
Domenica 12 gennaio
Venne una voce dal cielo:
«Tu sei il Figlio mio, l’amato:
in te ho posto
il mio compiacimento»
La voce dal cielo, voce di Dio che si rivela come Padre del Figlio amato, è il culmine di questo brano evangelico. Il battesimo di Gesù diventa un momento straordinariamente rivelativo perché quell’uomo, in fila con tutti gli altri che si riconoscono peccatori e cercano salvezza, è Dio tra noi e con noi.
Dio non cerca inesistenti uomini perfetti, che presumono di essere giusti, ma ama raggiungere uomini e donne in cerca di luce. All’inizio del brano infatti si dice che tutto il popolo era in attesa e si interrogava riguardo a Cristo e alla sua venuta.
Un popolo che non attende più nulla, che non sente alcun bisogno di salvezza, che non si accorge della sua fragilità, molto più difficilmente ascolterà il cielo, udrà la voce di Dio e si accorgerà della sua presenza tra noi.
Lunedì 13 gennaio
E subito
lasciarono le reti
e lo seguirono
Gesù passa lungo il mare di Galilea e chiama Simone e Andrea intenti al loro lavoro di pescatori.
Subito lasciano le reti e lo seguono. Subito rispondono a quell’invito. Sono attratti da quell’uomo e, spinti da un’intuizione interiore, immediatamente lo seguono, mettono a disposizione la loro vita, senza sapere dove lui li porterà. Gesù passa oltre e subito chiama anche Giacomo e Giovanni.
Gesù passa anche oggi e chiama ciascuno di noi. È importante rispondere subito agli inviti che Gesù, attraverso le varie situazioni della vita, ci rivolge. Se si lascia passare l’opportunità di rispondere prontamente si rimane seduti a «rassettare reti vuote».
Martedì 14 gennaio
Gesù gli ordinò severamente:
«Taci! Esci da lui!».
E lo spirito impuro, straziandolo e gridando forte,
uscì da lui
Gesù, di sabato, insegnava nella sinagoga come uno che ha autorità e coloro che lo ascoltavano erano stupiti dal suo insegnamento.
Proprio in questo luogo sacro avviene lo scontro tra Gesù, il santo di Dio, e la schiera di spiriti impuri. Gesù pronuncia un ordine «Taci! Esci da lui!» e sconfigge il male con la sola forza della sua parola.
Gesù è venuto per portarci la salvezza; la sua parola è piena di autorità: in essa agisce la potenza dello Spirito e perciò è una parola efficace che guarisce e libera dal male.
Mercoledì 15 gennaio
Gesù disse loro:
«Andiamocene altrove…
perché io predichi anche là;
per questo infatti sono venuto!»
Gesù si reca nella casa di Simone e subito gli parlano della suocera di Simone che era a letto con la febbre. Egli si avvicina, la fa alzare e la febbre sparisce. Al calar del sole conducono da Gesù tutti i malati e gli indemoniati ed egli guarisce molti e scaccia molti demoni.
Sul far del giorno Gesù esce dalla casa e si reca in un luogo deserto a pregare ma Simone e tutti quelli che sono con lui lo cercano e lo vogliono trattenere. Gesù, però, spiega loro che non può rinchiudere la sua missione dentro confini limitati, perché è venuto per portare a tutti il lieto annuncio del regno.
Come discepoli di Gesù portiamo alla presenza del Signore l’umanità oppressa dal male, preghiamolo per tutte le necessità e testimoniamo ovunque il vangelo del regno.
Giovedì 16 gennaio
Ne ebbe compassione,
tese la mano, lo toccò
e gli disse:
«Lo voglio, sii purificato!»
La supplica del lebbroso non resta inascoltata. Dal profondo del suo dolore, che conosce l’esperienza di una sofferenza fisica e di una emarginazione sociale, egli alza il suo grido di aiuto. Se vuoi, tu puoi: con queste parole supplica in ginocchio il Signore che passa.
Grido di dolore e di speranza. Il Signore ne ha compassione, tanto da tendere la mano verso di lui e da arrivare a toccarlo. La sua volontà è la salvezza per noi.
San Francesco narra la sua conversione raccontando l’incontro con i fratelli lebbrosi, un incontro nuovo che si spinge fino ad un abbraccio. Nel volto di quei fratelli vede il volto di Cristo povero, nelle ferite di quei corpi malati riconosce le piaghe del Crocifisso.
L’esperienza della misericordia ricevuta guarisce le ferite del corpo e del cuore.
Venerdì 17 gennaio
«Figlio,
ti sono perdonati
i peccati»
Dopo la descrizione della “giornata di Cafarnao”, con cui Marco aveva iniziato la narrazione della vita pubblica del Figlio, Gesù e i discepoli avevano raggiunto i villaggi vicini, percorrendo la Galilea.
Il secondo capitolo si apre con un nuovo ingresso in Cafarnao. La gente, sapendo che Gesù è in casa (probabilmente quella di Pietro) si affolla per ascoltare l’annuncio della Parola. Ed ecco che alcune persone, desiderando presentare a Gesù un paralitico, sono costretti a scoperchiare il tetto e a calare la barella dall’alto. La loro fede è grande, e la risposta di Gesù è sorprendente: «Figlio, ti sono perdonati i peccati».
Il Figlio dell’uomo è venuto per rimetterci in cammino, per farci rialzare dai nostri peccati e dalle nostre cadute, invitandoci a seguire lui sulla via della vita.
Sabato 18 gennaio
«Non sono i sani che
hanno bisogno del medico,
ma i malati;
io non sono venuto
a chiamare i giusti,
ma i peccatori»
Dopo aver rialzato il paralitico, Gesù esce dalla casa per recarsi lungo il mare. Passando vede Levi al banco delle imposte e lo chiama a seguirlo: «Ed egli si alzò e lo seguì». Levi non esita a lasciare la propria occupazione e a mettersi alla sequela del maestro.
L’evangelista sottolinea che, come il paralitico, egli si alza, ma, a differenza di quello, che se ne era andato a casa sua, Levi segue Gesù. È interessante che la strada del maestro lo riporta comunque a casa sua: Gesù siede alla sua tavola con molti pubblicani e peccatori.
La chiamata del pubblicano Levi diventa possibilità di incontro con il Signore per molti peccatori. Questo può creare scandalo, se ci si aspetta che solo chi è giusto possa stare con Dio. Ma il Figlio è venuto per chiamare non i giusti, bensì i peccatori.