gesti, tramandatici dal Vangelo, che è buona notizia della vicinanza del Dio dal cuore amoroso. Gesù, facendo quello che fa il Padre, si è chinato sui miseri di ogni tipo e genere: poveri, affamati, assetati, ignudi, pellegrini, infermi, carcerati, afflitti, peccatori, morti.

     Chiara ha contemplato il Padre misericordioso, il Figlio misericordia incarnata, lo Spirito Amore che vivifica con la misericordia del Padre e del Figlio.

     Dalla contemplazione Chiara è passata all’azione nel rapporto con le sorelle e con quanti andavano da lei per chiedere aiuto, compiendo atti e opere di misericordia, che dimostravano la sua unione con Dio e l’amore, di cui il suo cuore era colmo, verso tutti.

     Nel Testamento al termine della sua vita, ancora troviamo espressioni che ci fanno comprendere il suo rapporto con  la misericordia. Chiara associa la misericordia, oltre al Padre, a Gesù Cristo, alla preghiera di intercessione, anche alla “vocazione”, “al promettere obbedienza”, alla chiamata di altre sorelle che il Padre “moltiplicò”, all’ “effondersi della buona fama”, alla “carità e grazia”  (F.F. 2823.2828.2831.2834.2846)..

     Il riferimento di Chiara alla misericordia è come un ritornello che scandisce le tappe della sua vita e della sua vocazione. L’unico soggetto è il “Padre delle misericordie” che nel corso della vita di Chiara, nello sviluppo della sua vocazione, ha continuato a chinarsi su di lei, ad usarle misericordia e a farla divenire donna di misericordia, partecipe della beatitudine dei misericordiosi, di coloro che amano secondo Dio, con “viscere di misericordia”, “cuore materno”.

     Cosa possiamo trarre per noi, per la nostra vita da tutto questo fin qui letto?

Noi pure siamo un’opera di misericordia del Padre nostro, del suo amore personale, unico e irripetibile per ciascuno, per ciascuna. A Lui per questo dono rendiamo grazie!

     Chi incontra il Signore, Padre delle misericordie, e si lascia attrarre dal suo amore, chi segue Gesù e si lascia trasformare il cuore, chi ascolta lo Spirito Santo che fa agire secondo la misericordia del Padre del Figlio, in qualunque stato di vita, ovunque si trova, può compiere opere di misericordia, che sono espressione di un cuore mite e convertito, che sta imparando ad amare secondo il Vangelo, con animo libero, da figlio o figlia, da discepolo o discepola, da fratello o sorella.

     Che in quest’anno dedicato alla misericordia ciascuno possa contemplarla in Dio Padre misericordioso, nel Figlio che ha manifestato il suo grande amore per tutti e che, nelle opere di misericordia, ha rivelato la “chiave” che apre la porta del Cielo e ci fa entrare nel Regno della misericordia, dell’amore infinito, infatti alla fine della vita saremo giudicati sull’amore che avremo “usato” verso gli altri, nei quali si  rispecchia il volto di Cristo! Scopriremo con sorpresa che queste opere le abbiamo fatte o non fatte allo stesso “Dio misericordioso” e che i misericordiosi sono quelli e quelle che, anche non incontrandolo consapevolmente, hanno semplicemente amato il prossimo.

     Che in quest’anno il Signore ci dia il coraggio di un cuore misericordioso per imparare a “baciare” chi si trova in tante miserie e per sperimentare la bellezza di amare tutti e tutto il Lui, come Chiara ci insegna, istruita da Francesco.

     Che possiamo gustare con Chiara la beatitudine dei misericordiosi e anche noi diventare dono di luce e di misericordia per il nostro tempo, nel quale ancora “Dio, all’umanità immersa nel peccato, rivela la sua misericordia” (Antifona – Liturgia delle Ore).

     Buon cammino della vita nella bellezza e nella dolcezza del Misericordioso!

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