Chiara, pianticella del padre san Francesco

Pubblicato giorno 30 Settembre 2017 - ARTICOLI DEL BLOG, S. Chiara d'Assisi

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Lungo il 750° Anniversario del transito di Chiara, terminato il giorno della sua festa, abbiamo rivolto a lei quell’attenzione luminosa che si esprime in modo totalizzante, ma non per questo tralascia di cogliere a chi s. Chiara deve la sua avventura di sequela Christi. Così in queste righe, con cuore commosso, guardiamo alla sua relazione con Francesco e ai suoi frati, sottolineando la ricchezza e la profondità di un legame che è vivo fino ad oggi nel nostro S. Damiano, parte del tessuto fraterno della provincia Francescana.

FRANCESCO CI MOSTRO’ LA VIA

Per “divina ispirazione” Chiara ha abbracciato la Forma di vita sull’esempio di Francesco e dei primi frati. Madonna Bona ne parla con limpida consapevolezza ricordando gli eventi: “Più volte andò con lei a parlare a santo Francesco, che sempre le predicava che se convertisse ad Iesu Cristo, e frate Filippo faceva similmente. E lei li udiva voluntieri e consentiva a tutti i beni che le erano detti”. L’udire delle parole dette da Francesco, diventa per Chiara il consentire al Figlio di Dio, come il Testamento ci da modo di comprendere: “Il Figlio di Dio si è fatto nostra via; e questa con la parola e con l’esempio ci indicò e insegnò il beato padre nostro Francesco, vero amante e imitatore di lui.”.

La relazione iniziale di Chiara nei confronti di Francesco, vive della sua testimonianza. Vedendo lui, Chiara comprende ciò che il Signore sta operando nel suo cuore e trova conferma nell’ascolto di Francesco vero amante e imitatore di Gesù Cristo. E’ questo il movimento di ogni itinerario alla sequela del Signore: ascoltare e vedere ciò che sta fuori da sé e nello stesso momento scoprire che è ancora un Altro che agisce al cuore dell’esperienza: Dio stesso!

CURA E SOLLECITUDINE

Nella vita delle sorelle povere troviamo dunque l’Ordine dei frati come “rivelatore”. Chiara lo riconosce attraverso la gratuita e fedele presenza come Francesco ha promesso: “Mosso da un sentimento di paterno affetto verso di noi, obbligò se stesso e la sua Religione ad avere sempre diligente cura e speciale sollecitudine di noi, allo stesso modo che per i suoi frati”. In forza di queste parole, nella Regola Chiara scrive: “Chiediamo allo stesso Ordine, un cappellano con un compagno chierico, di buona fama, discreto e prudente, e due frati laici, amanti del vivere santo e onesto, in aiuto alla nostra povertà per amore di Dio e del beato Francesco”.

Si! Anche per le sorelle di S. Damiano è nella quotidianità che si esprime il legame dato dalla divina ispirazione! Così testimonia sora Pacifica: “…mancato l’olio nel monasterio, essa beata Madre chiamò frate Bentevenga lo quale andava per le elemosine loro e disseli che andasse a cercare de l’olio, e lui respose che li apparecchiassero el vaso. Madonna Chiara tolse uno certo vaso e puselo appresso l’uscio de la casa, ad ciò che lo preditto frate lo togliesse. Et essendo quello vaso stato lì per una piccola ora, frate Bentevenga lo trovò pieno de olio. Et non fu trovato chi ce lo avesse messo.” …Il Signore si prende cura anche di donare l’olio servendosi unicamente della disponibilità di frate Bentevenga!

Attraverso le parole di frate Filippo, Chiara riceve il nutrimento dell’anima: “Madonna Chiara molto se dilettava de udire la parola de Dio. Predicando uno dì frate Filippo de Atri, essa testimonia vide appresso Chiara uno mammolo bellissimo. Et orando essa testimonia che Dio non permettesse che essa fusse ingannata, le fu risposto nel suo core in queste parole: « Io so’ in mezzo de loro», significando per queste parole come el mammolo era Iesu Cristo, lo quale sta in mezzo de li predicatori e de li auditori, quando stanno et odono come debbono.”

Il legame spirituale che unisce le sorelle povere e i frati minori è davvero un dono di grazia, sta all’origine del carisma e, nella reciprocità del dono, affretta il passo nella sequela del Signore Gesù Cristo. In questa reciprocità Chiara è colta da Francesco come colei che rifrange la luce divina quando le chiede di pregare per conoscere la volontà del Signore sulla sua chiamata, o affida frate Stefano alla sua orazione perché sia guarito…

Francesco conferma in questi significativi interventi la vocazione contemplativa di Chiara a sostegno delle membra del Corpo del Signore. Come la presenza dei frati è stata significativa per la vita, così nel transito Chiara vuole che le siano accanto sacerdoti e frati spirituali: “Sono presenti Angelo in lacrime che consola le afflitte, Leone bacia il giaciglio di Chiara morente. Il buon frate Rainaldo esorta Chiara alla pazienza nel lungo martirio di così gravi infermità e lei, con voce perfettamente libera da forzature rispose: «Da quando ho conosciuto la grazia del Signore mio Gesù Cristo per mezzo di quel suo servo Francesco, nessuna pena mi è stata molesta, nessuna penitenza gravosa, nessuna infermità mi è stata dura, fratello carissimo! ». 

In questo momento pare tornino a risuonare le parole date alle sorelle da S. Francesco prima del suo transito che sintetizza la vita ricevuta dal Padre delle Misericordie e di cui egli e il suo Ordine sono stati mediazione espressiva ed efficace: “Audite, poverelle dal Signore vocate, ke de multe parte et provincie sete adunate: vivate sempre en veritate ke en obedientia moriate. Non guardate a la vita de fore, ka quella dello spirito è migliore. Io ve prego per grand’amore k’aiate discrecione de le lemosene ke ve dà el Segnore. Quelle ke sunt adgravate de infirmitate et l’altre ke per loro suò adfatigate, tutte quante lo sostengate en pace Ka multo venderite cara questa fatiga, ka cascuna serà regina en celo coronata cum la Vergene Maria.”.

COMPLEMENTARIETÀ’ E RECIPROCITÀ’

Anche per noi il legame con i frati minori è significativo! Offerto nel carisma che ci è affidato dal Signore, è sorretto da stima vicendevole e relazioni gratuite; sono testimonianze che rivelano il volto di Gesù Cristo. Concretamente, sono fresche attualizzazioni di ciò che Chiara e le sorelle, Francesco e i frati hanno vissuto: è con i nostri fratelli che riceviamo il pane della Parola e dell’Eucaristia spezzato quotidianamente, il dono della misericordia del Padre, l’accompagnamento spirituale. Con loro approfondiamo la formazione cristiana e francescana, condividiamo la dedizione della loro missione.

Nel centenario l’incontro con le comunità dei vari conventi, del Ministro provinciale col Definitorio, sono state occasioni per ravvivare la conoscenza reciproca e sentirci assieme responsabili gli uni delle altre e di quel dono che il Signore ci ha affidato. Attraverso di loro il nostro sguardo si rivolge a Francesco, al suo essere “vero amante e imitatore” di Gesù Cristo e in questo sguardo tutti sono coinvolti: chi è vicino concretamente e chi non ci ha ancora incontrate. Ciascuno, nel SI al Signore è testimone di vita restituita a Lui, e fa crescere noi Pianticella del nostro Padre Francesco. Nel ritrovarci chiamati alla Comunione, alla sequela di Gesù Cristo, possiamo riconsegnare all’umanità, ad ogni persona, la vera appartenenza che sigilla ogni relazione umana e fa camminare speditamente nell’amore di Colui che per noi si è fatto Via al Padre.

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