Commenti ai vangeli della I settimana dell’anno 2024 – II di natale

Pubblicato giorno 29 Dicembre 2023 - ARTICOLI DEL BLOG, Il Vangelo di oggi

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1 Gennaio Lunedì

 

Maria, da parte sua,

custodiva tutte queste cose,

meditandole nel suo cuore

 

Del silenzio, della custodia e del meditare di Maria si parla spesso nei vangeli.

Un canto ci dice il modo di Maria, e forse di ogni donna, di essere madre. «Io vorrei tanto parlare con te di quel Figlio che amavi; io vorrei tanto ascoltare da te quello che pensavi quando hai udito che tu non saresti più stata tua, e questo Figlio che non aspettavi non era per te. Io vorrei tanto sapere da te se quand’era bambino tu gli hai spiegato che cosa sarebbe successo di lui; e quante volte anche tu di nascosto piangevi, Madre, quando sentivi che presto l’avrebbero ucciso per noi.

Io ti ringrazio per questo silenzio che resta tra noi e benedico il coraggio di vivere sola con lui. Ora capisco che fin da quei giorni pensavi a noi per ogni figlio dell’uomo che muore ti prego così: Ave Maria…».

 

2 Gennaio Martedì

E quanto a voi, l’unzione

che avete ricevuto da lui

rimane in voi

e non avete bisogno che qualcuno vi istruisca

 

Scrive sant’Agostino: «L’ammaestramento esterno è soltanto un aiuto. Colui che ammaestra il cuore ha la sua cattedra in cielo. Se qualcuno può mettersi al tuo fianco, nessuno può stare nel tuo cuore».

Le persone che ci restano a fianco per un tratto della vita, breve o lungo, sono importanti, a volte fondamentali, ma sono e restano un dono di cui ringraziare. Quindi, continua Agostino: «Nessuno stia nel tuo cuore, solo Cristo. Vi resti la sua unzione, perché il tuo cuore assetato non rimanga solo e manchi delle acque necessarie ad irrigarlo.

Colui che vi ha creato e redento, che vi ha chiamato ed abita in voi per mezzo della fede nello Spirito santo, se non è lui a parlarvi nell’intimo, vano rumore saranno le nostre parole. Ma Dio parla nell’intimo a quelli che gli fanno posto».

 

3 Gennaio Mercoledì

Vedete quale grande amore ci ha dato il Padre

per essere chiamati figli di Dio,

e lo siamo realmente!

 

Dio non ci ama perché siamo suoi figli, ma siamo realmente suoi figli perché Dio ci ama come un padre. San Francesco, prima delle stimmate nel corpo, ha impresso nel cuore e nell’anima questa realtà sconvolgente e misteriosa: nessuno deve essere chiamato padre in terra perché uno solo è il Padre a cui rivolgersi.

Non è semplice capire cosa voglia dire essere realmente figli di Dio. Gesù è venuto a mostrarci il volto, i pensieri ed il cuore di Dio, Padre suo e Padre nostro. Spesso la nostra idea di Padre è legata al rapporto che abbiamo avuto con nostro padre elevando alla massima potenza il bene che è stato e ci ha dato.

Ma Dio è al di là delle nostre idee e dobbiamo scoprirlo all’interno di una relazione che si modifica, si espande e si approfondisce avvicinandoci al suo volto buono e santo.

 

4 Gennaio Giovedì

Chi non pratica la giustizia non è da Dio,

e neppure lo è chi non ama il suo fratello

 

Se siamo tutti figli di Dio, «e lo siamo realmente», come dice san Giovanni, allora siamo fratelli, e lo siamo realmente in Cristo l’unigenito!

Anche di questo frate Francesco era ben consapevole proprio sulla base dell’unica paternità di Dio. Ecco perché coloro che si sono uniti a lui non potevano avere altro nome che frati: fratelli. All’interno della comunità, chiamata fraternità, nessuno è chiamato priore o superiore, ma frate guardiano o frate ministro per custodire e servire il bene dei singoli frati e della stessa fraternità.

Per essere da Dio, vivere come Dio desidera perché siamo felici il profeta Michea scrive: «Uomo, ti è stato insegnato ciò che è buono e ciò che richiede il Signore da te: praticare la giustizia, amare la pietà, camminare umilmente con il tuo Dio».

 

5 Gennaio Venerdì

Filippo gli rispose:

«Vieni e vedi»

 

Ai primi discepoli, che hanno lasciato Giovanni Battista per seguirlo, Gesù aveva detto: «Venite e vedete». Filippo ripete le stesse parole a Natanaele restio a credere che da Nazareth possa venire il messia.

Filippo, però, non aveva ascoltato quelle parole di Gesù; dobbiamo quindi pensare che l’invito non sia solo la ripetizione di un insegnamento ascoltato, ma il frutto della propria esperienza di relazione con Gesù. Un’esperienza breve ma certamente coinvolgente che subito trasforma Filippo in annunciatore della buona notizia. Non c’è bisogno di abbondanza di parole, esempi e ragionamenti; basta la semplicità che nasce da quanto vissuto: egli è andato e ha visto non con gli occhi del corpo, ma con quelli del cuore che si sono lasciati sorprendere da Gesù.

Ma cosa hai visto, Filippo?

 

6 Gennaio Sabato

I magi, avvertiti in sogno di non tornare da Erode,

per un’altra strada fecero ritorno al loro paese

 

Ritornare dopo aver trovato quello che a lungo si è cercato e desiderato.

I sapienti giunti al cospetto del Dio bambino non si erano stupiti di averlo trovato in una mangiatoia. I sapienti… credono più alla voce intima di un sogno che a quella del potente Erode! La loro sapienza, la capacità di scrutare le profondità del cielo e dei cuori li guida verso la scelta migliore. Un’altra via è sempre possibile per non farsi inquinare dai giochi di potere, per non entrare in conflitto con le trame di chi cerca la violenza per proteggere i propri interessi e privilegi.

Un’altra via significa, a volte, anche lasciare i propri progetti ed aspirazioni sapendo che, d’ora in poi, gli sguardi saranno riempiti non più dalla luce di una stella, ma da quella profonda di un bambino in una mangiatoia.

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