Chiara e la tenerezza del Padre

Pubblicato giorno 15 Novembre 2018 - ARTICOLI DEL BLOG, S. Chiara d'Assisi

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“Non temere piccolo gregge, perché al padre vostro è piaciuto dare a voi il Regno”.

Questa parola scaturita dal cuore di Gesù ha in sé tutta la tenerezza, il benevolo chinarsi sulla creatura fatta di carne, che sono propri del nostro Dio. Echeggia nell’intimo del discepolo come chiamata alla speranza, invito a lasciar svanire ogni paura perché le braccia del Pastore sono pronte a sostenere in ogni avversità.

Piccolo gregge è quel gruppo di uomini e di donne che segue Gesù nel suo andare per le strade della Galilea a portare il lieto annuncio ai poveri. Piccolo lo è perché formato da poche persone, ma ancor più perché costituito da quelli che non contano secondo la mentalità del mondo e soprattutto ai propri occhi.

Poiché è consapevole di questa realtà, si affida senza riserve dal Padre celeste che si prende cura degli uccelli del cielo, dell’erba del campo, ma soprattutto provvede ai suoi figli.

Questa parola è penetrata profondamente nell’intimo di Francesco. Egli è convinto che la sua fraternità di minori, di piccoli, di ultimi, risponde a un esplicito desiderio, quasi implorazione, di Gesù Cristo: “Padre, vorrei che tu suscitassi e donassi a me in quest’ultima ora un nuovo umile popolo, … che fosse felice di possedere me solo”.

È l’esperienza del figlio che segue il Figlio diletto con tutte le fibre del cuore, che rivela a lui povero la gioia, la bellezza della consegna totale nelle mani del Padre.

Al poverello fa eco s.Chiara che nel testamento definisce così la sua sonorità: “piccolo gregge che l’altissimo Dio e Padre generò nella sua santa Chiesa proprio per seguire la povertà e l’umiltà del suo diletto Figlio e della sua gloriosa Madre Vergine. È un rimanere nelle mani del Padre, che è tenero come una madre, con lo stesso atteggiamento del Signore Gesù Cristo nel suo cammino sulla terra. Si è così condotti a vivere per il Padre con il maestro, come Lui liete di donare la vita nel gratuito scambio dell’amore.

È meraviglioso pensare e sapere di avere un Dio, un padre così! Un Padre nelle cui braccia deporre il nostro fardello, anzi ancora prima queste braccia accolgono noi e ci tengono stretti, ci fanno percepire il cuore di un Dio che ama, che palpita di passione, che vibra di misericordia per noi.

Oh! Come non gridare a tutti che abbiamo un tale Padre, come non farlo conoscere, come non desiderare che tutti lo incontrino, che sperimentino la sua Presenza?

Come non comunicare ad ogni uomo che c’è un Dio che risana le nostre ferite, quelle più profonde, con la sua compassione, che c’è un Padre che ci vuole figli e perciò ci libera dalle paure, ci rende uomini e donne liberi per poter camminare in novità di vita?

Certamente uno è facile scoprire, incontrare un Padre così, eppure Chiara ci insegna che se con coraggio proviamo a rientrare dentro di noi, là in quel luogo segreto dove Dio può incontrarci, quel luogo solo a Lui conosciuto, allora in quella nostalgia e in quel desiderio profondo e mai saziato che ci portiamo dentro, possiamo scoprire e ritrovare un’altra immagine. Un’immagine più vera di un Dio che ha un po’ i tratti di questo Padre che ci viene incontro con il suo Amore umile e forte, discreto e tenace, misericordioso e vero, Amore che libera e salva, risana e dà la vita.

Allora povertà, croce, prova, dolore, non sono più parole amare, ma libere risposte di chi non cessa di stupirsi scoprendosi follemente amato dal padre dell’amore.

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